I play-out si confermano un tabù insormontabile per il Città di Messina che, a distanza di un anno, viene condannato ancora alla retrocessione dopo lo spareggio tra le mura amiche. In serie D, fu il Due Torri a violare il “Celeste”, mentre ieri il Città di Rosolini si è imposto di misura (0-1) al “Garden Sport” di Mili Marina, conquistando la salvezza nel girone B di Eccellenza. Per i giallorossi sarà, quindi, Promozione, ma la squadra peloritana deve recitare il “mea culpa” per un approccio sbagliato in un match troppo importante e che giocava con i favori del pronostico. Il vantaggio di avere due risultati su tre a disposizione si è, invece, rivelato deleterio, condizionando la gara e la testa dei giocatori. Responsabilità? “Le colpe sono esclusivamente le mie”, ha dichiarato il tecnico Luigi D’Alessandro, deluso e amareggiato dal risultato e dalla prestazione dei suoi, che hanno sentito troppo il peso di una partita decisiva e sono scesi in campo troppo nervosi. Poi, l’espulsione ingenua di capitan D’Arrigo ha compromesso anche il finale, dando coraggio ai siracusani: “Abbiamo sentito troppo la tensione, non siamo riusciti a fare niente e io non sono riuscito a caricare nel modo giusto questa partita”.

Ma, al di là del rosso diretto che ha lasciato i peloritani in dieci nell’ultima mezzora, sono mancati gli uomini chiave dello scacchiere giallorosso e la squadra non è mai riuscita a impensierire seriamente la retroguardia ospite. Sotto di una rete, mister D’Alessandro ha provato a cambiare il riferimento offensivo, mandando in campo Ghartey per Matera, cioè togliendo una punta quando sarebbe servito rinforzare l’attacco per provare l’assalto finale: “Non era un cambio per levare una punta – ha spiegato - ma un uomo che non è riuscito a dare il suo solito contributo contro i due centrali del Rosolini, che non gli hanno permesso di giocare palla. Davanti abbiamo fatto fatica, ma sono deluso perché gli uomini che dovevano guidare questo gruppo di ragazzi hanno avuto troppe difficoltà”.

Un risultato che lascia ancora più rammarico alla luce dell’ottimo girone di ritorno, con il Città di Messina che ha sfiorato anche la salvezza diretta. Una serie positiva che, probabilmente, ha creato attese che si sono rivelate vane: “Non ci ha illuso, ma avevamo la consapevolezza di poterci salvare. Il Rosolini ha giocato meglio, ma ha avuto un’occasione. Il risultato è che il Modica si è salvato contro il Vittoria e noi che abbiamo fatto sul campo 7 punti in più del Rosolini retrocediamo. Forse in questi campionati dilettantistici – ha commentato un amareggiato D’Alessandro – c’è qualcosa che non va. È semplice fare il campionato di Modica o Vittoria, prendendo gente a 20-30 mila euro e fare punti all’inizio, mentre noi che abbiamo fatto le cose per bene, adesso, parliamo di una delusione così grande”.

La fortuna, infatti, non ha aiutato i giallorossi, che allo spareggio si sono ritrovati ad affrontare la squadra più in forma ed esperta, mentre Modica e Vittoria hanno chiuso la stagione con problemi societari e di organico. I siracusani, inoltre, si presentavano come il peggiore cliente, reduci da due salvezze consecutive conquistate proprio ai play-out, contro il Real Avola due stagioni fa e contro il Rometta nello scorso campionato: “È la dimostrazione che in questi campionati l’esperienza conta più delle qualità calcistiche. Il Rosolini è una squadra esperta, sapeva che tipo di partita giocare e l’ha fatta. Complimenti a loro”.

Inevitabile, infine, pur tra la delusione per la retrocessione, una battuta sul futuro del tecnico e della società: “Mi sembra molto difficile parlare di futuro. Spero che il Città di Messina continui, mentre io, che onestamente quest’anno ho fatto questa esperienza bellissima, forse a livello personale più grande di me, penso di aver chiuso qui. Spero che loro continuino, perché se lo meritano, sono persone corrette e società e giocatori meritano miglior fortuna di quella che sono riuscita a dare io quest’anno”.

Sezione: Eccellenza / Data: Lun 20 aprile 2015 alle 15:51
Autore: Davide Billa
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