Il Messina torna sulle montagne russe per quanto riguarda il suo futuro immediato, visto che la trattativa in corso tra il presidente Pietro Sciotto e Fabrizio Mannino, arrivata martedì al punto della individuazione di una bozza condivisa sulle cifre, i tempi e le modalità di esecuzione degli obblighi reciproci, ieri pomeriggio ha subito un brusco scossone dovuto alla mancata presentazione, da parte del potenziale acquirente Mannino, di garanzie considerate adeguate dal potenziale venditore, riguardo alle somme dovute per il passaggio delle quote.

In sostanza, non sussistono distanze incolmabili sul valore della società, ma il problema investe la possibilità che Sciotto si accolli tutte le incombenze riguardanti il saldo degli stipendi e contributi per marzo, aprile e maggio scorsi, l’emissione di una fidejussione da 350.000 euro e i costi di iscrizione senza avere la certezza della "copertura" di quanto pattuito per il passaggio delle quote, nei tempi e modi concordati.

Un passaggio essenziale, perché la proprietà non avrebbe intenzione di proseguire, vorrebbe solo cedere la società e si farebbe carico, in modo totale, di queste somme, esclusivamente in presenza almeno di un preliminare di vendita nel quale sia evidenziato in modo chiaro quali garanzie presenta la parte acquirente per far fronte a quanto dovuto.

Questo è stato richiesto, dall’attuale proprietà, nel corso del primo contatto avuto lunedì nella sede sociale Acr presso la concessionaria di Tremestieri, con Fabrizio Mannino e i rappresentanti di altre due società operanti nel settore dei servizi informatici, deputate a gestire il passaggio per conto dell’imprenditore torinese, così come nell’altro incontro tenutosi martedì, senza Mannino, tra il presidente giallorosso e gli amministratori a Giammoro, nel quale si è esaminato un testo preliminare di accordo, e, infine, ieri, in una burrascosa telefonata mattutina seguita da un faccia a faccia senza esito concreto riguardo al punto nodale posto da Sciotto, ovvero le garanzie e il primo versamento al momento della firma della bozza di accordo.

Nella tarda serata di ieri, quindi, lo squarcio nel velo di riservatezza, abbastanza sottile, in realtà: qualche indiscrezione, audio incontrollati circolati immediatamente su tanti smartphone, che rivelano uno scenario nel quale riappare lo spettro di una mancata iscrizione davvero paradossale, considerando gli impedimenti alla conclusione di una trattativa facilmente superabili, in un contesto e con protagonisti diversi.

Basterebbe poco, teoricamente, per cambiare la prospettiva, ma i tempi sono ristrettissimi e non giocano a favore di strategie più o meno raffinate. Neppure, a occhio, le strategia adottate da tutti i soggetti in campo. Ora servono azioni concrete, da entrambe le parti e senza la logica del "cuttigghio" o del "tanto peggio tanto meglio", per evitare l’ennesima figuraccia di una piazza che sembra condannata a soffrire nella mediocrità. 

Sezione: Acr Messina / Data: Gio 15 giugno 2023 alle 11:28
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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