Una sconfitta non può compromettere l’ottimo percorso del Messina targato Raciti (con il concorso del vice Cinelli), da quando il tecnico catanese ha preso il posto di Eziolino Capuano proprio all’ultima giornata del girone di andata, anche perché si tratta solo della terza in 12 gare, seppure la prima in casa, giunta dopo 15 punti conquistati nei 7 turni disputati in febbraio.
Però, suonano alcuni campanelli di allarme che sarebbe suicida non evidenziare proprio nella fase cruciale della stagione, a partire dall’atteggiamento complessivo di una squadra tornata, si spera solo per un episodio, ad essere distratta e senza la tensione indispensabile per fare punti in questo campionato contro tutti gli avversari. In questo, la sconfitta è simile a quella arrivata a Monterosi, non per la differenza delle forze viste in campo (i laziali meritarono i tre punti, ieri le Vespe hanno giocato solo sul cinismo) ma proprio per non essere stati capaci di interpretare nel modo giusto l’importanza del risultato proprio in questo momento, in cui era indispensabile dare continuità a quanto fatto nell’ultimo scorcio stagionale. Invece, si sono riviste distrazioni individuali, giocate presuntuose, poca reattività sulle seconde palle, incapacità di cambiare l’andamento ultra lento di un match incartato e portato a casa da Novellino e la sua banda di vecchie volpi della serie C.
Mister Raciti (voto 5) non indovina la preparazione alla partita dal punto di vista mentale, forse anche per l’incertezza fino all’ultimo su chi sarebbe potuto essere disponibile dopo tamponi Covid e idoneità medica all’impegno agonistico, e, forse, ha pensato di gestire l’andamento della gara senza disdegnare l’ipotesi del pareggio. Eventualità che sarebbe stata in sé apprezzabile, ma questa volta lo schieramento iniziale non si è dimostrato adatto alla bisogna, perché gli esterni di attacco erano isolati senza sostegno né a centrocampo, né dalle loro spalle, considerando i due laterali di difesa bloccati e, quindi, la Juve Stabia ha avuto gioco facile ad intasare gli spazi, impedendo di creare superiorità sulle fasce negli uno contro uno. Senza sbocchi avanzati, occorreva forse affidarsi a qualche palla da fermo oppure, specie nel secondo tempo, al tiro dalla distanza con il vento a favore, opzioni mai esplorate o sfruttate malissimo, anche perché la pressione sui difensori gialloblu era basata solo su lanci lunghi frontali o tentativi di innescare qualche inserimento sempre con palloni poco controllabili. La conseguenza è stata vedere un Messina più propositivo e vivo solo nei primi 15’ della ripresa, immediatamente dopo la sostituzione di tutto il reparto di attacco, soluzione che ha leggermente sorpreso la Juve Stabia, fin quando non sono state prese le misure e si è ritornati al ritmo preferito dagli ospiti.
La prestazione incolore influisce sulle valutazioni dei singoli, così come è abbastanza ovvio, ad eccezione di Lewandoski (6,5) da premiare per la parata a metà primo tempo che almeno evita di beccare due gol su corner con avversari soli e liberi di colpire nella stessa partita.
La difesa doveva assorbire due cambiamenti dovuti all’assenza di Carillo, con l’ingresso di Angileri (5,5) da terzino e lo spostamento a centrale di Trasciani (6). Il primo è impreciso e soffre un po’ Stoppa nel finale di gara, l’ex romanista si disimpegna abbastanza bene nel suo tipico ruolo, limitando un cliente scomodo come Eusepi. Celic (6) gioca una gara senza acuti o errori, mentre su Morelli (5) incombe l’ingenuità commessa con la reazione che porta al cartellino rosso quando mancavano 10’ al novantesimo e occorreva tentarle tutte per raggiungere almeno il pari.
Il centrocampo, invece, perde il confronto con il reparto avversario, perché molto raramente riesce a dare sostanza alla manovra, senza nessuno in grado di cambiare questa inerzia. Molto male Damian (5), tornato incerto, lento, alla ricerca di cambi di gioco impossibili e spesso esitante nel fare la cosa più semplice finendo per perdere alcuni sanguinosi palloni non sfruttati dagli stabiesi. Fofana (5) va a scartamento ridotto, si incarta anche lui in qualche giocata fuori misura, finendo per innervosirsi, ma se manca lui ne risente pesantemente tutta la squadra, vista l’importanza fondamentale del suo apporto.  Marginean (5) prova a liberare l’area sul gol e invece spinge il pallone in porta, ma al di là dell’episodio, fa pochissimi cambi di ritmo e, sulla sola azione in percussione nella ripresa, arriva in area e tocca così debolmente al centro da sembrare in debito di ossigeno. Al 75’ lo sostituisce Balde (5), che dovrebbe fare la seconda punta, ma si perde nel grigiore generale.
Raciti mette in campo sei attaccanti più o meno di ruolo, ma nessuno di loro riesce a fare un tiro in porta e basterebbe questo per chiudere la questione sulle valutazioni. Statella (5) non incide mai ed è troppo timido allo scadere in una mischia nell’area avversaria da concludere con cattiveria e non appoggiando un pallone molle al centro, così come Catania (5) praticamente non pervenuto se non per qualche tentativo di dribbling sterile e Busatto (5,5) che almeno cerca di darsi da fare, forse per farsi perdonare il liscio sul corner decisivo. Al loro posto, dagli spogliatoi dopo l’intervallo spuntano Russo (5,5) che parte a cento all’ora e poi si perde in una serie di dribbling o giocate estemporanee sballate, Adorante (5,5) capace solo di uno spunto in piena area, chiuso con fortuna da Troest, e Goncalves (5), prestazione indecifrabile per lui, con solo un paio di cross e poi tre palloni sanguinosi persi quando si sposta a terzino, teoricamente suo ruolo naturale, ma ormai sembrava tutto troppo difficile. Presenza anche per Simonetti (sv), meno di 10’ senza nulla da annotare.
Potrebbe restare l’impressione di una gara che sarebbe dovuta finire con un piatto 0-0, ma in realtà i tre punti sono andati all’unica squadra che ha cercato una strategia funzionale a portare a casa il massimo possibile. Peccato per il bonus sprecato, tra l’altro alla vigilia di un trittico di impegni molto complicati, con Campobasso e Avellino in trasferta, intervallati dal turno di mercoledì 15 marzo contro la corazzata Catanzaro al “Franco Scoglio”. Ma questa squadra non può permettersi mai di rifiatare o sottovalutare nessuno, solo imparando questa lezione anche le sconfitte come quella di ieri serviranno a qualcosa.

Sezione: Il focus / Data: Dom 06 marzo 2022 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
vedi letture
Print