Messo da parte il nerissimo novembre, che ha portato solo sconfitte, il Messina inaugura con un successo il mese che dovrà consentire alla truppa biancoscudata di raccogliere quei punti indispensabili per coltivare l’ambizione del mantenimento della categoria, al momento massima aspirazione possibile, considerando la classifica e le forze disponibili.
STEP BY STEP - Il “Gaetano Bonolis” di Teramo è stata la tappa inaugurale di un cammino, composto da altre tre stazioni, nel quale occorre mettere da parte tutte le considerazioni o i veleni della parte iniziale di questa stagione, fare gruppo, compattare l’ambiente e puntare al risultato partita dopo partita, senza considerare la forza degli avversari di turno.
In questo senso, il segnale positivo più evidente notato in Abruzzo ieri sera è stata la volontà di ottenere i tre punti da parte dei calciatori, un atteggiamento che potrebbe sembrare scontato, ma non lo è, soprattutto quando ci si trova a combattere nei bassifondi della graduatoria e si può tendere più a fabbricare alibi o costruire teorie del complotto, per giustificare il mancato raggiungimento degli obiettivi, invece di cercare una soluzione utilizzando al massimo le risorse a disposizione, principalmente il carattere degli uomini impiegati in campo.
LA FORTUNA CI VEDE BENISSIMO - La vittoria non è stata ottenuta dominando in lungo e in largo, ma tenendo l’attenzione al massimo per buona parte della gara, tirando dalla propria parte gli episodi non solo grazie alla fortuna, fattore comunque importante quando l’avversario prende una traversa, sbaglia due rigori e almeno un paio di altre chance clamorose per segnare. Fatta questa doverosa considerazione, battere il Monterosi non era facile, specialmente con il peso di 6 sconfitte subite nelle precedenti 7 gare disputate e il rischio di sprofondare in fondo alla classifica se si fosse perso anche contro il fanalino di coda.
PREPARARSI BENE - Il comportamento complessivo della rosa non solo durante i 97’, incluso il recupero, disputati sul sintetico del “Bonolis”, ma, in modo molto più impattante, durante i sette giorni precedenti, nei quali è stata ribadita in modo chiaro dalla proprietà la fiducia nel progetto impostato la scorsa estate, va a merito del leader tecnico e, quindi, Giacomo Modica, partendo dal risultato finale, ma non solo, merita un 6,5 tendente al 7 per questa settimana di lavoro, con l’auspicio di continuare su questa strada fino al 22 dicembre per poi fare scelte lucide nel mercato invernale e regalare a società, calciatori e tifosi qualche soddisfazione. Anche la scelta di lasciare spazio ai calciatori in sala stampa nel dopo partita può essere interpretata come un riconoscimento dell’impegno da parte degli uomini a sua disposizione, dopo qualche rimprovero distribuito durante le settimane passate, in cui c’erano da commentare sconfitte pesanti al di là del risultato.
JOLLY - Con l’auspicio di poter sfruttare al massimo il jolly rappresentato dal derby col Catania di sabato prossimo, una wild card difficile, ma stimolante, se pensiamo a cosa potrebbe produrre un risultato positivo contro un avversario così forte e motivato. Dare continuità e spessore alla vittoria di ieri sarebbe un tassello fondamentale per costruire il puzzle giusto e ritrovare quella empatia con la città più volte evocata da mister Modica durante le sue dichiarazioni.
I MIGLIORI Altro elemento da valorizzare nell’immediato è l’individuazione del migliore in campo nella sfida con il Monterosi: Michele Emmausso (voto 7), finalmente ispirato, essenziale nelle giocate, freddo quando si trattava di trasformare il penalty del raddoppio. L’abbraccio con il “padre putativo” Modica a culminare l’esultanza dopo il gol serve per dare un messaggio all’esterno, così come le parole pronunciate dal numero 10 giallorosso nella sala stampa del “Bonolis”, a sottolineare la forza rinnovata del gruppo, in verità un po’ appannata nelle ultime apparizioni, che, adesso, necessità di ulteriori riscontri da qui a Natale. L’estroso attaccante in Abruzzo ha vestito i panni del rifinitore, limitando al massimo gli errori di superficialità quando si trattava di impostare la manovra oppure aiutare in fase difensiva, senza eccessi e questa prova deve alimentare la sua convinzione, inducendolo a continuare su questo binario, dopo qualche eccesso di troppo nei comportamenti sul campo, anche per evitare di finire nel triste ruolo di capro espiatorio per responsabilità più generali.
Altro protagonista della fredda serata teramana è stato, indubbiamente Ermanno Fumagalli (7), che si conquista la valutazione non tanto per il rigore respinto su Costantino all’85’, quanto per lo spirito di gruppo che lo ha portato ad essere presente in questa trasferta malgrado qualche problema fisico, senza che la sua prestazione ne risentisse minimamente, sotto tutti gli aspetti. Se poi la fortuna ti da anche una mano, evidentemente qualche volta, come ieri, la dea bendata premia chi getta il cuore oltre l’ostacolo. Ieri il Messina non ha “fatto minutaggio”, nel senso che gli under (3 in avvio, di cui uno sostituito e 2 subentrati dopo il 90’) sono stati in campo senza superare la soglia dei 270’ prima che scadesse il tempo regolamentare.
Una scelta dettata dalle tante assenze, quindi programmata alla vigilia e attuata in accordo con la proprietà, che, però, ha responsabilizzato i più esperti, tra i quali rientra, per curriculum, il capitano Nino Ragusa (6,5), molto applicato in copertura, ancora non in grado di piazzare lo spunto in modo continuo, ma pronto, nell’azione che porta al rigore, a scattare con i tempi giusti anticipando Mastrantonio. Non basta una prestaione poco più che sufficiente a ritenere finita l’attesa nel ritrovare questo calciatore ai suoi livelli, ma i timidi segnali visti ieri devono essere sottolineati, sperando diventino più decisi nelle prossime settimane.
Buona anche la prova di Firenze (7), che conferma la sua attitudine a ricoprire il ruolo di regista ritagliato per lui nelle prime partite in assenza di Franco. Il numero 5 si propone con continuità per prendere palla davanti alla difesa, dettare i tempi di gioco, lotta anche in aiuto ai compagni per sbrogliare qualche situazione difficile in uscita e poi è prezioso quando si tratta di battere i calci piazzati, mettendo al centro dell’area laziale l’assist per il gol che sblocca la partita. Vedremo se questa sarà la sua posizione in campo nel prossimo futuro, anche se, indipendentemente da ciò, serve che Firenze confermi l’attitudine positiva dimostrata ieri sera.
Ultimo nella lista dei migliori in campo, ma non per graduatoria di merito, Vincenzo Plescia (7), preziosissimo quando si sfianca nel pressing dei difensori in maglia nera, lotta contro un cliente complicato come Mbende sui palloni alti, conquistando qualche fallo in più del solito, costituendo sempre un punto di riferimento per i compagni. Peccato per le due chance non sfruttate di andare in marcatura, una in avvio, l’altra sul 2-0 nella ripresa, ma gli auguriamo di ritrovare presto il gol decisivo in una delle prossime uscite.
DIFESA SUL BIANCO - Passando, poi, al resto della squadra, l’intero reparto difensivo, non subisce gol per la terza volta in campionato, portando a casa, come nelle altre due occasioni, l’intera posta in palio. Ma, nonostante questo dato statistico, le note sono tutt’altro che positive, perché sono state concesse troppe occasioni al Monterosi, frutto non di giocate particolari, ma soprattutto causate da disattenzioni collettive ed errori banali dei singoli. La traversa di Vano nasce da uno scambio tra Silipo e Fantacci liberi di dialogare, così come si è troppo passivi sul colpo di testa dello stesso Fantacci in avvio di secondo tempo, o quando si commettono due falli da rigore ingenui al pari di quello speso da Manetta a Taranto. Nelle valutazioni personali, però, ci sono delle distinzioni, partendo da Polito (5) che è, ancora una volta, protagonista di svarioni piuttosto evidenti, tra cui spicca quello che porta alla sua ammonizione, ma ci sono una serie di palloni persi banalmente, contrasti in cui l’avversario ha facilmente la meglio, situazioni di potenziale pericolo ripetute, che rendono difficile capire come mai, per l’ennesima volta, questo ragazzo resti in campo 90’. Ortisi (5,5) soffre il confronto con un calciatore estroso e rapido come Silipo, davvero sprecato in una squadra che lotta per evitare la retrocessione diretta, ma il ragazzo di Siracusa ci mette grinta, fisico, recupera e contrasta in modo efficace negli ultimi minuti, quando la battaglia agonistica diventava più serrata. La coppia centrale designata all’inizio della gara concede poco al reparto avanzato meno prolifico del torneo, ma non supera la sufficienza, considerando anche il gol segnato da Pacciardi (6) e la partita di mestiere disputata da Manetta (6). Negli ultimi 15’ Modica inserisce anche Ferrara (5), per uno schieramento arretrato a 5, con l’apporto di Salvo (5,5), ma l’ex calciatore del Catania causa un evitabile penalty cascando in modo troppo banale nella trappola di Costantino, mentre il giovane messinese sembra preoccupato esclusivamente di non commettere errori. Altra prestazione interlocutoria viene da Scafetta (5,5), reo di un tocco col braccio nella propria area che avrebbe potuto indirizzare diversamente il match, ed anche Frisenna (5,5) non convince pienamente, pur mettendoci impegno ma senza quelle accelerazioni e la sfrontatezza dimostrate nelle gare di inizio stagione. Solo per le statistiche, invece, le presenze di Luciani e Zunno, entrati in campo nel recupero per spezzare il ritmo del Monterosi, invero già piuttosto fiacco. Archiviata la prima trasferta vittoriosa, adesso al Messina tocca preparare al meglio una delle sfide più attese del campionato per i tifosi giallorossi, il derby con il Catania, che arriva in un momento nel quale i rossoazzurri vogliono accelerare sotto la spinta del proprio capopopolo in panchina Cristiano Lucarelli e sono determinati a considerare il “Franco Scoglio” solo una tappa da conquistare nel loro cammino. Per tutto questo gruppo di lavoro assemblato da Giacomo Modica e Domenico Roma sarà un test determinante per capire se questa vittoria sarà stato il primo segnale della riscossa, oppure solo un momento positivo.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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