Finalmente, dopo la solita orribile estate in “salsa peloritana”, i messinesi sono pronti a riabbracciare quella che, nonostante tutto, rimane la creatura più amata. Il Messina esiste ancora. I colori sono quelli, l’acronimo anche…a parte questo, però, tutto è cambiato. La categoria, innanzitutto, nonostante la miracolosa salvezza in C, non è più la stessa. Ad accogliere la città dello Stretto, infatti, c’è la serie D, piena di incognite e squadre mai affrontate prima d’ora. Il Presidente, invece, è Pietro Sciotto, imprenditore della provincia con il giallorosso nel cuore, unico a raccogliere il grido di dolore di una città ferita dall’ennesimo bruciante abbandono. Inutile, ormai, rivangare nomi e personaggi che hanno lacerato il cuore sportivo di una città che aveva bisogno di tutto meno che di questo. Meglio concentrarsi sulla realtà che, volenti o nolenti, fissa l’inizio della prossima stagione a Portici, con la sfida alla squadra locale, neopromossa in quarta serie.

Nonostante il nome non eserciti un grosso appeal, la squadra biancazzurra rappresenta una storica realtà calcistica, che può vantare più di cento anni di storia pallonara alle spalle. La prima fondazione, infatti, risale al 1910, nonostante la data ufficiale rechi il 1906 come anno d’origine: in realtà, la sezione calcio della polisportiva porticese venne aperta solamente quattro anni dopo la nascita dell’attività sportiva nella cittadina vesuviana.

Dopo alcuni anni di assestamento, il primo grande palcoscenico del Portici giunge nella stagione 1923/24, quando i campani affrontarono il campionato di seconda divisione, all’epoca secondo livello della piramide calcistica italiana. In quella stessa serie, suddivisa in gironi per collocazione geografica, parteciparono squadre del calibro di Atalanta, Como, Udinese, Venezia, Parma e Perugia. Tra la fine della seconda guerra mondiale ed il riassetto dei campionati nazionali, invece, il Portici riuscì a regalare ai propri tifosi tre campionati consecutivi di serie C.

Dopo qualche campionato in serie D, il calcio porticese vive anni bui, a parte qualche effimera soddisfazione negli anni ’70 e nei primi anni ’90. Lo scorso anno, invece, la rinascita definitiva: i biancazzurri vincono il campionato di Eccellenza campana, dopo un lungo testa a testa con il Savoia. Trascinati dall’eterno Dino Fava, infatti, i vesuviani riescono a riconquistare la quarta serie, che mancava da circa quarant’anni (il CND degli anni ’90 era il quinto gradino della scala nazionale).

Ad attendere il Messina, pertanto, una squadra ricca d’entusiasmo, che può contare su una struttura solida e collaudata, formata da calciatori giovani e pochi elementi esperti scelti accuratamente dalla proprietà e dall’allenatore Gianluca Esposito. Situazione diametralmente opposta al Messina, che si trova con un organico costruito in fretta e furia e con una cocente delusione ancora sulle spalle. In campionati come quello che sta per iniziare, naturalmente, il blasone è solo un nome scritto sulla distinta dell’arbitro, inutile per la conquista dei tre punti. A Mister Venuto l’arduo compito di trasformare, sin da subito, un insieme di calciatori in una squadra degna del nome che porta.

Sezione: Amarcord / Data: Ven 01 settembre 2017 alle 11:00
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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