Sono passati più di quindici anni dall’ultima partita del Messina in massima serie, giocata all’Olimpico contro la Roma di Totti. In quell’occasione, siciliani e capitolini diedero vita ad una partita pirotecnica, terminata con la vittoria dei padroni di casa per 4-3. Una sfida divertente, giocata a viso aperto da due squadre che non avevano più nulla da chiedere al campionato: la Roma, matematicamente seconda dietro l’Inter, mise a segno le sue reti con Totti (doppietta), Mancini e Rosi. Nel Messina, invece, a timbrare il cartellino furono Christian Riganò, per due volte, e Nicholas Cordova. Da allora il nulla assoluto, sulla riva siciliana dello Stretto, salvo qualche gioia effimera come le promozioni sotto la presidenza Lo Monaco o la vittoria della serie D con la famiglia Sciotto.
Ma per puro diletto statistico, senza la pretesa di decidere chi sta meglio o peggio della biancoscudata, in questo inizio d’anno ci siamo chiesti dove si trovano tutte le altre realtà che hanno calcato i campi della massima serie. Sono 68 le compagini che, anche solo per una stagione, hanno militato nella più importante categoria nazionale. Venti, naturalmente, sono attualmente in serie A, tra le quali l’Inter vanta più partecipazioni (ben 90) contro l’unica del Monza, al debutto assoluto nell’olimpo pallonaro del bel paese.
Delle venti compagini della serie cadetta, invece, sono diciassette le squadre che hanno giocato in serie A. Le uniche a non aver effettuato il “grande salto”, infatti, sono Sudtirol, Cosenza e Cittadella. Ben dieci, poi, gli scudetti relegati in serie B: ai nove del Genoa, infatti, si unisce il glorioso “alloro” del Cagliari, conquistato nel 1969/70 dagli isolani.
E’ la serie C, però, la categoria che ospita più squadre con almeno una stagione in A. Sono ben ventuno (su sessanta), infatti, le società che possono vantare almeno una partecipazione nel massimo raggruppamento nazionale. Tra queste, ovviamente, c’è il Messina, insieme ad altre squadre blasonate come il Vicenza (30 partecipazioni), la Triestina (26), il Padova (16), l’Alessandria (13), il Novara (13), il Cesena (13), la Pro Patria (12), il Foggia (11) e l’Avellino (10), solo per citare chi ha superato la decina di stagioni.
Chi si trova, quindi, nelle categorie dilettantistiche dopo aver calcato i campi della serie A? In serie D troviamo addirittura sette compagini, alcune impantanate nelle zone di medio-bassa classifica. Nel girone meridionale, il Catania sta dominando il torneo, pronta a tornare nel professionismo, a differenza del Livorno, sesta in classifica nel girone E, e del Carpi, al momento quinto nel girone D. La Pistoiese, nonostante il secondo posto nel raggruppamento padano, vanta undici punti di ritardo dalla capolista Giana Erminio, mentre il Legnano langue nel limbo del centro classifica del girone A. Male lo scudettato Casale, sestultimo nel raggruppamento appena citato, e malissimo il Varese, a rischio retrocessione nel girone B.
Sembra assurdo ma, nonostante il glorioso passato, esistono due società che, in tempi recenti, hanno assaggiato la serie A e, adesso, si trovano addirittura nel campionato di Eccellenza. Parliamo della Clivense, erede non ufficiale del ChievoVerona (la società depositaria del marchio, infatti, è stata dichiarata fallita ed è attiva a livello giovanile grazie all’esercizio provvisorio) ed il Treviso, militante nel girone C dell’Eccellenza veneta. Entrambe, però, si trovano al primo posto dei propri raggruppamenti, in procinto di ritornare nel massimo torneo dilettantistico già dalla prossima stagione. Completa la statistica delle “68 bellissime” la Sampierdarenese, società confluita nel 1946 nella U.C. Sampdoria.
Il calcio, si sa, è uno sport che vive di cicli, di ruote che si muovono, instancabili, nella definizione delle loro traiettorie. Andirivieni senza un reale senso, costituiti da momenti scintillanti e lunghi periodi di depressione: come non pensare alla Spal, per esempio, che dopo 17 campionati in A tra gli anni ’50 e ’60, scomparve dal calcio che conta per tornarci solamente nel 2016. Quanto dovrà aspettare Messina, purtroppo, non è dato sapere… chi vivrà, si spera, vedrà.
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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