La vittoria di Nibali ad Andorra è il marchio dello squalo, l’acuto di chi ha abituato bene la folla ed a far stropicciare gli occhi alla gente ci ha preso tremendamente gusto. In una Vuelta dalle scalate infinite e dalla concorrenza spietata, l’atleta messinese si tiene stretta la sua poltrona nell’Olimpo del ciclismo mondiale, firmando con inchiostro indelebile la prima vera tappa di montagna. Lungo un tracciato che sembra disegnato apposta per lui, il corridore della Bahrein Merida non tradisce le attese e si esibisce in un numero d’alta scuola, dando sfoggio delle sue caratteristiche migliori.

Esteban Chaves e Chris Froome, non appena i tornanti si impennano vertiginosamente, fanno ritmo e differenza: Aru e Bardet patiscono leggermente e pure Vincenzo non appare in grado di tenere le ruote.

Dal Gpm al traguardo comincia, tuttavia, un'altra corsa. Otto chilometri di picchiata, una manciata d’asfalto per piombare nel Principato. La discesa è terreno fertile, l’ideale per timbrare l’impresa. Il resto sono applausi e passerella, giusto premio per un campione dal volto umile e il morso spietato.

In rosso, adesso, c’è Froome in una giornata, quella odierna, che non dovrebbe riservare particolari sorprese. L’appuntamento è rinviato a mercoledì, quando, in quota, a Ermita de Santa Lucía, si misureranno sogni e ambizioni.

Sezione: Altri Sport / Data: Mar 22 agosto 2017 alle 12:09
Autore: Giovanni Sofia
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