Scrivere un articolo su Riccardo Zampagna non è mai stato semplice. Il bagaglio di frasi fatte pallonare, utili ad infiocchettare le parole sullo schermo, sembrano sempre inadatte al contesto sinusoidale dell’ex attaccante umbro, scientificamente attento a compiere la scelta più insensata dinnanzi ad un bivio apparentemente scontato. Stavolta, però, Riccardone ha sorpreso tutti nella sua normalità, optando  per l’alternativa più ovvia. L’ex centravanti del Messina, infatti, ha ceduto la tabaccheria nel centro di Terni, acquistata al termine della carriera, per diventare allenatore a tempo pieno.

Dopo le ottime esperienze sulle panchine di Macchie ed Assisi, infatti, Mister Zampagna ha accettato l’offerta della Trestina, compagine di quarta serie di Città di Castello, piccolo centro in provincia di Perugia. Scelta in controtendenza proprio perché normale, per un uomo che ha sempre affermato di non trovarsi bene nel mondo del calcio, che pure gli ha regalato le luci della ribalta permettendogli una vita più che agiata.

Nel 2004, infatti, proprio nel periodo più alto della sua carriera, dichiarò al Corriere della Sera: “Io, nel calcio, mi ci trovo male. Calciatori si nasce e io non ci sono nato. Il calciatore cresce passando attraverso i settori giovanili, con gente che gli spiega cosa fare. A me non m'ha mai spiegato niente nessuno. Ho sempre fatto a modo mio e mi piacerebbe allenarmi come voglio. Non sono mai stato inquadrato, io vengo dal nulla. Ho fatto il tappezziere dividendo il mio tempo tra lavoro ed allenamenti nelle categorie minori”.

Le tifoserie, spesso, si sono spaccate dinnanzi a questo umbro d’acciaio, incurante delle reazioni esterne al rettangolo verde, giudice inappellabile che l’ha spesso premiato. In molti l’hanno osannato, in tanti lo hanno mal sopportato, contestando il suo inguaribile menefreghismo o le sue azioni incredibilmente fuori dal coro (fece scalpore il pugno alzato verso la curva “rossa” del Livorno, prima di un match tra amaranto e Messina).

Ma, come affermato precedentemente, per Riccardo Zampagna è il campo a parlare. Con la casacca biancoscudata, infatti, l’ex tappezziere ha messo a segno ben 31 reti in 71 partite, spesso in maniera spettacolare ed inaspettata. Adesso, la nuova avventura lo ha costretto ad abbandonare la sua normalità in controtendenza, reclamando il suo tempo in maniera totalizzante. L’uomo che odiava il calcio, pertanto, ha deciso di riabbracciare quel mondo che spesso l’ha infastidito. A prescindere di come andrà, la certezza è che non sarà un’avventura normale.

Sezione: Erano a Messina / Data: Ven 17 giugno 2016 alle 20:20
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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