Da calciatore ha scritto la storia in riva allo Stretto e non solo, togliendosi innumerevoli soddisfazioni durante l'arco della sua carriera. Adesso la sua strada prosegue in panchina e dopo le esperienze al timone di Atletico Catania, Spadaforese, Giarre e Torregrotta, tra Promozione ed Eccellenza, Carmelo Mancuso è pronto a ripartire dalla Rappresentativa Provinciale degli Allievi, impegnata al TorneoPietro Paolo Brucato”, primo vero e proprio banco di prova per la compagine guidata da Mancuso.

Fortemente voluto da Massimo De Domenico e presentato ufficialmente nella sede della Delegazione Provinciale della FIGC, presieduta da Leonardo Lacava, Mancuso è un tecnico abituato a lavorare con i giovani, avendo guidato per due anni gli Allievi Nazionali del Messina e nel successivo biennio la formazione Primavera quando il team biancoscudato militava in Serie A.

In seguito al fallimento del Messina, l'ex terzino palermitano, classe 1965, ha lavorato con la Scuola Calcio dell'Università di Messina, collaborando anche con il compianto “ProfessoreFranco Scoglio e successivamente ha ricoperto l'incarico di Responsabile del Settore Giovanile del Città di Messina, ruolo che ha avuto anche al Messina in Serie D.

Un incarico federale per il tecnico siciliano, pronto a mettere la sua esperienza e la sua professionalità al servizio dei più giovani: “Sono abituato a lavorare con i ragazzi, anche se fare il selezionatore è un'esperienza nuova e diversa, non avendo la possibilità di lavorare sul campo giornalmente. Ringrazio chi mi ha dato fiducia, lavoreremo a trecentosessanta gradi e cercheremo di varare un progetto per contribuire nel nostro piccolo a cambiare un sistema evidentemente malato. La mancata partecipazione dell'Italia ai prossimi Mondiali in Russia, nel 2018, è solamente la conseguenza di una situazione incancrenita a partire dal basso, arrivando ai vertici del calcio italiano. Sogno un cambiamento, una riforma che possa premiare la meritocrazia e valorizzare i nostri talenti e che possa far emergere addetti ai lavori, calciatori e tecnici competenti. Auspico un maggior dialogo tra club, tecnici e FIGC, a partire dal nostro territorio”.

Da calciatore ha vestito le maglie di Milan e Lecce in Serie A, Messina, Monza, Ascoli e Lecce in Serie B, Messina, Giarre, Monza ed Igea Virtus tra Serie C1 e Serie C2, chiudendo la sua carriera in Serie D con il Casarano ed in Eccellenza con il Real Messina, con la vittoria della Coppa Sicilia: “Ho esordito in Serie A con la maglia del Milan l'8 dicembre del 1985, appena ventenne fui gettato nella mischia da Liedholm contro il Napoli di Maradona, Giordano e Careca, impossibile dimenticare quel giorno. Ho avuto il piacere e l'onore di giocare contro grandi campioni del calibro di Peruzzi, Ferrara, Conte, Deschamps, Zidane, Del Piero, Inzaghi, Gullit, Rijkard e Van Basten, giusto per citarne qualcuno e di scendere in campo al fianco di Baresi. Difficile sceglierne uno, ma Maradona e Van Basten erano due calciatori unici, in grado di far sembrare semplice anche la giocata più difficile”.

Al Messina, alla guida della formazione PrimaveraMancuso valorizzò diversi talenti, su tutti Giuseppe Rizzo e Marco Crimi, ma anche Federico Dionisi, Adriano Montalto e tanti altri tra cui Ferla, PaternitiSantoro, Calà, De SalvoBombara, Campanella, Kouadio, CardiaProvenzano, MastroieniMontella e Rasà: “Sono stati quattro anni intensi, abbiamo lavorato bene e tanti ragazzi passati da Messina adesso militano tra i professionisti. Accompagnai Giuseppe Rizzo e Marco Crimi quando firmarono i loro primi contratti, rispettivamente con Reggina e Bari. La soddisfazione più grande è aver trasmesso loro qualcosa”.

Mancuso, messinese d'adozione, sbarcò in riva allo Stretto nel 1982 assieme a Totò Schillaci e vinse un campionato di Serie C2, valorizzato proprio da Scoglio. Si mise in luce al Messina a suon di prestazioni di altissimo livello, tanto da ricevere la chiamata del Milan. In maglia rossonera collezionò diverse presenze, anche in Coppa Italia, chiuso però da un Paolo Maldini in rampa di lancio: “Ma non ho alcun rammarico, sono contento della carriera che ho fatto. Forse sono approdato al Milan troppo presto, ma ho avuto anche il piacere di togliermi grandi soddisfazioni in Serie A, con la Rappresentativa Under 21, con la Nazionale Juniores e vincendo diversi campionati e la Coppa Italia in Serie C con il Monza per due volte, sempre contro il Palermo. Il calcio è fatto di gioie e dolori, ma deve essere un puro divertimento. Ho sempre praticato lo sport in maniera sana e genuina, spinto solo dalla passione. Non mi sono mai piegato davanti a niente e nessuno, mettendo sempre al primo posto il rispetto, la lealtà e la dignità”.

Mancuso tornò al Messina in Serie B, sfiorando la promozione in Serie A sempre agli ordini di Scoglio. Successivamente vinse il campionato di Serie C1 con il Monza e la Coppa Italia battendo il Palermo, disputando anche due stagioni in Serie B. Nel 1990 si trasferì al Giarre, prima alla corte di Angelo Orazi, poi di Gian Piero Ventura, sfiorando per ben due volte la Serie B. Nel biennio successivo il ritorno in cadetteria con l'Ascoli, prima del trasferimento a Lecce: una nuova scommessa per Mancuso, vincente, con prestazioni di altissimo livello e due promozioni consecutive dalla Serie C1 alla Serie A sotto la guida di un giovanissimo Cesare Prandelli: “Ho cercato di imparare da tutti gli allenatori che ho avuto, facendo ovviamente una giusta scrematura. Sono stati tutti fondamentali per la mia crescita, umana e professionale. Non è difficile scegliere uno dei ricordi più belli della mia carriera ed è legato al grande Franco Scoglio. Se ne andò il giorno del mio quarantesimo compleanno, ha dato veramente tanto al calcio messinese e non solo. Una volta lo incontrai durante un ritiro estivo, lui allenava il Torino, io giocavo a Lecce. Mi mise una mano sul collo rivolgendosi al giornalista Gian Maria Gazzaniga e disse: lui era uno dei miei bastardi quando allenavo il Messina. Non lo dimenticherò mai”.

Sezione: Fuori Campo / Data: Gio 16 novembre 2017 alle 18:00
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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