Il peso specifico del punto conquistato ieri dal Messina sul campo della Fidelis Andria lo scopriremo solo la sera del 24 aprile, quando tutto si sarà compiuto e vedremo la classifica finale di questo campionato.
Mister Ezio Raciti (voto 6) conquista la sufficienza per la grande capacità di infondere serenità nei momenti più complicati, dentro e fuori dal campo, che compensa alcune scelte di formazione e atteggiamento tattico un po’ troppo conservative, soprattutto nella parte finale del match, quando l’Andria doveva scoprirsi. Alla fine, resta fissata negli occhi la clamorosa chance non sfruttata al minuto 100 da Konate e Adorante, proprio due uomini entrati dalla panchina e lì, probabilmente, si sarebbe compiuta una di quelle magie tipiche del gioco del calcio, perché, a quel punto, il tecnico sarebbe passato per eroe. Nulla di tutto ciò, invece, e, nelle dichiarazioni di fine gara, Raciti riconosce i meriti di un avversario molto vivo a dispetto della classifica, non si attacca all’errore evidente (dalle immagini, ma non in campo) della coppia Feraboli-Kumara sull’offside non identificato (Piovaccari o Camilleri?), sanzionato dopo 4’, che impedisce di sbloccare la partita e difende alcuni elementi fino ad oggi sottoposti a critiche per qualche prestazione non proprio al massimo. Partendo da questa ultima considerazione, il titolo di migliore in campo spetta a Michele Lewandowski (7,5) superlativo soprattutto nelle due occasioni in cui si oppone alle conclusioni degli attaccanti biancazzurri, nel primo e nel secondo tempo. Questo non deve sminuire la prestazione della squadra, che, comunque, ha tenuto botta in un ambiente caldo, ma corretto, anche se resta il rammarico di non avere visto un Messina capace di proporsi in modo più continuo nella fase offensiva, perché una vittoria ieri avrebbe dato davvero il destino nelle mani dei giallorossi.
Altri due elementi capaci di spiccare al “Degli Ulivi” sono stati Camilleri (7) e Fofana (7). Il primo termina la partita sdraiato sul terreno con i crampi, dopo oltre 100 minuti disputati con grandissima attenzione, precisione in tutti gli interventi e con una serie di chiusure ottime per tempismo e cattiveria agonistica. L’ivoriano, invece, inizia a grandissimi ritmi, recupera tanti palloni, combatte con vigoria con tutti gli avversari e riesce anche ad impostare, correndo per tre. Bene anche Russo (7) chiamato in causa ad intermittenza, che crea sempre un possibile pericolo quando il pallone arriva dalle sue parti. Morelli (6,5) parte benissimo sfiorando il gol, poi presidia la sua zona e prova anche a proporsi, cercando qualche automatismo sulla catena di destra, soprattutto nel primo tempo.
Carillo (6,5) riscatta con tanto impegno ed abnegazione un paio di distrazioni nei primi minuti su altrettanti corner battuti dai biancoazzurri per Alcibiade, lasciato solissimo nel vivo dell’area giallorossa. Il capitano si fa male in un recupero generoso a centrocampo e gli subentra Celic (6), pronto nel momento del bisogno. Fazzi (5,5) difetta in copertura, non incide in fase offensiva, ma gioca da una stagione in ruoli inusuali per lui e, quindi, senza concedere nessun alibi, diventa difficile giudicare le sue prestazioni.
Statella (6) ha alcuni buoni spunti nei 45’ concessigli da Raciti, perché resta negli spogliatoi per cedere il posto a Goncalves (5,5), che si vede pochissimo e spesso va fuori giri. A centrocampo, invece, bisogna decifrare nel modo giusto le prove dei due compagni di reparto di Fofana. Rizzo ha una funzione di collante e stimolo per i compagni, ma paga una condizione non proprio ottimale, va in debito di ossigeno a metà ripresa, così come Damian, che perde qualche volta la palla in modo sanguinoso per non fare la giocata più semplice e, nello stesso tempo, non lesina impegno. La sufficienza per entrambi è un premio per il peso della loro presenza in campo che, in queste ultime partite, dovrà andare oltre la qualità delle loro giocate, anche se Raciti dovrà valutare attentamente tutte le forze a sua disposizione, visto il mancato impiego di Marginean e la buona reattività con cui Konate (sv) gioca i quasi 6’ in cui resta in campo. Una considerazione simile vale anche per Piovaccari (6), che, per primo, si rammaricherà delle tre occasioni non sfruttate durante i 45’ iniziali, ma è indispensabile avere gente di esperienza come lui in questi momenti. Adorante (6) ha poche possibilità di mettersi in mostra nei circa 25’ finali, facendosi prendere il tempo da Saracco nella chance avuta al 10’ di recupero. Infine, Simonetti (sv) gioca pochissimo per potere essere considerato nelle valutazioni.
La classifica rimane fluida, in attesa del primo recupero da parte del Taranto, in programma mercoledì prossimo, dal cui risultato dipenderà l’importanza della sfida tra giallorossi e rossoblù pugliesi di domenica 10 aprile al “Franco Scoglio”.
Dopo avere visto la risposta di Andria all’appello di società e calciatori per la partita di ieri, sarebbe bello che, almeno una volta, anche a Messina si mettano da parte pregiudizi, vecchie ruggini, pessime abitudini e presunti titoli nobiliari, si acquisti il biglietto e ci si faccia vedere allo stadio domenica prossima contro il Taranto, la prima finale che potrebbe valere la salvezza diretta, requisito essenziale per dare un futuro al calcio messinese. Speranza vana, molto probabilmente, ma ci piacerebbe, per una volta, essere smentiti dai fatti e non dalle chiacchiere.

Sezione: Il focus / Data: Lun 04 aprile 2022 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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