La settimana successiva, stavolta in casa, il Giostra sconfisse per 2-1 il Termini Imerese e, sette giorni dopo, compì un autentico capolavoro battendo a domicilio la Reggina per 0-1. Anche la stampa cominciò a capire che la squadra di Sudati, da cenerentola del torneo, avrebbe potuto consacrarsi come la rivelazione del campionato: “Che i giostrini avrebbero venduto a caro prezzo la loro pelle, lo sapevamo in partenza, ma alla vittoria non si sperava veramente!” commenta con un pizzico di esaltazione l’inviato del “Notiziario di Messina”. Nel frattempo, però, anche l’A.C. Messina rimase imbattuta, posizionandosi al secondo posto della graduatoria, un punto sotto la “consorella”.

A gennaio, però, arrivò il primo derby stagionale, che si concluse con la vittoria del Messina per 2-1. Tutta la città, alla luce del risultato, credette che la prima squadra cittadina avesse spento l’impeto iniziale del Giostra, prendendosi lo scettro peloritano e puntando definitivamente alle fasi finali della competizione. Tutto normale, insomma, con l’ordinario scorrere degli eventi ristabilito. Ma, come detto in apertura, siamo qui per raccontare una favola… quella dell’Unione Sportiva Giostra. I puri di Sudati, nonostante la mazzata del derby, ripresero la corsa con ancora più convinzione, raccogliendo scalpi eccellenti sulla via della gloria. All’inizio di febbraio, infatti, un pubblico in visibilio salutò la splendida vittoria dei giostrini sul Catania, maturata in virtù di un secco 2-0.

Il cronista dell’epoca, in piena trance agonistica, paragonò la vittoria della squadra rionale ad un lungometraggio americano: “Gli attori della partita di domenica sono stati applauditissimi dal folto pubblico presente nella…sala. Da parecchio non vedevamo films così bene impostati, così bene tecnicamente diretti e così bene interpretati. […] I giostrini, sospinti dall’incitamento della folla, invadono il campo catanese e il portiere Goffi si deve prodigare con grandi parate per fermare i giocatori bianco azzurri. […] Al 17’ la bella azione che porta il Giostra in vantaggio: Scevola fugge sulla linea laterale, crossa in mezzo e Sudati raccoglie al volo e con mezza girata segna imparabilmente. Goal capolavoro e pubblico in visibilio. […] Al 16’ della ripresa il Giostra raddoppia: Capri tira da quaranta metri un pallone che a parabola si porta nell’area degli etnei, Pace con le spalle alla porta tocca di testa infilando l’esterrefatto Goffi. […] Il Giostra va elogiato in blocco”.

Tutte le avversarie caddero dinnanzi all’avanzata della squadra biancazzurra. Tutte, meno una… l’A.C. Messina, infatti, tenne il passo della capolista, offrendo ottime prestazioni sui campi di Calabria e Sicilia. I posti per il girone finale, che avrebbe assegnato un posto in cadetteria, erano due, ma nella sfida tra Messina e Giostra ballava l’onore cittadino, qualcosa di poco tangibile ma di estremamente influente.

Il 4 maggio, davanti ad un Campo di Gazzi gremito in ogni ordine di posto (per quei pochi che c’erano, naturalmente), Giostra e Messina tornarono ad affrontarsi. Prima contro seconda, favola contro realtà, figlia contro madre, tramutata per l’occasione in matrigna. E come in ogni fiaba che si rispetti, nonostante l’incontro fu tutto sommato cordiale, Davide riuscì a battere Golia. La protagonista abbatté l’antagonista, con un risicato 1-0: “[…] la ripresa iniziava fiacca e quasi monotona, fino a quando al 18’ Gaetano riusciva a porgere un felicissimo pallone a D’Andrea che non doveva faticare molto per insaccare. […] Il pubblico, educatissimo, correttissimo e cavalleresco, salutava con soddisfazione (non tanto per il risultato quanto per il giuoco) tutti i bravi atleti”.

Tutto era compiuto. Il Giostra, formato quasi interamente da calciatori del rione, sconfisse l’undici al qual si ispirava, vincendo il girone C della terza serie nazionale. Tutto vero… comunque fosse andata, il nome dell’Unione Sportiva Giostra sarebbe rimasto scolpito negli almanacchi, eternato da quella classifica che la vedeva precedere il Messina, il Catania e la Reggina. La prima squadra cittadina, invece, finita al secondo posto a pari punti con gli amaranto d’oltre Stretto ed il Crotone, si aggiudicò gli spareggi contro le due compagini calabresi per disputare l’ultima parte del torneo interregionale.

La città fu colta da un’ondata di esaltazione. Messina si presentava al girone finale con due pretendenti alla serie B: da un lato l’amore di una vita, quella squadra che portava il nome della vecchia capitale del Regnum Siciliae, che aveva accompagnato le domeniche di molti appassionati; dall’altro, una favola che non poteva non essere sostenuta, una squadra rionale, senza nessuna pretesa, che aveva messo in riga città popolose e storicamente affermate. Inutile dire che, in quella delirante estate del 1947, ogni messinese ebbe il cuore spaccato in due. La parte predominante, colorata di giallorosso, coccolava quella piccola ed irrequieta creatura, biancazzura e pura, con qualche invidia ma anche con tanto orgoglio.

Il girone finale, che comprendeva le due migliori squadre di ognuno dei tre raggruppamenti, raccolse il fior fiore del calcio meridionale. Sfibrate da una stagione lunghissima, ma determinate a raccogliere la gloria, si presentarono la Nocerina, l’Audace Monopoli, il Benevento, la Turris ed, ovviamente, Messina e Giostra.

CONTINUA…

Sezione: Amarcord / Data: Dom 07 agosto 2016 alle 12:08
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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