L’ultimo atto della vicenda giudiziaria riguardante l’Acr Messina è arrivato con la decisione della Seconda Sezione Civile, Ufficio procedure concorsuali del Tribunale di Messina, composta dal presidente Ugo Scavuzzo, dal giudice relatore Daniele Carlo Madia e dall’altro giudice Maria Carmela D’Angelo, che accoglie il ricorso presentato dalla società calcistica lunedì scorso per l’accesso ad uno strumento di regolazione della crisi e dell’insolvenza giudiziale, in opposizione alla richiesta, da parte della procura, di apertura della procedura di liquidazione, risalente al 6 maggio.
I CONTENUTI DEL DISPOSITIVO - Senza entrare in eccessivi tecnicismi, cosa produrrà questa decisione? Bisogna intanto riportare alcuni fatti contenuti nell’atto emesso questo mercoledì 11 giugno 2025 perché, forse, aiutano a mettere un minimo di chiarezza in una situazione che sicuramente incide in modo significativo sul futuro immediato del calcio a Messina, soprattutto riguardo la possibilità di continuare l’attività durante questa fase della procedura prevista dal codice per la crisi di impresa.
Nell’udienza di martedì 10 giugno, i legali dell’Acr Messina Cicciari e Picciolo hanno depositato alcuni documenti necessari per integrare la richiesta di poter evitare l’avvio immediato della procedura di liquidazione (quello che prima veniva chiamato fallimento), mentre la procura aveva chiesto di non considerare ammissibile questa possibilità. Si tratta della procura ai difensori e ricorso sottoscritto, della determina dell'organo amministrativo con atto notarile del 9.06.2025, dei bilanci relativi agli esercizi 2021-2022-2023, dell'elenco nominativo dei creditori con l’indicazione dei rispettivi crediti e delle cause di prelazione, di una visura camerale aggiornata.
Un poco di curiosità poteva destare la determina con atto notarile, ma si tratta di un documento, redatto alla presenza del notaio Santoro di Messina, nel quale, come previsto dal codice della crisi di impresa, l’organo amministrativo dell’Acr Messina Stefano Alaimo comunicava di avere informato l’altro amministratore con firma disgiunta Doudou Cissè dell’intenzione di richiedere l’accesso allo strumento di regolazione della crisi e dell’insolvenza giudiziale e procedeva alla relativa determina nei modi richiesti dalla legge.
La domanda dell’Acr contenente l’atto notarile, quindi, viene considerata legittima e ammissibile dai giudici della Seconda Sezione Civile, Ufficio procedure concorsuali del Tribunale di Messina, mentre la procura aveva eccepito l’inammissibilità della richiesta con riferimento all’omessa deliberazione della determina oggetto dell’atto notarile da parte dell’amministratore Cisse Doudou Aissatou Sarr.
COSA SUCCEDE ADESSO? - Il dispositivo precisa poi cosa succederà nell’immediato, perché, entro 60 giorni, l’Acr Messina dovrà depositare una proposta di concordato preventivo, con il piano attestato e/o accordo di ristrutturazione dei debiti e/o piano di ristrutturazione e/o transazione fiscale con le relative attestazioni di veridicità e la documentazione necessaria secondo le norme vigenti.
IL COMMISSARIO - Inoltre, viene nominato l’avv. Maria Di Renzo quale commissario giudiziale, disponendo che questi riferisca immediatamente al tribunale su ogni atto di frode ai creditori non dichiarato nella domanda ovvero su ogni circostanza o condotta del debitore tali da pregiudicare una soluzione efficace della crisi.
Il commissario giudiziale è autorizzato ad accedere alle banche dati dell’anagrafe tributaria, dell’archivio dei rapporti finanziari, degli atti assoggettati a imposta di registro e ad estrarre copia degli stessi, acquisire l'elenco dei clienti e l'elenco dei fornitori contenuti nelle trasmissioni telematiche di fatture, corrispettivi, pagamenti tracciati, acquisire la documentazione contabile in possesso delle banche e degli altri intermediari finanziari relativa ai rapporti con l'impresa debitrice, anche se estinti, acquisire le schede contabili dei fornitori e dei clienti relative ai rapporti con l'impresa debitrice.
GLI OBBLIGHI DEL DEBITORE - L’Acr deve anche depositare, durante i 60 giorni concessi dal dispositivo dell’ 11 giugno, il prospetto aggiornato delle operazioni attive e passive di importo unitario superiore ad € 5.000,00 effettuate o maturate nel mese di riferimento, relative all’amministrazione ordinaria nella continuazione dell’attività aziendale, nonché degli oneri finanziari maturati nello stesso periodo (da depositare anche se negativo), la relazione relativa alla gestione finanziaria dell’impresa e all’attività compiuta ai fini della predisposizione della proposta e del piano, la relazione sulla situazione patrimoniale, economica e finanziaria che, entro il giorno successivo, è iscritta nel registro delle imprese su richiesta del cancelliere, il report concernente l’andamento di tutti i conti correnti intestati alla ditta debitrice con allegazione dei relativi estratti conto.
Infine, la società rappresentata legalmente da Stefano Alaimo deve versare, entro il 21 giugno 2025, la somma di euro 15.000,00 per le spese della procedura necessarie durante i 60 giorni concessi, su un c/c bancario intestato al Commissario Giudiziale, riservando al tribunale ogni successiva e specifica autorizzazione per il compimento degli atti di straordinaria amministrazione, nonché per ogni tipo di prelevamento dal conto corrente sopra indicato.
L’udienza collegiale viene riconvocata per il 10 settembre prossimo, alla presenza della società, del Pubblico Ministero e del Commissario, l’avv. Maria Di Renzo, già curatrice del fallimento Sea Flight e, attualmente, delle procedure riguardanti Milauto e il gruppo Foti, curiosamente operanti nello stesso ambito del socio al 20% Pietro Sciotto, non citato nella procedura avviata l’11 giugno, ma che ha ancora la fidejussione da 350.000 euro a garanzia degli stipendi dei tesserati per la stagione 2024-25, ha concluso, a suo tempo, l’accordo per la rateizzazione dei debiti contributivi e tributari connessi al salvacalcio e, molto probabilmente, tiene parecchio a non essere coinvolto in ulteriori problemi derivanti da questa procedura.
E IL FUTURO? - Il Messina, teoricamente, ha quasi un mese di tempo per poter completare l’iscrizione alla serie D, ma, in realtà, prima della fine di giugno, potrebbe subire ulteriori penalizzazioni dalla giustizia sportiva, mettendo a repentaglio la sopravvivenza del titolo sportivo. Ieri c’è stato un colloquio a distanza tra Dante Scibilia, in collegamento da Venezia, il sindaco Basile, in remoto tra le vie di Roma ed Ezio Sindoni, vicepresidente della Cooperativa di sostenitori del Messina che, appena costituita, sta dando l’anima per cercare una compagine societaria credibile e forte cui affidare il futuro del calcio nella nostra città. Esito interlocutorio, e non poteva essere altrimenti, visto che il professionista coinvolto è uno dei più influenti in ambito nazionale per le sue conoscenze e aderenze negli ambienti di Figc, ma, in mancanza di incarichi ufficiali, non può andare oltre una generica e, comunque, gentile disponibilità. Magari le notizie sul fronte del tribunale fallimentare potrebbero mettere un minimo di chiarezza, fermo restando che occorrerebbero interventi immediati e certezze per evitare batoste severe o pannicelli caldi, o, peggio ancora, soluzioni precarie legate alle solite promesse o impegni futuri, tutti scenari già visti, purtroppo, alle nostre latitudini, negli ultimi 20 anni. Il tempo delle strategie è esaurito, servono persone serie e “marinai in coperta”, se davvero si vuole tornare a vivere il calcio come fenomeno sociale e manifestazione del senso di appartenenza a una comunità.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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