Le più sentite ricorrenze messinesi, quasi tutte di natura religiosa, affondano le loro radici nelle pieghe più recondite della storia. Da 12 anni a questa parte, però, nelle pagine di agendine e calendari, i tifosi peloritani hanno cominciato a colorare di rosso il 22 settembre. Tutti, a Messina, vennero toccati dalla magia di quel 22 settembre del 2004, dal supporter più accanito alla casalinga amante delle telenovelas.

Il Football Club Messina, incurante della blasfemia, riuscì a sbancare San Siro, in un'altalenante delirio di sincera pazzia. Sono passati già 12 anni, è vero, ma obiettivamente è tutt'ora difficile credere a quella notte incastonata al di fuori del nostro spazio e del nostro tempo. La squadra peloritana, forte dei quattro punti conquistati con Parma e Roma, si dispose sul terreno del Meazza per tentare di arginare una squadra galattica, con la netta convinzione che forse, Leonida e i 300 spartani avessero avuto un compito più semplice... Maldini, Seedorf, Rui Costa, Kakà e Shevchenko, in effetti, facevano più paura di Serse e dei suoi migliaia di persiani assetati di sangue.Sugli spalti, però, un triangolo giallorosso si dispose compatto, nel tentativo di supportare chi avrebbe dovuto difendere i colori della Nobile Messina, l'ancestrale polis calcidese, per rimanere in tema ellenistico. I minuti scorrevano lenti, gli attacchi del Milan passavano veloci, ma la porta di Marco Storari, aggraziato felino rosato, rimaneva inviolata.

Al 53', però, l'inossidabile Pancaro, trovava l'inzuccata giusta per portare in vantaggio i diavoli rossoneri. In fondo, la squadra di casa si chiamava Milan... in fondo, era giusto così. Però. Già, in questa chiara e lineare storia c'è un però. Capita che a volte la storia debba essere riscritta. E pazienza se gli spartani furono sconfitti dai persiani. Del resto, la Nobile Messina venne fondata dai calcidesi, greci sì ma non lacedemoni. E quegli undici ragazzotti in maglia biancoscudata, con la fresca sfrontatezza propria della gioventù, decisero che sì, si poteva anche vincere di fronte a quei semidei in maglia rossonera. Prima Giampà e poi Zampagna, in 4 piccoli minuti, ribaltarono il risultato, spingendo il Messina al secondo posto in classifica, poco più in su della troposfera. Chiudete gli occhi e ripensate a quella sera.

Abbandonatevi alla dolce e lasciva sensazione di essere ancora una parte di chi, capace di annichilire perfino i Numi, si ritrova lì lì per toccare l'Olimpo. I Messinesi tutti la ricordano ancora... ricordano i clacson a piazza Cairoli e i complimenti di Ancelotti. I fumogeni rossi e le sciarpe alzate. Le urla di gioia e l'adrenalina imperante. 22 settembre 2004, giorno di gloria, giorno di Messinesità.

Sezione: Amarcord / Data: Gio 22 settembre 2016 alle 12:28
Autore: Marco Boccondo
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