Molto carico e determinato, Pietro Sciotto inizia poco dopo mezzogiorno la conferenza stampa di presentazione degli acquisti fatti dal Messina nella sessione invernale di calciomercato. Potrebbe sembrare un fiume in piena, ma, in confronto ad altri incontri con la stampa vissuti durante i suoi 6 anni e mezzo da Presidente del Messina, i momenti di sfogo sono stati relativamente incanalati dalla volontà di voler riprendere in tutti i sensi la guida della sua creatura, come ha sempre definito l’Acr: “Sono tornato in campo, dopo che mi ero un po' allontanato, in questi ultimi due mesi, per una serie di ragioni, ma non mi piace parlare di ciò che è passato, preferisco pensare al presente e al futuro. Per questo, oggi sono qui insieme ai calciatori che abbiamo acquistato durante il mercato invernale. Alcuni già hanno giocato con noi, oggi presentiamo, insieme agli altri, Antonino Ragusa, il mio orgoglio personale, che ha completato una campagna di rafforzamento della squadra di cui sono contento, non dico felice perché la felicità è un sentimento che non posso più provare, dopo la scomparsa di mio fratello Pippo. Quando ho concluso la trattativa con Ragusa gli ho detto che è il Maradona della serie C, lui è quel giocatore che, insieme al resto dei suoi compagni, può portarci a traguardi ambiziosi cui ho sempre mirato, dentro di me. Ragusa non ha bisogno di presentazioni, aveva offerte da squadre di serie B, ma ha deciso di accettare il mio invito, il mio programma ed è stata una trattativa facilissima. Io sono contentissimo ed orgoglioso di lui e di tutta la squadra, ma Ragusa è un mio fiore all'occhiello.”
Sciotto è già stato presente alla seduta di allenamento con partitella del giovedì al “Celeste”: “Ho ripreso le redini ieri, ho parlato con la squadra, oggi sono qua, ho garantito ai ragazzi che sarò presente ogni giorno, in ogni allenamento, lascerò qualunque altro impegno, perché penso sia giusto che io le partite non le viva a casa, come un carcerato, davanti alla Tv, ma sia accanto a loro e ai tifosi a gioire, speriamo, così come a soffrire. Ho già deciso di essere presente, insieme ai miei figli, perché io rispetto i calciatori come se fossero i miei figli adottivi, loro lo sanno e, ad esempio, per questo ho provveduto subito a concludere un accordo con lo studio di fisioterapia Andrea Calimeri, al posto di quello che utilizzavamo a Milazzo, in quanto credo sia giusto, oltre ad acquistare giocatori, anche metterli nelle migliori condizioni dando loro i servizi essenziali.“
Ma lo studio Calimeri ha anche visto i primi vagiti del colpo Ragusa: “Lo studio di fisioterapia è stato anche il luogo in cui è nata la trattativa Ragusa, perché era lì che Antonino si recava per svolgere la fase di potenziamento muscolare. Ho visto la sua carriera, mi hanno confermato che era in forma, decidendo subito di fare questa operazione, un po’ seguendo quello che mi diceva sempre mio fratello in questi casi, quando era lui a spronarmi nei momenti in cui ero titubante.”
Poi, Sciotto rievoca quanto accaduto durante il mese di gennaio, fino al match di mercoledì contro il Giugliano: “Il mio intervento nel calciomercato è avvenuto quando questa squadra era praticamente retrocessa, una sconfitta che non avrei mai accettato, perché io sono un vincente e sarebbe stata una ferita insopportabile. Certo, non abbiamo fatto ancora nulla, prima eravamo quasi finiti adesso siamo in lotta per la salvezza, ma la strada è lunga. Questi – indicando gli otto giocatori presenti nella sala Currò - sono tutti bravi ragazzi, così come il resto del gruppo. Professionisti seri che sanno cosa gli tocca fare, cioè lottare su ogni pallone, partita dopo partita, senza mai deprimersi né esaltarsi troppo a secondo i risultati. Dobbiamo raggiungere un obiettivo importante, siamo concentrati tutti su questo, spero e sono convinto ci riusciremo, ho fiducia in tutti i ragazzi, Raciti e Cinelli sono una coppia importante, anche la partita con il Giugliano mi ha dimostrato la loro capacità di reazione. Io sono sempre in tensione, quando seguo il Messina. Avevo visto il primo tempo, poi ho staccato, riprendendo al 60’ sul 2-2, quindi, ho spento di nuovo per riaccendere la TV al 92’ con 5 minuti di recupero, e, vedendo quello che è successo al 95’ con quel gol annullato, mi stava prendendo un infarto. Ma vedrò con attenzione il secondo tempo, quando mi dicono abbiamo anche creato le occasioni per vincere. Adesso, serve umiltà, concentrazione, applicazione, professionalità, con queste armi possiamo raggiungere la salvezza. Non ci montiamo la testa. “
Pietro Sciotto non si tira indietro nemmeno quando si parla delle polemiche e critiche aspre riguardo alle scelte fatte dal 2017 ad oggi: “Io sono il presidente, mi assumo sempre le responsabilità, anche quando penso di non avere sbagliato. Quest’anno ho scelto il ds che la città voleva, lui ha scelto l’allenatore, identificando un budget, sforato di 200.000 euro, che era il 24° in serie C su 60 squadre, come ha riportato La Gazzetta dello Sport qualche tempo fa. Quindi, ho speso soldi, ma i risultati non sono arrivati, con 15 sconfitte, non avevo investito un budget per ottenere una posizione in classifica così scarsa. Per farvi rendere conto, – sottolinea Sciotto - l’anno scorso pagavo stipendi per 84.000 euro al mese più i contributi, con 29 calciatori, quest’anno, con 22 elementi, pagavo 74.000 euro di stipendi netti mensili, quindi, in rapporto, ancora di più. La mia azienda è tra le prime 5 in Italia nel suo settore, non sono uno che si tira indietro o non si prende le responsabilità, non sono l’ultimo arrivato. Ci tengo a dirlo, così come rispondo anche a chi mi accusa di smontare ogni anno e ripartire da zero, ma se, come l’anno scorso, dopo la promozione con un gruppo meraviglioso che volevo confermare, a un certo punto io mi rivolgo a un professionista che aveva fatto la serie A ad alti livelli, gli affido interamente la gestione della società, con libertà assoluta di firma sui contratti, gli chiedo di lasciare almeno 7 elementi della squadra che ci ha portato in C a cui mi ero affezionato in modo particolare, ma lui non lo fa. La scorsa estate, avevo detto di tenere Morelli, Carillo, Thiago, oltre a Rizzo, invece sono state fatte altre scelte. Forse non mi sono saputo imporre, come invece ho fatto in altre circostanze, ad esempio in questi ultimi giorni quando ho detto no a una cosa che non posso rendere pubblica, ma mi sono mantenuto fermo nella mia decisione. Mi dicono che, con i soldi investiti, potevo fare di più anche per questo motivo di avere lasciato troppo spazio a chi avevo chiamato, ma nel calcio non c’è controprova e, comunque, migliorerò anche in questo. Poi, il discorso del minutaggio. Preciso che l’allenatore che c’era prima a volte ha fatto giocare 7 under, ma perché riteneva giusto fare così, non per fare prendere più soldi alla società, visto che, al massimo, si possono prendere contributi fino a 4 under e mezzo in campo (ndr massimo 450 minuti giocati dai nati dopo il 1° gennaio 2000). I problemi erano nel carattere e forza dei più grandi, che adesso ci sono e ci daranno una mano."
Infine, l’appello ai tifosi con cui era in atto un muro contro muro, dal quale Sciotto vuole uscire: “Io sono il primo tifoso del Messina, vivo in maniera viscerale questo rapporto con il Messina, notte e giorno, quando perdiamo sto male. Lo striscione? Io mi sono rassegnato, ho fatto il mio dovere, non mi arrabbio più, per cui, dico ai tifosi, che, se lo vogliono togliere, bene, sennò va bene lo stesso. Io sono orgoglioso di quello che ho fatto nella mia vita e nel Messina. Fate voi, io accetto tutto quello che farete.”
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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