Al "Franco Scoglio" va in scena la conferenza di commiato di Natale Stracuzzi e Pietro Oliveri, che lasciano l'Acr Messina ufficializzando la cessione delle loro quote, che ammontano complessivamente all'88%. Il primo ad intervenire è proprio Stracuzzi che ritorna su quanto detto dall'amministratore delegato Pietro Gugliotta dopo la gara con il Catanzaro: "Qualcuno pensa che dobbiamo controbattere, ma non è così perché sono abituato ad assumermi le mie responsabilità. Gli altri però non hanno il fegato di farlo. Fin qui si sono succedute scelte obbligate dalla minoranza, a volte quasi estorte. Ho documentazioni a testimonianza che non faccio pubblicare sui giornali, ma non andrò oltre, chiudendo qui l'argomento. Abbiamo iniziato un percorso con gioie e dolori che fanno parte della vita, abbiamo lavorato con dignità, integrità e rispetto anche se abbiamo inghiottito spesso amaro. Ci abbiamo messo la faccia, siamo stati presi a calci e insultati perché abbiamo fatto scelte sbagliate, ma nessuno può comandare a casa degli altri. Oggi ringraziamo Dio che il Messina è al 13esimo posto in classifica, merito dei calciatori e di mister Lucarelli che ho scelto io, contro il volere della minoranza che voleva i toscani fuori dalla società. Io non ho mai abbandonato la nave, mai fatto! C'era il mare forza dodici e io sono l'unico che ha tenuto in piedi l'equipaggio, mi sono dimesso solo per circostanze incresciose derivanti dal mercato che mi hanno fatto capire che non contavo niente".

Poi l'attenzione si sposta sulla cessione delle quote: "Abbiamo lavorato in sordina dopo le mie dimissioni e oggi lasciamo l'88% a titolo gratuito e lo facciamo per dare continuità e futuro a chi ha un contratto pluriennale come i calciatori e per garantire ai tifosi una società solida e forte. La scelta condivisa, è direzionata sul gruppo Marcianò-Gerace e Massone. Competenti e solidi economicamente. Oggi possiamo dire che il 16 saranno pagati gli stipendi."

E ancora sulla contestazione ai suoi danni: "Ho subito cose inaudite da alcuni sostenitori, sono venuti in cantiere e terrorizzato le mie nipotine che erano lì. Ci saranno conseguenze perché non accetto che si sfoci nella violenza. Accetto Stracuzzi pezzo di merda o vattene, ma non la violenza. Ho saltato due partite, una per febbre e l'altra perché avevo fatto 1000 km in macchina di ritorno da Roma. Tutto qua, non voglio fare discussioni con nessuno".

Sulla protesta di sabato, sulle responsabilità nelle scelte societarie e sulla spaccatura interna che avrebbe anche nociuto alla squadra: "Non ci sono accuse reciproche, credo sia solo questione di interpretare le cose perché all'interno della società non ho mai comandato. Nel CdA la maggioranza ha due elementi, mentre la minoranza ben tre. Ripeto che la maggior parte delle scelte sono state imposte, tranne Lucarelli su cui ho deciso io. Mi dicevano solo cosa fare, ero un pupo e loro i pupari. Anche per inesperienza o incapacità di prendere decisioni, mi sono fidato degli altri. Perché? Per un bene comune e per condividere le cose in maniera sana e serena, non voglio dire altro perché non è mia intenzione litigare con nessuno ma, piuttosto, avere un rapporto di pace e serenità".

A proposito della mancata cessione ad altri acquirenti e se ci sono rimpianti per la mancata vendita prima a Barbera e poi a Proto: "L'unico che poteva dare certezza era ed è il dottore Francesco Barbera che ho risentito ultimamente e mi ha detto che non voleva più rilevare il Messina. Ha fatto un passo indietro perché ha visto troppe persone intorno al club. Avevo deciso di cedere a Franco Proto firmando il preliminare ad inizio anno ma non c'è stata comunione d'intenti tra tutti i soci. A Roma, poi, c'è stata disponibilità da parte di questi imprenditori, abbiamo testato solidità e l'impegno da parte loro e ci hanno garantito che il 16 pagheranno gli stipendi". Con riferimento all'immediato futuro: "So che c'è un programma e non lo posso dire io nei dettagli, ci penseranno loro quando sarà il momento. Io lo conosco e mi ha convinto, per questo ho accettato, altrimenti non avrei avallato la cessione. Non so come sarà ripartito questo 88%. Faranno una newco e poi distribuiranno le quote tra loro".

Ceniccola e Barghigiani?: "Non ho accettato la presenza di Barghigiani che ho conosciuto tramite il dottore Gugliotta. Ma è una persona perbene e non c'è veto per avere rapporti di amicizia. Ceniccola era il direttore generale e l'ho nominato io. Il resto lo lascerei agli inquirenti, magari era nell'hotel del calciomercato per prendere un aperitivo, ma nei box del Messina non c'era nessuno". 

E' inevitabile si ritorni su quanto avvenuto in sede di calciomercato: "Sono stati fatti errori di valutazione anche per i cambi di tre tecnici che volevano giocatori che conoscevano. L 'incomprensione dell'ultimo calciomercato che ha portato alle mie dimissioni è dovuta al non voler negare un futuro importante a giocatori che potevano andare in squadre di primo livello. Avevo parlato con De Vito, promettendo di non negargli un futuro migliore. Poi il mister ha posto il veto su lui e Milinkovic, ma se c'è necessità per una squadra di monetizzare bisogna guardare prima all'obiettivo economico. Noi dobbiamo salvarci e la cessione Milinkovic avrebbe fatto benissimo alla società e portato un ritorno economico che ci avrebbe consentito di prendere un calciatore come lui. Avrebbe giocato in una squadra forte e noi avremmo risparmiato i soldi del suo ingaggio, un vero balsamo per tutti noi. A parte questo c'erano tre giocatori del Latina pronti a venire, due '96 e un '97 tutti con premio di valorizzazione, e avevo anche l'accordo con Lucchesi: questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché ho fatto la figura dello stupido. Avevo firmato anche il trasferimento di Musacci al Taranto in cambio di Lo Sicco e Bollino, ma quando ho chiesto al segretario se avesse fatto il trasferimento mi ha detto di no: erano tutti lì, li ho guardati in faccia e sono andato via amareggiato perché io stavo lavorando per il bene del Messina e per arricchire le casse di questa società. A quel punto ho preso la decisione di dimettermi". Cessioni assurde? "Meglio una salvezza a stento che il fallimento!"

A chi domanda se adesso la società sia in buone mani: "Non posso dare la certezza matematica come in tutte le cose della vita, ma ho visto che questi imprenditori possono dare continuità. Non so, come ho detto prima, in che modo saranno ripartite le quote e chi sarà il presidente. Voto per la mia esperienza? 5,5".

E' la domanda di un tifoso sulle motivazioni del "No" a Barbera a sconvolgere i piani: "Con Barbera c'è grande amicizia e feeling ma non si è arrivati a una conclusione per il tira e molla con gli altri soci che hanno posto condizioni su chi volevano o meno in società". Interviene allora Nino Micali (titolare del 2%): "Ci hanno chiamato tutti i tifosi, abbiamo fatto una riunione al Bar delle Rose e tutti i soci avevano detto si, se lo ricordi presidente! Io sono un tifoso come voi e avevo dato l'ok a Barbera. Poi dopo la pallottola all'avvocato Bonaventura Candido è arrivata la mail che ha fatto saltare tutto. La squadra era pronta a passare a Barbera, nessuno può negarlo!" A questo punto prende brevemente la parola l'amministratore delegato Pietro Gugliotta, titolare del 10% dell'Acr Messina: Voglio fare una domanda io ai tifosi. Chi ha preso la squadra l'anno scorso e l'ha salvata dal fallimento? C' eravamo solo noi e questa è la risposta che abbiamo avuto: insulti e contestazione!". Aggiunge Stracuzzi  "Siamo stati quattro coglioni a prendere la squadra, abbiamo speso un patrimonio! So che i tifosi sono arrabbiati ma adesso bisogna lavorare insieme e se adesso il Messina ha 27 punti e nessun punto di penalizzazione è merito nostro e non va dimenticato. E invece sono sempre stato contestato, anche quando sono andato a vedere il Pistunina e non in trasferta con la squadra a Cosenza è perché avevo un appuntamento con gli imprenditori di Ragusa".

Sulla mancata cessione a Proto: "Non voglio scaricare colpe ma c'è stata una certa resistenza. Nel contratto c'erano anche degli emolumenti da pagare a carico nostro. Loro avrebbero dato 25000 euro e noi per esempio dovevamo pagarne 28000 di F24". Per quanto concerne il futuro imminente: "I nuovi soci si faranno carico di tutti gli emolumenti. Al massimo dopodomani saranno qui e sicuramente faranno una conferenza stampa in cui spiegheranno tutto". Nel preliminare, però, c'è una data importante ed è quella del 30 aprile quando il gruppo di imprenditori potrebbe passare la mano se la situazione non fosse poi così rosea: "Per quanto riguarda la scadenza del 30 aprile non so cosa dire, perché io non sono garante di nessuno, neanche di me stesso. Però voi pensate che qualcuno versa ora 250mila euro per pagare gli stipendi e poi si tira indietro? Penso che vogliano solo essere garantiti su quella che è la situazione reale e noi siamo certi che non uscirà fuori nient'altro".

Sezione: Acr Messina / Data: Lun 13 febbraio 2017 alle 11:45
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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