Sono i fratelli Fiduccia, Alessio e Dario, le ultime novità in casa Stefanese. Entrambi provenienti da una Cephaledium in smobilitazione, il primo è un portiere classe 1993 che nelle ultime stagioni ha indossato la maglia giallonera e in precedenza quella del Real Finale, mentre il secondo è un difensore, classe 1998, anche lui ex Real Finale.

Con loro il club arancionero sta cercando di aumentare il tasso tecnico e qualitativo della rosa a disposizione di mister Antonio Emanuele, dopo le numerose partenze delle ultime settimane: “Sono andati via il portiere Russo all’Acquedolci, Cesarino al San Mauro, Calderone al Villabate, Scimone è tornato al Gioiosa, ma anche Mazzamuto, Migliore, che si è rotto il crociato, e Piazzese”, ha dichiarato il presidente Giuseppe Ciardo, che ha fatto il punto sul mercato della Stefanese.
Non solo uscite ma anche diverse operazioni in entrata, con particolare attenzione verso gli elementi più giovani: “Abbiamo preso D’Acquisto (in gol contro il Rocca), il 20002 D’Amico, un giocatore veramente forte di Termini, Sorintano, un ottimo difensore del 2000 e anche lui di Termini, il secondo portiere Marco Rizzo, l’attaccante 2002 Ezio Nobile, il terzino Peppe Russo e il difensore centrale Gaetano Mallone, entrambi ex Lascari”, ha aggiunto il presidente che, dopo la sessione invernale e con un girone di ritorno tutto da giocare, guarda avanti con fiducia.

Oggi la Stefanese giocherà l’ultima gara del girone di andata contro il Pro Falcone, importante scontro diretto per una salvezza, quella degli arancionero, che deve essere costruita giornata dopo giornata: “Crediamo tanto nella salvezza e abbiamo un ottimo allenatore, giovane, ambizioso che lavora tanto sotto il profilo tattico, molto preparato e lavora bene con i giovani. È un campionato difficile – ha concluso Ciardo - abbiamo avuto anche tanti infortunati nello zoccolo duro di Santo Stefano, come Re e Arnò, ma manca tutto il girone di ritorno e crediamo nella salvezza”.

Sezione: Promozione / Data: Sab 21 dicembre 2019 alle 10:33
Autore: Gino Pappalardo
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