Siamo abituati, sin dalla notte dei tempi, ad etichettare il mondo circostante, spesso dimenticando che le categorie possono risultare maglie castranti per la creatività umana. Siamo così obnubilati, anche sul pianeta calcio, da ciò che può definirsi “ufficiale”, che a volte ci perdiamo qualcosa di veramente interessante che, forse, potrebbe farci battere il cuore più di tutto il resto, risvegliando il nostro ancestrale legame con le emozioni.
A latere del calcio ufficiale, dominato dal denaro della Fifa, esiste un universo parallelo dove le nazionali, spesso, non corrispondono ai nomi sugli atlanti ma a idee di appartenenza storica e culturale. Ed è in questo contesto che, negli ultimi anni, la nazionale siciliana, conosciuta con il nome di Sicilia Football Association, si sta ritagliando il proprio spazio, aderendo alle federazioni “extra-Fifa” e intessendo rapporti con altre nazionali che non sono riconosciute ufficialmente. Una selezione rappresentativa della nostra terra che, tra l’altro, parla un forte accento messinese: oltre alla sede legale, posta nella città dello Stretto, nell’organigramma figurano persone molto conosciute alle nostre latitudini come Mario Bonsignore, Pietro Cannistrà, Benedetto Bottari, Fabrizio Caratozzolo, Nicola Maddocco e Gaetano Mangione.
E dopo l’esordio ufficiale dello scorso luglio, con una roboante vittoria per 4-1 ai danni della Sardegna, sono arrivate, nel giro di un trimestre, importanti comunicazioni, come la partecipazione all’Europeo 2023 e la fondazione della sezione femminile. E’ notizia di ieri, inoltre, la stipula del partenariato con l’Ente Parco delle Madonie, all’interno del quale si raduneranno la stessa Sicilia e la nazionale della Corsica, prossima sfidante dei giallorossi in giugno. Nonostante la patria di Napoleone non figuri tra le affiliate alla Confederation of Independent Football Associations (Conifa), la più importante federazione calcistica esterna alla Fifa, è opinione comune che la selezione dell’isola francese sia una delle più forti nazionali non ufficiali. I convocati, per la maggior parte, sono calciatori professionisti delle prime due serie francesi, con un’ottima esperienza internazionale.
Un banco di prova interessante per la Sicilia che, al momento, attinge i propri calciatori da terza e quarta serie nazionale. Tra i convocati del ct Marchese, nella prima gara, c’era anche Davis Curiale, centravanti in forza al Messina, insieme a tanti ex peloritani come Cocimano, Bossa e Savanarola. Nessun oriundo, solo siciliani veri, di nascita, appartenza o sentimento. Molto biancoscudato, quindi, in una squadra che indossa splendide maglie strettamente legate alla storia della nostra isola: oltre alla prima divisa, la Véspiru, naturalmente giallorossa con il simbolo della Trinacria, la Sicilia FA completa l’abbigliamento da campo con la tenuta Fidiricu, ispirata al più grande sovrano del Regnum Siciliae, e con la Ruggeru, che sfoggia le insegne della famiglia normanna degli Altavilla.
Un continuo richiamo ad una sfolgorante tradizione, dall’abbigliamento ai comunicati, che l’ufficio stampa si premura di inviare in doppia lingua, italiano e siciliano. E quest’estate si potrà fare il tifo per “la nazionale di casa nostra”, impegnata, come già accennato, all’Europeo Conifa, insieme ad altre selezioni dell’area italica: ai nastri di partenza della competizione, infatti, ci saranno anche le Due Sicilie (rappresentativa dello stato borbonico scomparso nel 1861), la Sardegna e la Padania, oltre a Cipro del Nord (paese ospitante), Lapponia, i campioni in carica dell’Ossezia del Sud, la Cornovaglia e l’Occitania. In attesa di conferma, invece, la nazionale della Terra dei Siculi, la Székely Land, nome originale del paese, che non ha nessun grado di parentela con la nostra isola. Si tratta, infatti, di un territorio abitato da un popolo d’etnia ungherese, sito nella zona meridionale della Transilvania che, per puro caso, ha lo stesso nome del popolo dei nostri antenati.
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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