Il weekend sportivo dei tifosi del Messina si conclude lunedì sera, con l'insolito posticipo che va in scena contro il Foggia al San Filippo. Ma stasera vai al campo? Il lungo elenco di forfait annunciati si aggiungono a quelli dell'ultima ora e danno la conferma del tempo che passa: un giorno, tanti di questi sostenitori incalliti della biancoscudata, avrebbero fatto carte false per non perdersi una partita del genere: lasciato a casa mogli, fidanzate, amanti, cani e commercialisti se è il caso. Sarebbero fuggiti nell'ombra da lavoro o avrebbero sfidato il tempo minaccioso, immancabile ormai alla vigilia di una partita dell'Acr, che sia settembre o maggio. Eppure lo zoccolo duro è sempre li, numericamente ridotto ed emotivamente malconcio per il momento della squadra, ma non molla.

Biglietto al volo nel punto vendita in cui si rileva fila ridotta, appuntamento all'imbocco della tangenziale. Si parte in due, ci si ritrova in cinque sul “solito gradino”, dove c'è chi si abbraccia ricordando qualche vecchio ricordo, come l'anniversario di una “trasferta” snodo per la storia del club, quella di Castiglione di Sicilia del 2010. Piove prima dell'inizio della sfida, l'occasione giusta per salutare qualche altro amico.

Partenza-via, i pugliesi vanno subito all'attacco: ok, oggi sarà dura. Stop roteanti e numeri a sensazione, dribbling e controdribbling, quasi a volere sfatare l'immortale mito del prestigiatore Ivica Iliev. Ma questi che ci fanno in Lega Pro? I nostri non vanno troppo per il sottile, incalzati dall'urlo “rumpiluuuuu” che ogni tanto si eleva nemmeno troppo isolato dalla curva. Passano prima gli ospiti con la rete di Mazzeo, ma si continua a cantare con grande orgoglio. La squadra ci crede e Pozzebon regala la rete del pareggio che forse non ti aspetti. Tutto lo stadio riprende coraggio e la partita sembra molto più aperta ed equilibrata.

La fine del primo tempo "spacca" anche il nostro atteggiamento: si decide di mettere fine al social time, ultimi selfie e una sbirciatina alle chat. La ripresa sarà solo calcio, ci sembra il caso. Il Messina spinge, la curva segue con impeto. Un applauso per i 37 anni di vita dell'Uragano Cep anticipa il trenino scaramantico con braccio destro alzato per stimolare improbabili alchimie. Partono i cori revival che scatenano uno strana atmosfera da “Domenica Italiana” di smailiana memoria. Coinvolgimento massimo, vivere un lunedì così significa riuscire anche a spostare di 24 ore indietro l'orologio. Sul più bello...un, due e tre stella...Maccarone e Ionut si addormentano, Mazzeo irrompe e fa 1-2. “Ma manco così...”

Lo scommettitore incallito fa uno strappo alla regola autoimposta, si siede sul gradino e guarda il cellulare per controllare i parziali della Serie B argentina, Almagro e Caballero, compagini dalla dubbia esistenza. Tant'è...è l'unico che non può permettersi di accodarsi al coro contro il panchinaro Luca Martinelli, tacciato di tradimento anzi di “scarsa professionalità” da buona parte dai gruppi organizzati peloritani.

Si cerca il pari gettando il cuore oltre l'ostacolo ma le forze non sembrano bastare e anche le idee in campo appaiono confuse. Ci prova con l'ultima stoccata Maccarone, brivido e urlo strozzato in gola, niente da fare. Ma anche niente contestazione, applausi per i giocatori apprezzati per l'impegno dimostrato. Alcuni ringraziano lanciando la maglia. E anche stavolta...si vince la prossima. Ora tutti al Pk! 

L'ultimo fotogramma è per Nonno Ciccio, ultrà e ultranovantenne foggiano che a rilento lascia il settore ospiti per raggiungere il gruppetto di sostenitori rossoneri giunti dalla Puglia. Per lui rispetto oltre ogni rivalità e un esempio...i tifosi veri non mollano mai. 

Sezione: Dimensione curva / Data: Mar 20 settembre 2016 alle 16:12
Autore: Emanuele Rigano / Twitter: @menelpallone
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