Il viaggio infrasettimanale nel Lazio fa ritornare il Messina alla dura realtà della squadra che dovrà sperare di soffrire fino all’ultimo secondo dell’ultima partita prima di raggiungere la salvezza. Il richiamo al mantra ripetuto da mister Novelli la stagione scorsa è puramente voluto, poiché l’assenza di una guida affidabile e sicura in panchina sarà tra le cause primarie da elencare per spiegare una stagione così tribolata. Ma ci sarà tempo e modo per farlo, visto che, in questo momento, occorre andare a combattere partita per partita, mettendo da parte alibi soprattutto per chi va in campo con la biancoscudata addosso.
La coppia di tecnici Raciti-Cinelli (voto 4) sbaglia clamorosamente la preparazione a questa sfida che doveva rappresentare una occasione unica per fare rientrare in zona playout anche una squadra atipica come il Monterosi Tuscia, capace di dettare legge tra le cosiddette “mura amiche” senza avere un pubblico di tifosi al seguito e giocando sempre in campo neutro. Se poi consideriamo che i biancorossi hanno acquisito ben sei punti della loro dotazione contro il Messina, unica avversaria con cui hanno vinto in trasferta, ecco che si capisce quanto sarebbe stata diversa la condizione dei biancoscudati a ruoli invertiti, come sarebbe stato normale pensare esaminando, a bocce ferme, i due organici.
Guardando i 180’ delle due gare di andata e ritorno, invece, si capisce quanto possa incidere la tranquillità e la consapevolezza dei propri mezzi in uno sport come il calcio, poiché il Monterosi, che schiera dall'inizio ben 4 under, ricorrendo al tanto vituperato, dalle nostre parti, "minutaggio" è stato capace di capitalizzare gli errori clamorosi del Messina apparso nervoso, impacciato, senza nerbo in entrambe le occasioni seppure con interpreti diversi, in campo e in panchina, ad eccezione del responsabile “tattico” Cinelli, unico elemento di continuità della stagione all’interno del cosiddetto staff tecnico. Fare il turnover in una gara determinante e sperimentare il 4-3-3 giusto a Monterosi, cambiando 3 elementi senza averne l’obbligo è un azzardo che vedremo se avrà riscontri positivi nei prossimi impegni, tutti cruciali e la gran parte al “Franco Scoglio”, dove fare calcoli potrebbe portare tanti dolori.
Esaminato l’aspetto tecnico e di gestione del gruppo, però, la maggiore responsabilità di questo risultato e della prestazione disarmante è dei calciatori incapaci di interpretare questa gara nel modo giusto, al di là delle situazioni contingenti, perché se è vero che il gol subito dopo 10’ incide sull’inerzia della partita, bisogna anche riconoscere che, nei primi 15’, il Monterosi avrebbe potuto essere tranquillamente con tre reti di vantaggio, senza fare nulla di trascendentale.
Gli unici a sfiorare la sufficienza sono Celic (5,5), colpevole di leggerezza sul gol che sblocca la gara, ma comunque capace di limitare i danni nel prosieguo, e Marginean (5,5) che però entra a risultato già acquisito, malgrado disputi oltre mezz’ora. Fuori contesto, in senso positivo, il solo Fofana (6) che, però, sembra non avere, per lo staff tecnico, abbastanza birra in corpo per superare il 60’, così come sabato scorso contro il Foggia.
Il resto della truppa galleggia tra la mediocrità e l’insipienza, partendo dal portiere Lewandoski (5), uccellato sul palo di sua competenza da Ekuban, incolpevole sulla doppietta di Costantino, passando per Trasciani (5) esausto dopo la quarta partita intera di fila in 13 giorni dal suo arrivo in biancoscudato, Camilleri (4,5) protagonista di una posa plastica sull’1-0 e dell’innesco sulla ripartenza che porta il Monterosi al raddoppio con tre tocchi di prima, e Fazzi (5) tornato macchinoso e sterile nel ruolo di esterno mancino.
A centrocampo, oltre Fofana, arrivano le note tristissime dello spartito biancoscudato, con un Rizzo (5) in palese debito di ossigeno già in avvio di ripresa, e Damian (4) indisponente per la lentezza di ogni sua giocata, la presupponenza dell’atteggiamento e la pervicacia con cui ricerca l’ammonizione essendo in diffida, e poi mira al cartellino rosso. E’ lui la più grossa delusione di questo campionato, con l’aggravante di avere la pretesa di essere un leader tecnico, e solo grandi prestazioni nei prossimi eventuali impieghi potranno togliergli questa etichetta infamante per la sua carriera.
Le tre frecce avanzate messe in campo dall’inizio deludono le aspettative, visto che, comunque, dovrebbero giovarsi del fatto di essere impiegati nel proprio ruolo, ma costruiscono pochissimi pericoli per il portiere avversario. Russo (5) subisce una involuzione evidente, intestardendosi nel voler calciare punizioni potenzialmente pericolose con risultati esilaranti, Piovaccari (5) sembra un culturista in un negozio di cristalleria, ma si scontra con tre difensori di grande livello fisico e tecnico come Mbende, Borri e Rocchi, che ne limitano gli slanci, Balde (4) non indovina nemmeno una giocata, vaga per il campo a ritmi da dopolavoro ferroviario, riproponendo la stessa verve dimostrata nelle sue ultime apparizioni prima di restare per tre partite in panchina.
Stendiamo un velo pietoso sulla apparizione di Simonetti (sv) e sull’apporto alla causa di Statella (5), il cui peso sulla partita sta tutto nel passaggio al portiere camuffato da tiro tentato poco prima del 3-0.
Stavolta, Raciti fa solo tre cambi, ma quello che preoccupa maggiormente è il senso di scollamento percepito chiaramente tra i calciatori, con troppo nervosismo rivolto più verso il compagno che non incanalato nel superare l’avversario. Un segnale da porre sotto attenzione massima da parte dei responsabili tecnici e dei dirigenti che vanno in panchina, perché creare spaccature in questo momento cruciale sarebbe mortale.
Infine, un accenno anche a qualche screzio captato dai microfoni di Sky e Elevensport nei minuti finali tra il Presidente Sciotto e i tifosi presenti a Viterbo. Seppellire l’ascia di guerra subito, per evitare di ricadere nei soliti errori di autolesionismo cui abbiamo più volte assistito negli ultimi 15 anni. I conti si devono fare alla fine, sempre.

Sezione: Il focus / Data: Mer 16 febbraio 2022 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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