Cinquanta chilometri non sono poi molti, nelle dinamiche umane di tutti i giorni. C’è chi li percorre quotidianamente, magari per raggiungere un luogo di lavoro o di studio. C’è chi, invece, decide di affrontarli per vincere una scommessa. E così ha fatto Sergio Floccari che, nel gennaio di quest’anno, ha scelto di abbandonare la serie A di Bologna per sposare la causa della Spal di Leonardo Semplici. Un’ora scarsa di macchina, nulla più, per ritrovarsi protagonista all’avvicinarsi del trentaseiesimo anno di vita. Un’età abbastanza avanzata per un calciatore che, invece di appendere le proverbiali scarpe al chiodo, si ritrova in rampa di lancio per una nuova, esaltante, avventura. Già… perché, in barba alla carta d’identità, il prossimo anno, l’attaccante di Nicotera si ritroverà a guidare la matricola estense in quella massima serie abbandonata qualche mese fa e riguadagnata a suon di reti (7 in appena 16 presenze).

Una serie A conquistata nella stagione 2005/06, grazie alla chiamata del Messina, e non più abbandonata per ben 12 annate consecutive, nelle quali Sergio Floccari ha collezionato 60 reti in 287 presenze. Numeri importanti, per un calciatore che si è tolto lo sfizio di siglare anche 9 reti in Europa League e di far parte, nell’ottobre del 2010, del gruppo della Nazionale maggiore di Cesare Prandelli. Niente male per uno che, troppo frettolosamente, era stato additato come una meteora. Con la maglia del Messina, con la quale ha totalizzato 49 presenze, ha realizzato solamente 5 gol, ma siamo sicuri che nessun appassionato “sia riuscito” a dimenticare le marcature dell’attaccante calabrese.

Per una strana combinazione del destino, infatti, i pochi gol di Floccari in giallorosso hanno rivestito un’importanza capitale, nell’ottica del momento in cui sono stati realizzati. La storia peloritana di Sergio, infatti, iniziò il 18 gennaio del 2006: appena acquistato dal Rimini, conquistò una maglia da titolare nella sfida contro la Juventus, grazie (o a causa, fate voi) alle contemporanee assenze di Di Napoli, Sculli e Muslimovic. Tutto sembrava presagire qualcosa di particolare e difatti, dopo aver aperto le marcature al 3’, Floccari riacciuffò la vecchia signora all’87’, annullando le reti di Ibrahimovic e Mutu, che sembravano aver chiuso la pratica al San Filippo. I primi due gol in serie A, pertanto, arrivarono nel corso degli stessi 90’, al cospetto di calciatori del calibro di Buffon, Cannavaro, Nedved, Del Piero e il già citato Ibrahimovic.

Il 9 aprile dello stesso anno, invece, l’ex riminese siglò la prima rete di Messina-Treviso, match delicatissimo che si concluderà sul risultato di 3-1 per i padroni di casa. Quella sfida, all’apparenza ininfluente, garantirà ai peloritani la terz’ultima piazza in campionato che, grazie alla retrocessione a tavolino della Juventus, varrà la salvezza in massima serie.

La terza, terribile, stagione di serie A sembrò iniziare nel migliore dei modi per il Messina e per Sergio Floccari. Già alla quarta giornata, infatti, il bomber calabrese timbrerà il cartellino, aprendo le danze nel derby con il Catania disputato al Cibali e conclusosi poi sul 2-2. Giusto un mese più tardi, il 29 ottobre del 2006, l’ex riminese fece esplodere il San Filippo, firmando la vittoria sul ChievoVerona con un gol al 96’. Altre due reti, com’è facile da intuire, di notevole rilevanza nell’ottica del campionato giallorosso: la prima realizzata nel sentitissimo derby contro gli etnei, la seconda, invece, capace di regalare tre punti vitali sulla strada della salvezza. Da novembre, però, più nulla. Floccari si chiuse in un “mutismo realizzativo” senza precedenti, trascinato a fondo dalle folli questioni tutte giallorosse, guidate da personaggi del calibro di Bruno Giordano e Marco Valentini.

Per Floccari, però, a fine stagione si aprirono le porte dell’Atalanta, che decise di puntare fortemente sull’attaccante giallorosso. I bergamaschi, infatti, sborsarono quasi due milioni di euro più il cartellino di Mariano Stendardo per accapparrarsi il gellato attaccante del Messina. Da quel momento, l’attaccante di Nicotera ha militato per dieci stagioni consecutive in serie A, entrando nel cuore dei tifosi delle varie squadre nelle quali ha militato, soprattutto per il sacrificio e l’impegno profuso in campo.

I supporters di Genoa, Lazio, Parma, Sassuolo e Bologna, infatti, lo ricordano più per l’abilità nelle dinamiche di squadra che per la fase realizzativa, non certo il punto forte di un attaccante che ha fatto dell’intelligenza tattica la sua bandiera. A lui, che in quel giorno di febbraio di 11 anni regalò una gioia al popolo giallorosso, vanno i nostri complimenti per la nuova battaglia affrontata e vinta. 

Sezione: Erano a Messina / Data: Ven 02 giugno 2017 alle 11:46
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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