Non riesce ancora a girare completamente pagina il Cus Unime, vecchia società sportiva dell’Ateneo peloritana e sostituita dal nuovo soggetto Ssd Unime. C’è chi, infatti, sulla fiducia ha investito una piccola somma, mai ricompensata. È il caso della squadra di calcio a 11 che milita in Seconda categoria: “Una parte dei tesserati del Cus Unime, reduce dalla difficile stagione 2019-20 conclusasi a marzo 2020 causa pandemia Covid 19, comunica che purtroppo, insieme alle tante vittime causate da questa piaga, anche loro, nel piccolo, sono vittime della burocrazia. Durante la travagliata stagione 2019-20, iniziata sotto cattivi auspici, siamo riusciti a mantenere la dignità necessaria per rappresentare la squadra universitaria. In accordo e con l’aiuto del nostro allenatore Alessandro Liotta, eravamo riusciti a concordare con la dirigenza Cus Unime una cifra per l’acquisto del kit di rappresentanza nella società che, nonostante nella maggior parte delle squadre di Seconda categoria rappresenta una spesa a carica delle società, nel Cus Unime negli anni è una voce di spesa spesso a carico dei tesserati”, così 18 tesserati della squadra gialloblù hanno raccontato la loro spiacevole esperienza e, dopo un anno di sacrifici, allenamenti e partite (spesso sfortunate), rischiano pure di rimetterci: “Questo aspetto è stato superato da una parte dei tesserati che si è auto tassata e, in certi casi, con l’aiuto economico del mister, hanno sborsato una cifra di 45 € a testa. Il paradosso nasce dal fatto che, arrivato lo stop ai campionati, questo famigerato kit, pagato dai ragazzi e per qualcuno dal mister non è mai stato consegnato”.

A fine stagione, però, la scoperta inattesa: “Grazie all’impegno di mister Liotta, abbiamo appurato che l’ordine non è stato evaso, la cifra non è stata versata al fornitore e quindi ci aspettavamo, come logica conseguenza, la restituzione dell’intera cifra, per la quale, nella quasi totalità, abbiamo fornito i dati per il bonifico tramite uno stampato fornito dall’amministrazione del Cus Unime. Ad oggi nessuno di noi ha ricevuto nulla e la situazione ben conosciuta in cui versa il Cus Unime Asd non lascia presagire nulla di buono a riguardo”.

Il timore dei tesserati che, oltre a non ricevere il kit inutilmente pagato, non avranno mai alcun rimborso: “Volevamo sottolineare – continua il comunicato dei ragazzi ex cussini - che la maggior parte di noi sono universitari, giocano per il solo divertimento e per ben rappresentate la nostra Università, ma pensiamo che non sia giusto perdere così 45 €, né equo e per non dire fuori da ogni logica. Ci auguriamo che al più presto il Cus Unime, nelle figure dirigenziali che ad oggi la tengono a galla, sistemi questa situazione. Noi non siamo dei fornitori, non abbiamo usufruito di alcun servizio ma abbiamo rappresentato solo la squadra di calcio a 11 maschile della nostra Università e il kit lo volevamo solo per rappresentarla al meglio. Pagare un bene per non averlo mai ricevuto né, a quanto pare, acquistato ha connotati del tutto diversi dal punto di vista giuridico”.

Quasi un anno dopo “i 18 tesserati vittime della burocrazia in tempi di pandemia”, così come si definiscono, nutrono ancora qualche speranza: “Ci auguriamo che la situazione si sistemi prontamente e ringraziamo chi si è prodigato a riguardo, in particolare il mister Alessandro Liotta che ha risarcito, di tasca propria, i ragazzi che avevano più difficoltà. E anche questo ci sembra assurdo”.

Sezione: Le categorie / Data: Ven 12 febbraio 2021 alle 09:34
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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