È arrivata la decisione del giudice sportivo dopo la sospensione della gara tra Città di Sant’Angelo e Mirto dello scorso 9 marzo e valida per la 16^ giornata del girone barcellonese di Terza categoria. La sfida era stata interrotta al 18’ del secondo tempo in quanto, dopo la concessione di un calcio di rigore alla squadra ospite – secondo quanto riportato ufficialmente - il calciatore Arbaoui Moamed (Città di Sant’Angelo) correva verso il direttore di gara con l’intenzione di aggredirlo, colpendolo “violentemente sul petto e con la testa sullo zigomo destro. Il direttore di gara immediatamente avvertiva un forte dolore al volto e poiché trovava difficoltà a respirare dopo alcuni secondi decretava col triplice fischio l’interruzione della gara”. L’arbitro dopo aver lasciato l’impianto di gioco si è recato al pronto soccorso dell’ospedale di Sant’Agata di Militello dove “tenuto sotto osservazione per qualche ora, veniva refertato con prognosi di giorni tre e con una diagnosi di Trauma arcata zigomatica destra e cervicalgia”.
Il giudice sportivo ha quindi deciso di punire la società con la sconfitta per 3-0 e un’ammenda di 100 euro e il calciatore con una squalifica fino al 13 marzo 2028.

Esito che cambia la classifica e con i tre punti il Mirto raggiunge proprio i santangiolesi a quota 24 al sesto posto.

CLASSIFICA: Scuola Calcio San Benedetto 38, Furnari 33, Rocca 30, Tusa 29, Caronia 29, Mirto 24, Città di Sant'Angelo 24, Pro Tonnarella 19, Città di Pettineo 18, Castell'Umberto 16, Sant'Antonino 9, Castelluccese 1
 

Queste le decisioni ma la società Città di Sant’Angelo, con un proprio comunicato ufficiale, ha esposto la propria versione dei fatti.
Di seguito il comunicato del club:  

“Spesso, anche quelle che sembrano verità assolute, o che come tali vengono riportate, non corrispondono necessariamente al vero. A volte capita di trovarsi di fronte a descrizioni dei fatti che, in buonafede o meno (non saremo noi a stabilirlo), rispondono all’esigenza di giustificare decisioni errate ed errori inaccettabili. 
È quello che è accaduto lo scorso 9 marzo allo stadio comunale “R. Caldarera” di Sant’Angelo di Brolo, mentre si disputava la partita di campionato di Terza Categoria tra l’ASD Città di Sant’Angelo e la Polisportiva Mirto. Il match era condotto dal Sig. Kevin Cono Butera (sez. Barcellona P.G.), giovane ed evidentemente inesperto arbitro, il quale ne ha decretato la conclusione anticipata per i motivi di cui tutti siamo venuti a conoscenza, imputandoli ad A. M. ragazzo minorenne, santangiolese d’adozione, da tutti benvoluto e che per educazione non è secondo a nessuno. 
La descrizione dei fatti esposti dal Direttore di Gara prima e dal Giudice Sportivo poi, risulta del tutto fuorviante, nonché colma di contraddizioni. Motivo per cui, questa società (impegnata sul sociale con l’obiettivo di trasmettere importanti valori sportivi ed umani ad ormai più di cento ragazzi) si dissocia totalmente da quanto riportato nel referto e nel comunicato e chiarisce quanto segue. 

Durante la correttissima partita, serenamente affrontata con gli amici del Mirto, il direttore di gara al minuto 18 s.t., decretava un dubbio calcio di rigore, pertanto, i calciatori si recavano verso l’arbitro, per avere chiarimenti anche alla luce dell’evidente fuorigioco non segnalato. 
Ed è qui che (non) è avvenuto l’accaduto. Nello specifico, il ragazzo in questione, esile diciassettenne, provando a reclamare avverso l’ingiustizia subita, correva in direzione dell’arbitro, il quale (spalle al calciatore) compiva un movimento innaturale causando uno scontro fortuito, complice il fatto che lo stesso D.D.G. non era in grado percepire l’arrivo del calciatore alle sue spalle. 
All’esito di tale scontro il direttore di gara restava stabilmente in piedi senza accasciarsi e senza mostrare alcun segno di cedimento dato che, diversamente da quanto riportato, il calciatore lo colpiva col petto all’altezza della spalla destra. 
Lo stesso calciatore, sbigottito alzava le mani al fine di scusarsi e giustificarsi con l’arbitro, il quale anticipandolo e senza proferire parola o prendere provvedimenti o ascoltare ragioni, ha inspiegabilmente ed immediatamente dopo l’accaduto, decretato la fine della gara. 
Ai risuonati tre fischi, l’arbitro si dirigeva verso lo spogliatoio senza lamentare alcun problema fisico né nei confronti delle forze dell’ordine accorse, né del membro della FIGC presente, né del medico sociale regolarmente inserito in distinta. 
Questo assurdo ed irrealistico episodio, per fortuna documentato con riprese video e corredato da numerose testimonianze, verrà da noi gestito nelle sedi opportune, per continuare a garantire la nostra immagine ma soprattutto per tutelare un ragazzo di diciassette anni che si trova a dover riparare errori commessi da altri".

Sezione: Le categorie / Data: Gio 14 marzo 2024 alle 19:57
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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