A certi livelli, in Italia, il calcio non è più uno sport in cui poter decidere improvvisamente di seguire una partita. Le leggi e le limitazioni degli ultimi anni, Tessera del tifoso in testa, hanno contribuito a disegnare uno scenario in cui il semplice appassionato difficilmente può riavvicinarsi a questo sport senza incorrere in imprevisti burocratici e legislativi. Ci arriva in redazione una mail emblematica: un tifoso messinese, residente al nord, alla ricerca di un biglietto per Lupa Castelli Romani-Messina. Avrebbe voluto acquistarlo allo stadio, ma per il settore ospiti la prevendita chiude, come di consueto, la sera prima; si sarebbe accontentato di un tagliando di tribuna, ma le prescrizioni della Questura ne vietano la vendita a chi abita al di fuori della regione Lazio.

Riportiamo, di seguito, la sua esperienza:
"Gentile direttore, sono un - sempre meno - appassionato di calcio. Lungo la mia ormai, significativa esperienza di vita, ho visto cambiare molto il calcio. Dal fenomeno di aggregazione sociale che era fino a una ventina di anni fa, a modello sempre più rivolto all’ambito mediatico. Purtroppo questo ha via via reso meno vibrante la passione. Parlo ovviamente della passione genuina, quella che ribollire il sangue per un gol sbagliato, ma che mai si indirizza verso atti in qualsiasi modo diretti a procurare danno a persone e cose. La legislazione ha contribuito ad aumentare il solco tra lo spettacolo fruito “de visu” e quello mediato da satelliti, parabole, antenne, decoder, PC, smartphone e qualsiasi altro mezzo. Prevenire è sempre meglio che curare, ma forse qui stiamo andando oltre.

Avrei voluto assistere ad una partita senza interesse - prosegue il tifoso - e senza senso, per quasi tutti gli sportivi. Lupa castelli - Messina. La cui massima ambizione in termini di audience forse poteva essere: 100 paganti? Io però da Milano, sarei volentieri andato a Rieti per vedere giocare la squadra della mia città. Sono venuto a conoscenza delle limitazioni introdotte all'acquisto dei biglietti del settore ospiti la cosa mi ha addolorato, ma la considero comprensibile, ma mai e poi mai mi sarei aspettato di non poter acquistare neppure un tagliando di tribuna perché non residente nella regione Lazio. Ora io mi chiedo, ma quando si assiste ad una partita di Eurolega di basket con magari 100 volte il pubblico potenziale, a greci, turchi, russi che siedono a fianco a me viene forse chiesto il passaporto? Ma meglio ancora: ogni domenica nei campetti di periferia, assistiamo ad accesissime contese tra simpatiche compagini di ragazzini con parenti e affini al seguito, è forse uno spettacolo sugli spalti meno numeroso e meno rischioso?

Est modus in rebus. Così oltre che rotolare verso il ridicolo, finiamo per dare il colpo di grazia a quello che di sano e genuino è rimasto in questo sport e che risiede molto più nelle piccole realtà della sana provincia piuttosto che nel patinato mondo del calcio di punta".

Sezione: Dimensione curva / Data: Mer 02 marzo 2016 alle 11:59
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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