Dovrebbero essere le ultime ore di attesa in casa Acr Messina e, domani, probabilmente si capirà il futuro della società giallorossa. La conferenza di mercoledì, nella quale il presidente Pietro Sciotto ha confermato mister Giacomo Modica, ma mister Giacomo Modica ha smentito il presidente Pietro Sciotto rimandando tutto a domani, ha lasciato irrisolti tutti i dubbi e i nodi sulla gestione tecnica: oltre al nome del tecnico, successivamente si dovrà pensare anche allo staff dirigenziale, già orfano di Francesco Lamazza.

“Faremo una grande squadra e una grossa società con direttore generale, direttore sportivo e team manager", aveva dichiarato, nella stessa conferenza stampa, il presidente Pietro Sciotto e il primo nome sarebbe quello del ds Davide Avati, profilo di grande esperienza per la categoria e suggerito dal tecnico di Mazara del Vallo.

Napoletano, ex responsabile dell’area tecnica del Potenza, agente Fifa, telant scout, Avati è stato il braccio destro di Gabriele Marino alla Reggina e operatore di mercato che, per primo, ha creduto nelle potenzialità del centrocampista classe 1991, Jean Michael Seri, ora al Nizza ma accostato a Barcellona e Roma.

Non si può, ovviamente, parlare già di un suo arrivo a Messina, ma solo di contatti, come affermato dallo stesso dirigente: “Di concreto c’è che Giacomo Modica, un amico al quale mi lega un rapporto di stima calcistica-professionale, mi ha chiesto di sposare questo progetto. Non ho mai lavorato con Modica, ci siamo conosciuti lo scorso anno quando ho portato Zmimer, si è allenato con la squadra, giocatore di altra categoria ma poi non è stato tesserato. Nel dopo Lamazza, una ventina di giorni fa, fui chiamato dal presidente Sciotto, parlammo di progetti, visioni calcistiche e di come avrei affrontato la stagione in una piazza come Messina. Ci siamo piaciuti, dovevamo anche rivederci, ma poi non ho ricevuto nessuna telefonata dal presidente, mentre sento Giacomo ma non c’è nulla di definitivo e concreto. Al momento – ha ribadito Avati - sono stato contattato, abbiamo parlato di determinati profili, di un modus operandi calcistico che si sposa bene con quella che è la mentalità di Sciotto, poi, però, determinate situazioni hanno raffreddato anche il mio arrivo e la chiamata del presidente non c’è stata”.

Gli ultimi giorni, dunque, hanno bloccato tutto e l’incertezza post conferenza ha frenato ulteriormente l’organizzazione della nuova stagione: “Io ho anche altre richieste, Messina resta la priorità ma in questo momento siamo legati ad avvenimenti che non consociamo. Io non so quale sia la situazione a Messina, sono nell’impasse totale, nessuno mi dice qual è la situazione e se è ancora possibile sposare il progetto. È un peccato perché conosco la piazza e – ha aggiunto il ds - mi dispiace essere accostato a una piazza così prestigiosa ma non aver la possibilità di dire la mia. Ora sono un leone in gabbia, perché quando ti accostano a una piazza così non esiste categoria ma grande entusiasmo, volontà di fare bene, di fare un gran lavoro per portare giocatori importanti, ma lo puoi concretizzare quando hai una quadra con la società che ora non c’è”.

Avati sarebbe pronto a scendere a Messina, a costruire un progetto vincente in Serie D (esclude la possibilità di un ripescaggio perché numericamente non ci sarebbe la possibilità), ma tutto è vincolato alle scelte di presidente e mister, a un accordo che, innanzitutto, risolva la questione interna: “Sono stato contattato da più figure del Messina calcio, ma oggi la possibilità concreta di venire a Messina non la vedo più. Di recente, dopo la conferenza, non sono stato chiamato. Quindi come si evolve a situazione? Perché questo stallo?”, si chiede, come tanti, anche il direttore sportivo napoletano che ha le idee chiare: “Io ci metterei la faccia per venire a Messina ma in virtù di un progetto vincente. Se c’è la possibilità di programmare il futuro, stanziare un budget, che non conosco, di puntare su un numero di giovani. Ho parlato con il presidente Sciotto, confrontandoci sulla visione di calcio, sono un’aziendalista che non ama spendere tanti soldi nei dilettanti perché lo sperpero non ha mai portato a una vittoria, ma sono i giovani, gli under e la caratura degli uomini che fanno vincere. Se porto giocatori che sanno cosa vuol dire indossare la maglia del Messina ho una percentuale statistica di vittoria maggiore. Ora, però – ha concluso Avati – non c’è un accordo, anzi non abbiamo neanche parlato di accordi perché tutto è da valutare in base alla situazione interna".

Sezione: Acr Messina / Data: Sab 09 giugno 2018 alle 16:24
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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