“Ho tantissimo entusiasmo e tanta voglia di dimostrare, principalmente a me stesso, di essere all'altezza dell'arduo e delicato compito”, queste le prime sensazioni di Carmelo Ricciardello, tecnico della Futura Brolo, matricola di Promozione che, nella rubrica “Chiacchiere da bar” curata dall’ufficio stampa gialloblù, ha parlato del suo arrivo sulla panchina della formazione brolese, una panchina speciale: “È difficile trovare delle definizioni per riassumere 20 anni di vita intensi passati insieme a tutti i ragazzi che ho allenato. La Futura per me è l'affetto e la stima che incontro in ogni sguardo di molti di loro anche a distanza di tempo”.

Con 4 punti in due giornate, il torneo della Futura è cominciato nel migliore dei modi, passi importanti per raggiungere gli obiettivi prefissati: “Valorizzare quanti più juniores possibili e mantenere la categoria, cercando di dare una precisa identità di gioco condivisibile anche a tutte le altre categorie che, da sempre, sono il fiore all'occhiello della società. Voglio preparare e affrontare ogni singola partita come se fosse la prima e l’ultima – ha spiegato mister Ricciardello - cercando di vincerla con la padronanza di chi sa quello che fa, divertendomi e divertendo”.

Un tecnico con le idee chiare, che conosce benissimo l’ambiente gialloblù e che punta con convinzione sui giovani, così come la società. Il consiglio? “Pretendere sempre dalle società di essere affiancati da tecnici seri, competenti, qualificati ma soprattutto da uomini carichi di valori. Attraverso queste persone, i giovani possono apprezzare lo sforzo e il duro lavoro necessario per raggiungere qualsiasi obiettivo nello sport così come nella vita”.
In 20 anni di onorata carriera brolese, però, ci sono date che, più di altre, rimangono scolpite e, così, mister Ricciardello ha sfogliato l’album dei ricordi: “10 maggio 2010. La Futura, dopo uno spareggio ai play-out con il Montemaggiore, retrocede in Prima categoria. Tutti gli sforzi compiuti fino a quel giorno non avevano più nessun valore. Ero distrutto e dilaniato dal dolore, pensavo di morire. Tornato a casa mi sono lasciato cadere sul letto, inerme e in bocca il gusto amaro della sconfitta. Al mattino, dopo una terrificante notte insonne e incubi ad occhi aperti, la mia compagna aprendo la porta con molta cautela mi comunica tra le lacrime che da lì a 7 mesi sarei diventato padre. Sono passato in pochi secondi dalla depressione acuta alla gioia più sfrenata e - ha concluso - in quel momento mi sembrava di aver vinto una finale di Champions”.

Sezione: Promozione / Data: Gio 22 settembre 2016 alle 18:41 / Fonte: Ufficio stampa Futura Brolo
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
vedi letture
Print