Il “D’Alcontres-Barone” una seconda casa, l’Igea Virtus la sua seconda famiglia. Vero simbolo di tutte le epoche del calcio igeano, mascotte di una società che lo accolse come un figlio nella stagione 1999/2000. “Un pezzo del nostro mondo” dichiaravano all’unisono presidenti, dirigenti, allenatori e calciatori che ebbero la fortuna di incrociarlo a Barcellona nel proprio percorso calcistico. Antonio Bucolo, per tutti “Fiorello”, storico magazziniere giallorosso e punto di riferimento nello spogliatoio, ha lasciato un vuoto incolmabile. Ricorre oggi il terzo anniversario della sua morte, una scomparsa – stroncato da un infarto a soli 43 anni - difficile da accettare. Era il 25 gennaio 2019, uno di quei venerdì che profumavano di campionato e l’Igea Virtus, allora in Serie D, ultimava la preparazione in vista della proibitiva trasferta del “San Nicola” di Bari. La morte di Fiorello scosse tutti, tifosi, allenatori, calciatori e dirigenti che, al circolare della notizia, inondarono i social di messaggi di cordoglio sin dalle prime ore del mattino. “Era il nostro special one” il ricordo dell’ex presidente dell’Igea Virtus Nino Grasso in un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Sud. “Legava con tutti – aggiunse il tecnico Pasquale Ferrara -. A lui si affezionò molto Fabio Caserta”. Già da stamattina l’Igea lo ha ricordato sui propri canali social. Una foto, che lo ritrae esultante, corredata dalla scritta “Fiorello sempre con noi”, nel post che campeggia sulla pagina Facebook del club barcellonese. In tanti in questi anni si sono impegnati per rendergli omaggio. L’Igea del presidente Stefano Barresi ha deciso di griffare la propria maglia ufficiale con la scritta “Fiorello vive”. Alla sua memoria anche un dipinto presente allo stadio e un murales adiacente al campo del “Petraro”.

Sezione: Eccellenza / Data: Mar 25 gennaio 2022 alle 16:13
Autore: Lino Miano
vedi letture
Print