Salvatore Bongiovanni ha iniziato la stagione sulla panchina dell’Acquedolcese Nebrodi nel Girone B di Promozione, ma è stato licenziato dalla dirigenza del club tirrenico, che ha guidato per appena sette giornate di campionato, lasciandolo al terz’ultimo posto in graduatoria e agli ottavi di finale di Coppa Italia. A pochi giorni dal suo esonero, l’esperto trainer di Sant’Agata di Militello ci ha gentilmente rilasciato alcune dichiarazioni, a proposito della sua recente e tribolata avventura sulla panchina biancoverde. 

Mister Bongiovanni rivela di esserci rimasto male per il trattamento ricevuto dalla società e considera la sua breve parentesi ad Acquedolci la più negativa, fin qui vissuta ambito sportivo. “Ritengo il mio esonero una grande vigliaccata. I motivi? Un tecnico che allena cinque o sei giocatori al giorno, non so quali colpe possa avere, se non quella di aver accettato una situazione allucinante. In secondo luogo, ora che alcuni ragazzi avrebbero risolto alcuni problemi di lavoro, con un calendario sulla carta abbordabile, a mio avviso, sarebbe stato possibile risalire la china. Anche perché, io ho sempre ritenuto che questo gruppo, allenato con costanza e ritoccato nel mercato di dicembre, si sarebbe tranquillamente piazzato in zona play - off, arrivando anche molto lontano in Coppa Italia. E non sarebbe tutto: avrei ancora molte cose da dire, ma chi mi conosce bene, sa che non è mio costume fare polemiche. Alcune precisazioni, però, le ritengo opportune. Ho allenato Tortorici, Due Torri, Orlandina, Sant’Agata Calcio e Rocca di Capri Leone in Eccellenza, e, qualcuno di questi team anche in Promozione. Quasi sempre, le mie strade si sono incrociate con calciatori straordinari e dirigenti molto competenti e professionali. Considero questa mia ultima esperienza la più nefasta, insignificante e anti calcistica della mia ventennale carriera”.

Troppe le aspettative riversate in estate su un gruppo allestito per compiere il definitivo salto di qualità ai vertici della classifica, ma che, per vari motivi, non ha mai trovato la giusta amalgama. “Personalmente, non mi sono mai sentito al timone dell’Acquedolcese Nebrodi, perché non ho mai avuto il piacere di allenare l’intero organico: da agosto mi sono ritrovato quasi sempre a raschiare il fondo del barile. In pratica, il mio compito si era semplicemente ridotto a decidere la formazione la domenica, senza mai riuscire a preparare una partita in maniera decente, dal punto di vista atletico e tattico. Dopo il passaggio del primo turno di Coppa contro la Torrenovese, avevo espresso ad alcuni giocatori la volontà di andarmene, salvo poi tornare sui miei passi, convinto che, con un po’ di pazienza e calendario alla mano, questi ragazzi avrebbero espresso sul campo tutte le loro potenzialità”.

Infine gli auguri e le sensazioni: “Voglio ringraziare i giocatori dell’Acquedolcese Nebrodi, nonostante le vicissitudini. Senza dimenticare anche i miei collaboratori Salvatore Proto e Maurizio Torre e i numerosi colleghi, giocatori, dirigenti e amici che, in questi giorni, mi hanno espresso solidarietà e stima. Allo stesso tempo, auguro al mio successore, Agostino Buono, le migliori fortune, affinché possa ottenere i risultati sperati”.

Sezione: Promozione / Data: Gio 25 ottobre 2018 alle 20:07
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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