31 anni di carriera e non sentirli. La voglia di calcio di Nicola Polessi è la stessa di quando ha iniziato a muovere i primi passi nel settore giovanile dell’Aurora Mazara o di quando debuttò nell’allora Campionato Nazionale dilettanti con la maglia dello Scicli. Oggi, a 47 anni (è nato il 6 ottobre del 1970), difende i pali del Caltagirone con la caparbietà di un ragazzino e anche nell’ultima uscita sul campo del Pistunina è risultato tra i migliori in campo, salvando il risultato con due super interventi su D’Arrigo e Di Maggio: “Ero ancora avvelenato per la sconfitta subita al 96’ con il Biancavilla - spiega - però credo che qualche mano divina mi abbia aiutato. Ci vuole sempre un pizzico di fortuna, anche perché sul colpo di testa da distanza ravvicinata sono anche scivolato”.

Lo 0-0 consente al Caltagirone di restare in piena corsa per conquistare la salvezza diretta: “Un pareggio importantissimo - prosegue Polessi - perché poi sarebbe stata dura. Il Pistunina sarebbe andato a +7 e con un pareggio restiamo lì: abbiamo ancora la sfida con l’Atletico Catania e lotteremo fino alla fine dando il massimo. Speriamo di farcela perché ci tengo molto a questa salvezza: io sono di Mazara del Vallo, ma vivo a Caltagirone e mi sento un calatino a tutti gli effetti”.

La lotta salvezza, però, appare difficile da decifrare in un campionato falsato da un Atletico Catania tenuto in vita solo dalla grande volontà dei tifosi, dall’Adrano che è tornato in campo ad Avola dopo due rinunce consecutive o dal Ragusa che appare ormai dimesso e rassegnato. Un campionato che poteva essere davvero avvincente, macchiato da atteggiamenti che poco hanno a che fare con il calcio: “All’inizio si parte tutti con grande entusiasmo - spiega l’esperto Polessi - poi magari per mancanza di soldi succedono cose del genere. Non è decoroso per il campionato, perché noi con l’Atletico Catania abbiamo solo pareggiato e adesso invece tutti vincono con grande facilità e poi non è bello vedere piazze importanti come lo stesso Atletico o Adrano fare una fine del genere”.

Nonostante una carriera più che importante e un peso specifico di un certo livello nel mondo del calcio, Polessi mantiene ancora una grandissima umiltà che, unita all’entusiasmo di un debuttante, lo rende ancora un calciatore di sicuro affidamento. Una forza immane, per nulla limitata da un dito lussato che potrebbe pregiudicarne le prestazioni: “Io mi alleno sempre al massimo - afferma - lavoro sulla forza esplosiva e metto sempre in pratica quello che facevo quand’ero in Serie C. In futuro vorrò fare il preparatore dei portieri, ma ho ancora voglia di scendere in campo la domenica: è una cosa che mi viene da dentro, la mia testa mi dice di lottare sempre, perché sono certo che mi mancherà tutto questo quando smetterò e non voglio pentirmi di aver mollato. Finché avrò forza e voglia di allenarmi con piacere giocherò, quando questo svanirà e il campo dirà che dovrò smettere, sarà il momento di lasciare. Mi piace stare nel mondo del calcio perché è quello che faccio da 31 anni e, ripeto, finché avrò voglia giocherò. Intanto speriamo di salvarci quest’anno, poi si vedrà”.

Sezione: Eccellenza / Data: Gio 15 febbraio 2018 alle 16:59
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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