Undici partite alla fine del campionato con due obiettivi:  scavare un solco di almeno 9 punti tra sé e la penultima, oppure ridurre il gap dal quartetto attualmente a quota 33 (Catania, Campobasso, Juve Stabia e Monterosi, le prime due ancora da affrontare in trasferta, la terza in casa), distante sei lunghezze. Un rebus che, comunque, non cambia la prospettiva di aggiungere almeno altri 14 punti ai 26 già in dotazione per non avere rimpianti a fine stagione.
Il risultato ottenuto contro un Potenza molto sicuro prima di subire il gol e sterile nel resto del match, malgrado la presenza di un fuori categoria come Cuppone tra le sue fila, non deve ingannare, perché la strada è ancora molto lunga e, anche ieri sera, si è temuto seriamente di ricadere nelle solite “masturbazioni mentali” da parte di staff tecnico e calciatori.
Partiamo dal duo Raciti-Cinelli (voto indefinito intorno alla sufficienza) che deve combattere con l’incognita dell’ultima ora legata al Covid, e, dopo una serie interminabile di tamponi anche in prossimità dell’inizio della partita, si decide a mettere in campo una sorta di 4-4-2 “elastico”, in cui vi sono almeno quattro elementi (Trasciani, Fazzi, Marginean, Goncalves) in ruoli non proprio a loro congeniali, anche se più volte sono stati impiegati in quelle posizioni dai diversi allenatori susseguitisi in stagione.
Il gol del vantaggio cambia l’inerzia della gara e, da quel momento, prevale la voglia di vincere e l’attenzione oltre all’agonismo messi sul campo dagli uomini in maglia giallorossa, al di là del momento contingente. La doppia sostituzione delle punte al minuto 63’ inserendo Damian e Balde, tra i peggiori a Viterbo qualche giorno fa, e quella di Marginean con Simonetti a 20’ dalla fine, recupero incluso, sono azzardi ripagati dal risultato finale, ma che altre volte sono costati punti pesanti. Poco male, visto che, ieri sera, chi è subentrato dalla panchina ha dato un ottimo contributo, e allora prendiamolo come un segnale positivo, ma solo se sarà accompagnato, nel prossimo futuro, da un maggiore equilibro nelle scelte tattiche e degli uomini.
Incassati questi tre punti, senza troppi sofismi, dopo avere “bastonato” i singoli per la prestazione senza mordente di Viterbo, occorre sottolineare la capacità di sofferenza di tutti gli elementi chiamati in causa ieri, tra i quali spiccano Fofana (7,5) e Lewandoski (7).
Il primo gioca tutta la gara con intelligenza nelle due fasi, con la ciliegi(o)na sulla torta del gol nel recupero che chiude la contesa, lasciando libero sfogo ad una esultanza condivisa con tutti i compagni e i circa mille presenti, sempre assidui nell’incoraggiamento. Certo, l’ivoriano quando vede le maglie del Potenza scopre una inedita vena da realizzatore, visto il gol segnato anche all’andata, ma si spera possa risultare decisivo con le sue doti da incursore anche nel rush finale.
Il portiere chiude una delle sue pochissime (4) gare stagionali senza subire gol ( le altre erano state contro Francavilla, Vibonese e Taranto) mettendoci del suo sulla conclusione di Burzio al 69’ e soprattutto nella uscita con i piedi su Cuppone a un paio di minuti dal 90’, dando così una risposta positiva alla prospettiva concreta di un impiego dal primo minuto di Caruso.
Bene il quartetto difensivo, ancora una volta impiegato per tutta la gara senza sostituzioni, con i due centrali Celic e Carillo che meritano mezzo punto in più della sufficienza riservata a Trasciani e Fazzi, sacrificati in ruoli non propri. Alla fine, riescono a limitare lo “spauracchio” Cuppone, molto più incisivo nel primo tempo, forse anche per una condizione fisica non perfetta, visto che non era stato incluso nella formazione iniziale consegnata in un primo momento ai cronisti.
Marginean (6) non è nella migliore forma e si “nasconde” nei compiti prettamente difensivi assegnatigli da Raciti inizialmente, poi tenta qualche sortita nella ripresa, con i maggiori spazi concessi dai lucani, uscendo stremato all’83’ sostituito da un ottimo Konate (6), subito tonico e artefice del recupero palla da cui nasce l’azione del raddoppio.
Meno incisivi di quanto ci si aspettava, Statella e Goncalves, teoricamente offensivi, prendono un 6 politico a premiare l’impegno, anche se l’offside millimetrico rilevato ad inizio gara ha penalizzato una combinazione tra i due che avrebbe potuto portare al gol.
Piovaccari (6,5) dimostra in pochi secondi il motivo per cui è venuto a Messina, risolvendo il problema del gol con una giocata semplice quanto efficace impreziosita dalla bordata che mette a dura prova l’integrità delle reti del “Franco Scoglio” sostituite prima della gara col Foggia. Adorante (6) non è brillante ma dà il proprio contributo senza tirarsi mai indietro fin quando la panchina decide di sostituirlo insieme al suo compagno di reparto al minuto 63, proprio quando il match entrava nella sua fase decisiva.
Al di là dello sconcerto generale dopo questo doppio cambio, i sostituti finalmente non demeritano ed è una notizia, soprattutto perché proprio il carattere aveva difettato in Damian e Balde che, nei 32’ concessi loro da Raciti, si sbattono nei contrasti, provano anche a pungere, con l’ex Ternana che distribuisce palloni interessanti nei momenti di difficoltà e lo spagnolo umile nel rinunciare a inutili giocate singole per buttarsi a peso morto sugli avversari nel pressing, riuscendo anche a confezionare l’assist per il gol del raddoppio. Un bel 6 e mezzo di incoraggiamento a entrambi, così come a Simonetti, altro reduce da fantomatiche prove, intendendo proprio da fantasma, che, invece, si cala nell’atmosfera da lotta degli ultimi minuti portando fieno alla causa del risultato finale.
Senza voto, invece, Camilleri che gioca gli stessi minuti di Konate, ma rispetto a Viterbo, per fortuna, si fa notare poco immerso, nella linea Maginot approntata per gli ultimi dieci minuti dagli strateghi giallorossi.
“Tutto è bene ciò che finisce bene”, si diceva una volta, ed è il caso di ripeterlo anche per Messina-Potenza, ma la via della salvezza è ancora lunga e non potrà essere lastricata da buone intenzioni, a partire dalle due gare da affrontare fino a sabato prossimo, contro Monopoli e Vibonese, in cui non bisognerà staccare la spina nemmeno per un secondo, senza alibi né scuse. Per nessuno.

Sezione: Il focus / Data: Dom 20 febbraio 2022 alle 13:08
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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