In una settimana il Messina passa dai segnali di allarme sul campo di Viterbo contro il Monterosi alla rinata speranza di potere chiudere la pratica salvezza senza la lotteria dei playout. In mezzo, due gare diverse per andamento e atteggiamento, concluse entrambe con la vittoria e, se non fosse stato per un autogol sfortunato, anche senza subire reti, ma soprattutto sei punti in più che fanno vedere la classifica con uno sguardo diverso, pur considerando il fatto di essere ancora a dieci turni dal termine della stagione regolare. L’obiettivo, non dichiarato da nessuno in casa giallorossa, è di arrivare a quota 40-42, e, se consideriamo la media punti nei 10 match dell’ “era Raciti” (1,60 a partita), si potrebbe anche puntare a qualcosa in più, ma l’imponderabilità del gioco del calcio, unita alla “imprevedibilità” (per usare un eufemismo) degli ultimi mesi in un campionato come la serie C italiana, impongono prudenza e massima attenzione.
La prova di ieri pomeriggio contro il Monopoli, fornita dagli uomini guidati in panchina da mister Raciti e dal suo staff tecnico (voto collettivo 7) merita una attenzione particolare proprio perché si è visto, per la prima volta in modo abbastanza chiaro, lo spirito di squadra tanto ricercato e mai consolidato da agosto scorso. Il meteo che una volta si sarebbe definito “da tregenda”, con raffiche di vento e pioggia gelida a sferzare il terreno di gioco e gli spalti, unito alle numerose assenze (dieci) nella rosa del Messina costituivano un mix potenziale di alibi che avrebbe potuto ingolosire calciatori meno strutturati dal punto di vista caratteriale. Invece, i quindici elementi chiamati in causa per questo impegno, per il quale alla vigilia qualcuno quasi auspicava un pareggio per “muovere la classifica”, hanno risposto presente, lottando davvero su ogni pallone e dimostrando attenzione e determinazione così grandi da essere citati come esempio, a fine gara, anche dal tecnico ospite Colombo. Il mister, nelle interviste da remoto dopo la partita, ha sottolineato che questo gruppo, in passato, è stato oggetto di critiche eccessive, evidenziando più le lacune di alcuni che non l’impegno collettivo di tutti coloro i quali lavorano, in campo e fuori, al raggiungimento dell’obiettivo. Considerazione rispettabile in senso generale, ma anche perché viene da un uomo di campo che si è assunto le proprie responsabilità, insieme ai collaboratori, spiegando il senso delle scelte fatte e questo, in un mondo poco coerente come quello del calcio, rappresenta un merito indubbio. La prestazione del Messina di ieri deve essere analizzata in senso collettivo, perché l’atteggiamento di disponibilità massima e concentrazione più volte evocato dal tecnico nelle sue numerose interviste è diventato una realtà per quasi tutta la gara, ad eccezione dell’episodio del 2-1, in cui possono incappare anche calciatori molto più importanti, che, però, alla fine, è stato ammortizzato, appunto, dalla squadra.
Molte volte lo abbiamo “rimproverato”, ma ieri uno dei migliori in campo è stato Filippo Damian (7) perché si è calato perfettamente nell’atmosfera di battaglia imposta dal momento e dall’ambiente atmosferico, recuperando alcuni suoi errori in palleggio, provando anche ad aiutare in fase di costruzione, oltre a tentare il gol con un bel tiro da fermo. Damian, se riesce a tirare fuori il carattere incanalandolo nella prestazione, potrà essere una delle più importanti armi a disposizione del Messina per raggiungere l’obiettivo finale.
Un altro mito da ridimensionare è quello della disposizione tattica, che deve essere un filo conduttore in qualunque squadra, dando certezze e un ancoraggio anche psicologico a ogni elemento in campo durante i momenti di difficoltà, oppure una motivazione per superarsi quando le cose vanno meglio. Non importa, quindi, in situazioni come quelle che si sono vissute quest’anno a Messina, imporre movimenti o moduli ai calciatori, ma è fondamentale convincerli che un assetto definito possa esaltare le caratteristiche del collettivo, anche quando il proprio ruolo non è esattamente quello congeniale.
Per questo, ad esempio, nella partita di ieri, Morelli (6,5), al rientro dopo 107 giorni di assenza, disputa 94’ di grande presenza anche fisica in un terreno pesantissimo giocando da terzino sinistro in una difesa a 4, così come Angileri (6,5) riscatta il primo tempo un po’ incerto di Palermo, in cui aveva iniziato addirittura da quinto di destra, giostrando in modo impeccabile da terzino nella fascia opposta a quella di Morelli.
Si tratta, comunque, di adattare difensori a compiti diversi ma sempre nel reparto arretrato, e non di esperimenti con calciatori snaturati anche come posizione sul terreno di gioco (attaccanti trasformati in mediani, oppure centrocampisti costretti a fare i difensori centrali). In una squadra più compatta, emergono anche le qualità fin qui vista solo a sprazzi di capitan Carillo (6,5) che avrebbe meritato il titolo di MVP se non fosse stato per la decisione avventata di un alleggerimento verso il proprio portiere che aveva rimesso in vita un Monopoli ormai messo a cuccia dal raddoppio. Molto bene Trasciani (6,5) riportato nella sua posizione naturale, un ragazzo che a Messina sembra abbia conquistato la continuità di impiego indispensabile per ritrovare il filo di una carriera iniziata nella Primavera della Roma con grandi prospettiva e interrotta da un infortunio. Completa il reparto arretrato Lewandoski (5,5), coinvolto, suo malgrado, nell’episodio che porta all’autogol di Carillo, in cui resta vittima dell’incertezza, con il pallone a disposizione, se intervenire comunque con le mani o provare un improbabile controllo.
Quando una squadra riesce a girare bene adattandosi alle situazioni il merito è soprattutto di chi sta a centrocampo e la partita di ieri non fa eccezioni, perché, oltre al già citato Damian, anche Fofana (6,5) e Marginean (6,5) fanno il loro in modo egregio, visto che l’ivoriano si conferma a livelli importanti sul piano della corsa, sagacia tattica e anche freddezza, il rumeno quasi si mimetizza in una gara di grande sacrificio, impreziosendola con l’assist in occasione del vantaggio, uno stop di petto e appoggio di piatto con la calma dei calciatori di altro livello. Venti minuti di grande sostanza li fornisce anche Konate (6), inserito in un momento fondamentale della partita a metterci fisico e grinta nel fango del “S.Filippo”.
Bene il reparto avanzato, in cui spicca, per il gol e la dedizione tattica, Statella (7) determinante anche quando le gambe rispondevano meno sollecitamente nei minuti finali. Busatto (6,5) non demerita affatto in un ambito nel quale il fisico e la voglia di imporsi lo fanno battagliare con difensori di buon livello, per poi lasciare spazio a Adorante (6,5) che uccide il match sfruttando cinicamente l’errore della difesa ospite. Goncalves (6,5) tiene il campo con ordine nel primo tempo e, nella ripresa, prova a dare qualche accelerazione non sfruttata adeguatamente dai compagni. Utile l’apporto anche di Fantoni e Rondinella nel finale, due ragazzi che dovranno ritagliarsi minuti di spessore in questo finale di stagione.
Ultima nota da evidenziare, gli abbracci tra tutti i componenti dello “staff Messina” al termine della gara, maggiormente significativi perché sottolineano lo spirito di gruppo di tutti coloro i quali sono coinvolti nell’impresa, ad esclusione del presidente, già multato a Palermo per eccesso di entusiasmo dal giudice sportivo.

Quindi, dal direttore sportivo al tecnico Raciti, a mister Cinelli, passando per Giovanni Cirino, lo staff medico, i preparatori atletici, quello dei portieri, magazzinieri, consulenti più o meno esterni e addetti stampa o marketing, una squadra che cerca di creare le condizioni migliori affinchè chi vesta la maglia biancoscudata o giallorossa possa portare a casa quei punti che mancano per festeggiare insieme la salvezza. Magari insieme a qualche tifoso in più, oltre quelli eroici disposti a prendere acqua freddo e vento in un pomeriggio di martedì per sostenere il Messina. Ma siamo sicuri che sarà così, già a partire da sabato prossimo a Vibo, in un match che non si deve sbagliare.

Sezione: Il focus / Data: Mer 23 febbraio 2022 alle 14:05
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
vedi letture
Print