Una stagione compressa tra agosto ed aprile, nata subito dopo il ritorno tra i professionisti con la rivoluzione tecnica e dirigenziale decisa in conseguenza della rottura con il socio esterno alla famiglia e soprattutto perché non si voleva lasciare la propria “creatura” in mani che si ritenevano poco sicure, quasi subito complicata dalla scelta di chi doveva costruire la struttura organizzativa sulla quale fondare il futuro e, dopo un paio di mesi, era un separato in casa, tre/quattro allenatori alle dipendenze, la forza caratteriale di non lasciarsi andare allo sconforto e mantenere la struttura della rosa, integrandola con elementi di esperienza e spessore, fino alla salvezza diretta ottenuta con una marcia da playoff nel girone di ritorno, ma sempre restando all’interno di quegli ultimi 5 posti, con il rischio di dovere vivere la lotteria del doppio spareggio per evitare il ritorno in serie D e la gioia di potere festeggiare davanti alla propria gente il pericolo scampato.
Il campionato di serie C 2021-2022 del Messina, riassunto in poche righe, non può prescindere dalla figura del Presidente Pietro Sciotto, dai suoi sfoghi senza freni con familiari, amici, dirigenti, nei quali si riverbera l’eterno conflitto tra la parte passionale, orgogliosa, sanguigna di tifoso e proprietario della squadra del cuore e quella di imprenditore all’interno dell’azienda di famiglia, uomo che si è fatto da sé grazie allo sforzo comune di fratelli, figli, genitori, compagne di vita e, nello sport, vede un ambito nel quale potere sublimare la propria esistenza, passando, però, attraverso un percorso fatto di tante sofferenze, conflitti e guerre interiori per arrivare a qualche gioia goduta poco e condivisa ancora meno.
Il “patron”, rimasto a casa per il Covid proprio il giorno in cui avrebbe voluto portare il padre Salvatore allo stadio, tra non molto renderà noti i suoi programmi sul futuro del Messina da lui costituito ad agosto 2017 e mantenuto in serie C, ma crediamo sia giunta l’ora che l’intera città, nelle sue componenti (tifosi, stampa, imprenditori, politici, amministratori locali) tenda una mano alla squadra di calcio, sentendola come un proprio patrimonio e non come espressione del presidente di turno.
Una presa di coscienza ormai matura, dopo anni di indifferenza o addirittura ostilità nei confronti dell’una volta amato “pallone”, ma non scontata, nella patria del “fora du me bisolu mancu pi me soru” o del “ma cu ti potta?

Un bilancio della stagione 2021-2022, deve partire proprio da Sciotto, per poi passare alle due conduzioni dirigenziali scelte dal Presidente, innanzitutto quella con Pietro Lo Monaco consulente esterno”, Christian Argurio ds e tutte le figure della struttura organizzative di emanazione del “Direttore”, dal segretario ai responsabili di marketing, sicurezza, comunicazione, rapporti con istituzioni e tifosi.
Il risultato in campo, responsabilità diretta delle figure apicali (Lo Monaco e Argurio) che hanno scelto tecnici e calciatori fino a gennaio 2022 inoltrato, è stato un ultimo posto alla fine del girone di andata, fuori dal terreno di gioco, invece, un clima da guerriglia quotidiana con la contestazione aperta di una parte della piazza alla proprietà, prospettive di abbandoni di massa, mitici salvatori all’orizzonte già visti all’opera in varie piazze di fronte a situazioni prefallimentari, ma soprattutto la rottura con la proprietà che, già a novembre, si guardava intorno alla ricerca di alternative, manifestando, contemporaneamente, il proprio disappunto per gli esborsi non accompagnati dalle entrate promesse.
L’avvento di Lello Manfredi e Marcello Pitino, la conferma in panchina di Ezio Raciti in coppia con Daniele Cinelli,  la rimodulazione del settore marketing e comunicazione, insieme alla tenacia del Presidente hanno smussato eventuali problemi di coabitazione con gli uomini che erano rimasti in organico dirigenziale e amministrativo dopo la burrascosa separazione con Lo Monaco, consentendo di creare un clima sereno e l’unità di intenti, componenti indispensabili per centrare quello che, non dimentichiamolo, era l’obiettivo minimo stagionale, considerando il budget e l’impegno finanziario messo in gioco esclusivamente dal professore Sciotto Pietro di Gualtieri Sicaminò e dalla sua attività imprenditoriale, a dispetto di quanto fosse stato programmato, da altri, in estate.
Invece, la realtà parla di apporti trascurabili dagli sponsor, dal botteghino e di contributi molto limitati dalle istituzioni calcistiche (FIGC e Legapro), visto il ricorso solo episodico al “minutaggio” (leggi utilizzo in ogni singola partita per almeno 360’ complessivi di elementi nati dal 1999 in poi) strumento di sostentamento ritenuto poco consono al blasone della piazza messinese nei discorsi fatti ad inizio stagione dai dirigenti responsabili, salvo poi scoprire che almeno l’ 80% delle società all’interno della griglia playoff vi hanno fatto ricorso in modo massiccio.
Definiamoli errori di gioventù nella nuova realtà professionistica, per carità di patria e nello spirito di positività che deve permeare questo periodo di passaggio tra vecchia e nuova annata agonistica, ma adesso, sciolte le riserve della proprietà e fissato l’obiettivo sul prossimo futuro, non si può continuare a considerare il settore giovanile un peso imposto dalle normative federali, oppure l’utilizzo di un impianto adeguato per il lavoro di allenamento settimanale o per gli impegni di campionato non solo della prima squadra oltre che la fornitura di materiale idoneo a tutti i componenti lo staff ed ai calciatori, dei lussi sui quali lesinare risorse.
Non bisogna dare alibi a nessuno, o conferire aureole di martiri a persone chiamate a svolgere un compito professionale, prendendosi le proprie responsabilità senza cercare facili capri espiatori.
Il tempo a disposizione c’è per pensare non solo a questo, ma anche a preparare ritiro e preparazione senza fretta, basandosi sulle risorse a disposizione, in un clima sereno e di collaborazione.
E’ il momento di crescere, per tutti e, dopo 5 anni, non ci sono scuse né di inesperienza per il Presidente Sciotto, che deve fare tesoro dei propri errori, né di irresponsabilità per qualunque dg, ds, allenatore o calciatore, o di disimpegno per chi potrebbe partecipare alle vicende del Messina come sostenitore, sponsor, tifoso pagante. E' ora che il Messina torni ad essere, finalmente e davvero, di tutti.

Sezione: Il focus / Data: Dom 24 aprile 2022 alle 09:00
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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