Nulla di ufficiale, ancora, in casa Acr Messina, quando sta per finire il mese di luglio. L’inizio della prossima stagione, con il primo turno di Coppa Italia, dista 56 giorni e il Girone I della serie D si avvierà domenica 27 settembre, ancora non è chiaro se con ridotta e controllata presenza di pubblico, oppure a porte chiuse.

Durante l’ultima settimana, da registrare solo l’invio della pratica di iscrizione, con il mini brivido al momento della concessione per l’utilizzo del San Filippo, che, dopo l’intervento chiarificatore della Segretaria generale del Comune di Messina dott.ssa Carrubba, ha richiesto la firma di Pietro Sciotto, quale legale rappresentante dell’Acr Messina, essendo ancora in corso la proroga della concessione in capo alla società di proprietà dell’imprenditore gualtierese, deliberata dalla Giunta Comunale il 31 dicembre 2019. Un episodio curioso che, però, dà una idea di come questa materia, così come tanti altri argomenti che riguardano le vicende calcistiche messinesi soprattutto nelle ultime stagioni, è giocoforza condizionata, a livello di comunicazione, dalle dinamiche viziose legate all’esistenza di due società cittadine in costante belligeranza, seppur non sempre evidente.

Bisogna prendere atto di questa realtà che, salvo clamorose novità o stravolgimenti, ci accompagnerà anche durante la stagione 2020-2021, la prima dopo l’emergenza Covid che, inevitabilmente, avrà ripercussioni serie anche sulla attività calcistica, soprattutto ai livelli dilettantistici, cui, alle nostre latitudini, siamo abituati ormai da più di un decennio.

La decisione annunciata da Pietro Sciotto due settimane or sono di aprire all’apporto in società del duo di imprenditori salernitani Del Regno-Bove ha avviato una fase inedita nella esperienza triennale del Messina nato ad agosto 2017 per rappresentare la città dopo l’ennesimo fallimento calcistico. Il presidente ha deciso di continuare, malgrado le tante delusioni e l’aperta contestazione dei tifosi organizzati, che desideravano uno sforzo comune di tutta la città per creare, con il coinvolgimento di una figura istituzionale come il Sindaco, una alternativa seria, credibile ed affidabile al dualismo esistente che ha portato solo ad una spaccatura all’interno dei pochi, irriducibili, ancora interessati alle sorti del calcio messinese.

Nessuno si è mosso in questa direzione, le dirigenze di Football Club ed Acr hanno continuato sulle proprie rispettive strade, aspettando gli eventi e, alla fine, tutto è rimasto come prima, visto che la fusione, al di là delle dichiarazioni strumentali o velatamente polemiche, non è mai stata una opzione razionalmente praticabile, alla luce del fatto che la reciproca ragione di essere è basata proprio sulla evidenziazione delle differenze esistenti tra le due parti.

Ognuno per sé, quindi, e quest’anno, entra in gioco una terza incognita, rappresentata dalla percentuale minoritaria detenuta in Acr da Del Regno e Bove, i quali portano anche in dote competenze calcistiche specifiche di categoria leggermente superiore ed uno spirito battagliero che dovrebbe, nell'ipotesi più ottimistica, compensare gli sbalzi repentini di umore del patron biancoscudato. I nomi degli allenatori contattati negli ultimi giorni ne sono una testimonianza: si è partiti da Caneo, vicino alle precedenti esperienze calcistiche del gruppo campano, per arrivare ad Ugolotti, Rigoli, ma soprattutto Sasà Campilongo, molto apprezzato a Cava nell’ultimo torneo di C e mostratosi interessato all’ipotesi Messina, con il jolly di Eziolino Capuano, un tipo di tecnico che, di sicuro, non farebbe annoiare né con la qualità del suo lavoro sul campo e nemmeno con le sue capacità dialettiche.

La presenza a distanza di un nume tutelare come Angelo Mariano Fabiani e il lavoro dello staff tecnico che sarà ufficializzato durante la prossima settimana, ha già fruttato i contatti con quei calciatori che comporranno la rosa del Messina 2020-2021, mentre la sorte degli elementi ancora legati all’Acr come Arcidiacono, Cristiani, Sampietro, Bossa ed alcuni under, sarà decisa dal nuovo allenatore, insieme al dg Di Santo.

I tifosi assistono alla finestra, senza concedere cambiali in bianco a nessuno e, soprattutto, consapevoli dei risultati deludenti fino ad oggi ottenuti dalla gestione Sciotto, così come il patron sa benissimo che si è imbarcato in una impresa difficilissima, confermando il proprio impegno nel calcio malgrado tutto sembrasse indirizzare gli eventi verso l’ennesimo suicidio assistito di una società calcistica messinese. L’unico giudice inappellabile sarà, ancora una volta, il terreno di gioco.

Adesso, bisogna abbandonare chiacchiere e proclami, mettersi al lavoro seriamente per costruire una squadra in grado di competere per le prime posizioni e convincere gli scettici con l’unico metodo infallibile a tutte le latitudini ed in tutte le epoche: entrare in campo e vincere.

Sezione: Il focus / Data: Dom 26 luglio 2020 alle 14:01
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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