Esaurite le incombenze burocratiche legate alla iscrizione in C, tra cui specialmente la disponibilità dello stadio “di riserva” ha costituito uno scoglio che avrebbe potuto creare criticità proprio all’ultimo minuto, il Messina volge lo sguardo al prossimo futuro e questo fine settimana dovrà essere necessariamente quello della definizione per le strategie della società presieduta da Pietro Sciotto.
LO SCOGLIO ISCRIZIONE - Il patron deve smaltire la sbornia di entusiasmo seguita alla tanto agognata promozione, primo obiettivo diventato una ossessione a partire da agosto 2017, quando decise di imbarcarsi nella realizzazione di uno dei suoi sogni, fare calcio a Messina. Sciotto ha seguito personalmente tutti i passaggi relativi al carteggio consegnato ieri a Firenze dal dg Di Santo, curando i rapporti con Federazione e Legapro, ricucendo la collaborazione con il Comune di Messina, chiudendo la parte relativa alla indicazione del “Razza” di Vibo come campo alternativo allo “Scoglio” grazie ad una interlocuzione diretta con la Vibonese del Presidente Caffo e le istituzioni del centro calabrese.
IL CANTIERE MESSINA - Adesso, è tempo di pensare alla costruzione del Messina che dovrà trovare uno spazio all’interno della serie C 2021-2022, uno dei tornei più ricchi di “grandi firme” negli ultimi anni, che potrebbe, anzi deve, diventare la leva per la ripresa dell’interesse verso il calcio da parte di tutti gli sportivi messinesi, anche quelli rimasti lontani per troppo tempo dalla biancoscudata. Le sfide con Avellino, Bari, Campobasso, Catania, Cosenza, Foggia, Palermo (in rigoroso ordine alfabetico) richiamano il fascino di derby e classiche del calcio meridionale di altri tempi, ma stimola anche incontrare realtà di spessore come Francavilla, Juve Stabia, Paganese, Taranto, Turris, Vibonese e non bisogna perdere troppo tempo per allinearsi a società già pronte a partire per il ritiro di preparazione alla stagione che inizierà tra un mese con il primo turno di Coppa Italia.
I RUMOURS SOCIETARI - Dal tardo pomeriggio del 3 luglio al “Fresina” di Sant’Agata Militello si sono rincorse diverse voci in merito all’assetto societario dell’Acr, per concretizzare quanto concordato dai fratelli Matteo e Pietro Sciotto, detentori del 70% delle quote, con Carmine Del Regno, che avrebbe dovuto incrementare la propria partecipazione dal 30 fino al 50%. Altra opzione era quella dell’ingresso del gruppo De Sarlo, attivo nel campo della logistica e del trattamento dei rifiuti, che ha concluso poche ore fa l’acquisto della Imolese, società militante nel girone B di terza serie, ma resta interessato anche al Messina. Una soluzione che immetterebbe risorse finanziarie importanti, ma cambiando equilibri consolidati da una stagione vincente e con il maggiore azionista che manterrebbe il 34%, ma, di fatto, gestirebbe la società in condominio, una possibilità non esclusa ma nemmeno mai auspicata da Sciotto. A questo punto, in assenza di una decisione definitiva, sarebbe auspicabile mantenere lo status quo e riparlarne dopo che si siano effettuate le scelte definitive riguardante l’organigramma societario.
FERMARSI A D'EBOLI - Qui, ovviamente, il primo nodo da risolvere è quello della conferma di Cosimo “Cocchino” D’Eboli come direttore tecnico per iniziare a concretizzare l’aspetto tecnico della prima squadra, ma non solo. Fondamentale la presenza in quel ruolo di un elemento dalla forte personalità, capace di mediare tra le diverse anime societarie e interpretare le dinamiche particolari di un gruppo nel calcio, integrando tutti i protagonisti, valorizzandoli senza farli sentire indispensabili. D’Eboli lo ha fatto nella lunghissima stagione appena finita ed ha dato la massima disponibilità per continuare il rapporto, visto che crede nelle potenzialità inespresse di una piazza calcistica mortificata da troppo tempo ed ha la competenza e la capacità di fronteggiare le criticità sia ambientali che legate ad un torneo competitivo come la prossima serie C.
IL FUTURO E' ADESSO - Bando, quindi, alle incertezze ed alle criticità sempre in agguato tra caratteri forti come quelli di Cocchino e don Pietro. Le prossime ore potrebbero essere quelle decisive per individuare il budget, concludere gli accordi formali e partire con la costruzione del Messina edizione 2021-2022.
Il primo obiettivo deve essere quello di non lasciare nulla di intentato per creare una realtà forte e credibile nel panorama calcistico italiano, consolidando la posizione raggiunta e ricostituendo quella struttura organizzativa che consente a una società di durare nel tempo e crescere in modo sostenibile sul territorio. In parole povere, mettere tre-quattro professionisti del settore nei ruoli tecnici chiave (ds, dg, gestione settore giovanile, responsabile amministrativo), costruire la struttura organizzativa in modo snello e con gente motivata, curando particolarmente il marketing e la comunicazione, chiedendo impegno commisurato ad obiettivi e, di conseguenza, pretendendo responsabilità nelle scelte e i corrispondenti giusti meriti al raggiungimento dei risultati. Questo dovrà essere il Messina 2021-2022.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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