“Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita” diceva spesso Alphonse de Lamartine, politico e scrittore francese dell’800. Non può che trovarsi d’accordo Guglielmo Arena, allenatore di origine messinese con un passato da assicuratore e verniciatore d’auto.

Figlio di emigranti della nostra provincia (padre di Novara e mamma di Terme Vigliatore), Arena è cresciuto in Svizzera e, ora che ha conquistato la panchina di una nazionale, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Leggiamo sulla rosea che, dopo aver abbandonato il sogno di diventare un calciatore professionista, ha puntato forte sul mestiere di allenatore, trovando però la strada sbarrata dalla rigidità del sistema elvetico: “In Svizzera il sistema è molto chiuso. All’epoca ero attratto dalle storie dei mister europei in Africa. Ne ho contattato uno svizzero in Costa d’Avorio e da lì è cominciato tutto”. Da quel momento, in un continuo ping-pong tra Africa ed Asia, Arena ha cominciato a cambiare nazione costantemente. Ha vinto un campionato in Benin ed uno in Burkina Faso, prima di alzare al cielo una coppa in Oman e trionfare in diverse competizioni a Singapore. Ma, nonostante questi successi, non ha mai rinunciato a spostarsi, accumulando esperienze in Zambia, Marocco, Algeria, Emirati Arabi e Cina. Gli aneddoti della vita di Arena sono pressoché infiniti, dall’alcol-test che imponeva ai suoi calciatori zambiani all’incidente sfiorato in Medio Oriente per l’invasione di un gruppo di cammelli in autostrada.

Adesso, dopo tanta gavetta, è la volta di un palcoscenico da commissario tecnico. La federazione del Laos, infatti, ha deciso di affidargli la panchina della nazionale, nella speranza di far crescere il proprio movimento calcistico. A chi lo conosce ripete sempre che il suo segreto è unire la cultura locale, che studia in maniera approfondita, al suo 4-4-2 sacchiano. La sua fortuna, invece, è stata vivere all’estero: “ti apre la mente e il cuore, è un arricchimento culturale costante”. Il rapporto con la nostra terra, però, non si è interrotto: “Durante il Covid sono tornato spesso in Sicilia ad assistere mia mamma malata. E al termine del mio giro del mondo sogno una panchina in Serie A”. Che dire… in un momento deprimente per il calcio messinese, non possiamo far altro che vivere attraverso i nostri concittadini che si fanno spazio nel mondo. In bocca al lupo a Guglielmo Arena, adesso Messina guarderà con affetto i risultati della nazionale laotiana.

Sezione: Fuori Campo / Data: Dom 18 giugno 2023 alle 19:47
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
vedi letture
Print