Venti minuti di buon Messina, poi il nulla. Il ko interno con il Lecce ha riaperto vecchie ferite in casa giallorossa, relegando la squadra nei bassifondi della graduatoria con lo sguardo rivolto ad un trittico di sfide contro compagini calabresi (oltre al Siracusa con cui si aprirà il girone di ritorno) che potrà dire molto sulla stagione che verrà: Cosenza, Vibonese e Reggina. Il gruppo, come ripetuto dall'allenatore Cristiano Lucarelli, al momento mostra evidenti cali emotivi e incapacità di reagire di fronte alle difficoltà. Ma come fare a venir fuori da questa condizione?
PARAFULMINE LUCARELLI – L'unico che continua a metterci la faccia è l'allenatore, a suo dire per scelta, per tentare di tutelare il gruppo in questa fase così delicata. Una decisione pienamente nello stile del vulcanico ex bomber del Livorno, il qualche sui social si è anche lasciato andare ad un poco inglese “Non si molla una minchia!”. Chiede e si aspetta dai suoi un moto d'orgoglio, pretende rispetto dagli arbitri, non accetta cali di tensione. Ma purtroppo in campo non ci va lui e i limiti d'organico sono piuttosto evidenti. E ci limitiano a quelli, senza guardare a cosa succede fuori.
SQUADRA TROPPO FRAGILE – L'allenatore ha chiesto sostegno per la squadra ai tifosi, agli irriducibili che mai hanno fatto mancare il loro supporto, ma ora stanchi e insoddisfatti da prestazioni sotto la media, per certi versi indecorose. L'impressione è che dopo un iniziale scatto d'entusiasmo, il gruppo sia caduto nelle consuete insicurezze. Certo la fortuna fatica a stare dalla parte dei biancoscudati, gli arbitraggi non hanno favorito l'Acr, ma alcune problematiche esulano dalle varianti imprevedibili. Pozzebon è stato preso di mira per qualche atteggiamento che non ha affatto convinto la curva. L'attaccante, che pure con i suoi gol ha fin qui mantenuto in vita le speranze peloritane, è stato contestato durante l'ultima partita interna e probabilmente paga anche la scarsa serenità per le continue voci di mercato sul suo conto. Ma non ci sono alternative al suo impiego, nessun'altra prima punta. La coperta risulta spesso corta, in attacco come in altri reparti. Con il 4-4-2 il Messina era riuscito a limitare le sortite del Lecce, mentre passando al 3-4-3 con l'uscita del tuttofare Grifoni ha perso buona parte del suo potenziale, specie l'imprevedibilità di Milinkovic che da seconda punta si stava esprimendo discretamente. Alcuni giocatori come Manuel Mancini stanno giocando senza essere in condizione, cercando di dare tutto. Prendersela solo con loro sarebbe oltremodo umiliante e forse controproducente.
LE VERE RESPONSABILITA' – La lettura dei fatti non è frutto dei capricci dei giornalisti (i primi da mettere alla gogna per mascherare le colpe degli altri) e neppure di questo o dell'altro capro espiatorio da passare in rassegna: Barbera, Bertotto, Tosto, Villari, Proto, la Lega, la sfiga. Il problema sportivo è chiaro: questa rosa è figlia di più padri, senza un disegno tecnico-tattico ben preciso, incompleta, poco incline alle esigenze di questo allenatore. Si sforza ma sta in piedi precariamente. Manca di leader da spogliatoio, di una dirigenza forte che tracci una linea programmatica chiara. Aveva trovato e spera ancora di mantenere in Lucarelli un appiglio, speriamo tutti che basti. Il direttore generale Enrico Ceniccola aveva annunciato un suo impegno in prima persona su richiesta del presidente Natale Stracuzzi, ma dopo alcuni giorni la sua presenza in città è tornata ad essere una chimera. Sarà tornato ad occuparsi solo dei rapporti istituzionali a Roma. Per il resto della proprietà si sa poco, che in questo momento non vi siano altre strade virtuose da percorrere forse è vero, ma è un buon motivo per far passare tutto sotto silenzio? Subire, per poi svegliarsi nel mezzo di un incubo? Chi ha da assumersi l'onere di alcune scelte, lo faccia.
SERVE UN MERCATO ALL'ALTEZZA – Sospiro di sollievo per le mancate penalizzazioni, una buona notizia potrebbe anche essere l'approdo ufficiale di Nardini che porta alternative ed esperienza in mezzo. Ma il solo ingaggio dell'ex Modena ovviamente non basterà. Occorre stringere i denti e arrivare fino a gennaio, a quel punto la società dovrà per forza e senza tentennamenti cedere tutti quegli atleti ritenuti non all'altezza e ingaggiare nuovi elementi adatti al gioco di Lucarelli, a questa piazza, all'obiettivo della salvezza in Lega Pro e non di una campionato di vertice in Eccellenza. Spiegati? Restano le incognite su chi farà il mercato, se si continuerà a puntare su Pasquale Leonardo o si cercherà l'appoggio di altri consulenti di supporto. Ma non si scherzi più, rifondare in corsa è l'unico modo per tentare di raddrizzare in corsa una stagione iniziata tra i proclami, continuatata tra rivoluzioni continue e scarsa chiarezza, ma che senza un buon mercato rischia di finire nel peggiore dei modi. Si è ancora, assolutamente, in tempo.
Autore: Emanuele Rigano / Twitter: @menelpallone
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