Il progetto Camaro non è mai finito, quando è stato deciso il passaggio al Città di Messina, la scuola calcio storica non è mai morta, perché, in accordo con Gino Cappello abbiamo deciso di tenerla, pur cambiando nome e associandoci agli amici del Trinacria. L’anima del Camaro è sempre rimasta, faceva parte del calcio messinese e abbiamo sempre coltivato quella speranza di poter tornare un giorno con il vecchio nome”. Trasudano orgoglio le parole di Pasquale Rando, direttore generale dell’Usd Camaro 1969, tornato alla ribalta nel corso di questa stagione sportiva: “Un progetto che sta andando oltre ogni aspettativa - spiega in diretta su RadioStreet, all’interno del format CliccaMessina - sia come settore giovanile, che come prima squadra. Abbiamo iniziato con l’idea di fare qualcosa in piccolo, pensando di fare una squadra solo di giovani, ma l’appetito vien mangiando e, con disponibilità importanti come quelle di Buda, Durante, Giglio, Lauro o Cappello, abbiamo allestito una squadra per cercare di vincere questo campionato”.

Gioca un po’ a nascondersi Rando, ma sa benissimo che il Camaro è la grande favorita del campionato di Prima categoria, con una struttura societaria mai vista a questi livelli: “Siamo consapevoli di essere costretti a fare bene - afferma - abbiamo costruito una struttura importante per avere un futuro roseo, anche perché sono dell’idea che non si può inventare niente e che la professionalità non si compra. Per questo abbiamo messo persone preparate nei ruoli fondamentali, come Davide Manzo o Angelo Alessandro: vogliamo crescere e tornare a essere una realtà importante e, per farlo, non si può prescindere da uomini di questo tipo”.

Sarà comunque un torneo interessante, con tante squadre piene di individualità importanti: “Ho visto poco le nostre avversarie - dice l’ex tecnico del Città di Messina - però mister Lucà e i ragazzi dell’area tecnica mi presentano un campionato equilibrato. Un torneo in cui il risultato non è scontato e con molte realtà che partono con i favori del pronostico: vedo bene l’Atletico Messina, che ha un potenziale offensivo importante, e l'Atletico Taormina che ancora non si è espresso ai suoi livelli. Sarà un bellissimo campionato, condito da tantissimi derby: sono entusiasta, perché ho potuto anche constatare un’ottima cornice di tifosi”.

In estate c’è stata quasi una corsa, da parte dei calciatori messinesi disoccupati, per vestire la maglia del Camaro. E anche lo stesso Rando ne è rimasto impressionato: “Non me l’aspettavo - rivela - credevo che sarebbe stato difficile costruire una squadra competitiva. Volevamo programmare il salto di categoria in due anni, ma questi consensi mi danno la soddisfazione di aver lavorato con professionalità e onestà. In un momento di crisi e di riforme calcistiche come questo, ci fa enormemente piacere e ci regala forza e fiducia per cercare di fare sempre meglio”.

Un ottimo mix di giovani (come Russo che sabato scorso ha deciso il derby con la Messana) e uomini importanti, come Cappello e Buda che in passato sono stati vicinissimi al grande salto, sono gli ingredienti, neanche tanto segreti, del Camaro: “Russo viene dal nostro settore giovanile - spiega Rando - è un ‘96 cui vogliamo trovare qualcosa che dia merito al suo lavoro. Ma ce ne sono tanti altri, come Morgana o Rifici (entrambi ‘97) e nominandone alcuni  rischio di fare un torto agli altri. L’idea di fare il Camaro nasce proprio per questi elementi: abbiamo un parco giocatori del 2003 che, se crescono con la giusta mentalità, possono lasciare un segno nel calcio. Nella storia di Cappello - prosegue - la sfortuna ha avuto un ruolo fondamentale, perché nel momento cruciale della sua carriera, quando l’aveva acquistato il Crotone, ha avuto un infortunio grave. Buda, invece, paga il periodo nero del calcio: ci sono tantissime difficoltà, molti presidenti restano nell’ombra, mettono nei posti cruciali dei prestanome e questo fa sì che durante l’anno non si rispettino gli impegni presi e non si riesca a portare avanti la stagione. I ragazzi, in questo momento, preferiscono farsi un futuro: abbiamo trovato un lavoro a Buda, mentre Cappello ha intrapreso la carriera in Marina. Per loro, il Camaro era la soluzione ideale”.

Chiusura dedicata ad Acr Messina e Città di Messina: “Ho una fiducia incondizionata nella famiglia Lo Monaco - conclude Rando - gente di calcio che conosce benissimo pregi e difetti di questa città. Sono fiducioso, perché so che, all’apertura del mercato, sapranno sistemare le cose per bene. Il Città di Messina, dopo gli anni in cui le ambizioni erano ben altre, si è ridimensionato: non guardo in casa loro, ho da pensare al mio Camaro, ma credo che abbiano fatto la scelta giusta nel cercare di fare calcio solo per cercare di divertirsi”.

Sezione: Le categorie / Data: Ven 10 ottobre 2014 alle 20:35
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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