Dopo quasi 8 mesi di astinenza, riprende anche la serie D con il Messina, che, finalmente, non esordisce con la classica sconfitta (Portici, Bari e Troina avevano festeggiato alla prima contro l’Acr nata nel 2017) ed il punto colto al “Morreale Proto” di Cittanova ha il sapore del rammarico, perché giocare quasi un tempo con due uomini in più in campo senza segnare il gol della vittoria, lascia in dote ai calciatori biancoscudati un clamoroso “cazziatone” finale da parte del tecnico Novelli e la consapevolezza di avere ancora tanto lavoro da fare prima di giocare questo tipo di match con la cattiveria e la determinazione delle grandi.

La partita ha vissuto diverse fasi, totalmente diverse tra di loro, ma in tutte il Messina è stato totalmente in partita, subendo due gol nei 25’ iniziali da calcio piazzato, recuperando la parità prima del duplice fischio, costruendo anche diverse altre occasioni da rete, portando l’inerzia della contesa a proprio favore ad inizio ripresa, già undici contro undici, ma soffrendo, poi, l’inevitabile nuovo assetto estremamente difensivo degli avversari, con sei-sette uomini schierati fissi in difesa e il solo Silenzi in attacco ad immolarsi e lottare come un indemoniato contro la linea a quattro mantenuta per tutti i 90’ di gioco. Novelli paga la scarsa lucidità sotto porta dei suoi calciatori, ma anche la mancanza di alternative come 2002 da schierare all’inizio, oltre che di un attaccante di peso per poter sostituire Foggia nella parte finale, quando la lucidità viene meno e serviva anche fisicità per trovare lo spiraglio giusto.

Migliori in campo, in maglia biancoscudata, ovviamente l’autore della doppietta Foggia (7,5), furbo e rapido sul 2-1 e pronto ad appoggiare a porta vuota per il pareggio, ma anche sempre disponibile a dialogare con i compagni di reparto, l’esterno sinistro Giofrè (7), preciso, tranquillo negli interventi difensivi, bravo a creare superiorità sulla propria fascia di competenza in fase avanzata, e un ispirato Bollino (7), stremato dopo una gara giocata dimostrando una tecnica sopraffina, l’estrema facilità a saltare l’uomo, e, non per ultimo, una capacità di inserimento che lo ha portato a sfiorare il gol di testa sull’1-0 ed a mancare il controllo decisivo o la zampata determinante per un soffio.

Buona la prestazione complessiva della coppia difensiva titolare: Lomasto (6,5) domina sul gioco aereo, riscattando un inizio un po’ titubante, condito dal ritardo nel contrastare Dorato sul raddoppio calabrese, e da maggiore sicurezza anche al vicino di reparto Boskovic (6,5), preciso ed essenziale nei suoi interventi. Davanti a loro due, Lavrendi (6,5) trova lo spazio per far partire la manovra dai suoi piedi, cala leggermente alla distanza, ma si fa sentire anche nei contrasti per tutta la gara. I due compagni di reparto dell’ex Reggina non danno il massimo delle loro qualità, soprattutto Vacca (5,5), apparso leggermente imballato, seppure si nota la sua caratteristica di volere sempre velocizzare l’azione, qualità determinante per la filosofia di gioco “novelliana”, mentre il 2002 Cretella (6), messo in campo per la sua “prima” tra i grandi in un ruolo diverso da quello consueto, essendo lui più una mezzapunta che non un interno nel centrocampo a tre, si disimpegna con buona personalità.

I maggiori problemi per il Messina, nei primi 25’, vengono dalla fascia destra, dove Mazzone (5,5), ottimo under 15 come mezzala, giunto ai 19 anni, viene impiegato da terzino e diventa il punto debole da attaccare per la squadra di infantino. Cascione (5,5) lo sostituisce intorno al 60’ e dimostra di essere sulla strada del recupero fisico, per potersi giocare le sue chance come titolare nel ruolo, fermo restando che la società dovrebbe intervenire sul mercato per avere una alternativa classe 2002 in quella zona del campo. Il capitano Arcidiacono (6) alterna sprazzi di lucidità, come l'assist a Foggia per il 2-2, a qualche giocata egocentrica, mentre non riesce a piazzare lo spunto nella ripresa, quando la manovra, molto spesso, veniva appoggiata su di lui per arrivare al gol decisivo. Ultimo nella serie di valutazioni, ma non per scarso rendimento, il portiere Lai (sv), trafitto da un bellissimo destro al volo di Crucitti e uccellato di testa da Dorato, entrambi situazioni in cui non poteva farci nulla, per poi restare inoperoso nel resto della gara, fatta eccezione per qualche traversone o lancio lungo degli avversari.

Infine, il tecnico Novelli (6), molto rabbuiato nell’antistadio del “Morreale Proto”, più che per il risultato, per alcuni errori dei suoi uomini dipendenti da scarsa attenzione o poca lucidità. “Siamo al 5% delle nostre potenzialità”, dichiara l’allenatore di origine salernitana, ma, al di là delle percentuali, dal carattere della rimonta, dalla qualità di alcuni elementi e dalla consapevolezza di dovere ancora lavorare molto per migliorare si deve partire per cominciare presto a vincere.

Sezione: Il focus / Data: Lun 28 settembre 2020 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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