"L’esito, per certi aspetti ampiamente prevedibile, della vicenda dello stadio di San Filippo racconta della fallimentare politica dell’Amministrazione De Luca relativamente alle Politiche dello Sport": così il segretario provinciale di "Articolo Uno", Domenico Siracusano, commenta le ultime novità della scorsa settimane relative al mancato affidamento del "Franco Scoglio".

"La vicenda di questi giorni descrive l’approccio alle questioni dello sport nel suo complesso. Nessuna visione e nessuna politica mirata. Lo sport rappresenterebbe per una città come Messina un elemento strategico. Sia sul fronte della gestione degli impianti sia su quello della promozione della pratica sportiva, però, l’Amministrazione De Luca - come purtroppo tutte quelle che si sono succedute negli ultimi vent’anni - non ha una proposta organica. Rispetto alla gestione degli impianti, e non parliamo solo del “Franco Scoglio” o del “Celeste” ma di palestre e strutture spesso fatiscenti, andrebbe coinvolto il mondo dello sport nel suo complesso nella logica della co-progettazione e nel reperimento di fondi uscendo da una logica troppo provinciale. Per gli impianti più grandi occorre uno sforzo in più che predisporre una gara rispetto ai cui requisiti si poteva facilmente prevedere che non ci sarebbe stato nessun multimilionario pronto ad investire".

Siracusano aggiunge: "La proposta dell’assessore Francesco Gallo di affidare a Messina Servizi Bene Comune la gestione dello Stadio San Filippo ha dell’incredibile. Una società che a mala pena riesce a gestire il proprio core business – la gestione del ciclo dei rifiuti – dovrebbe avere in carico uno stadio da oltre 35 mila posti. La città è sporca e MSBC sta persino pensando di esternalizzare lo spazzamento e Gallo pensa di affidargli il “Franco Scoglio”. Straordinario. A ciò si aggiunga il totale disinteresse per politiche di promozione dello sport che rappresenterebbero una risposta significativa rispetto all’enorme questione sociale che riguarda Messina, specie nelle periferie e nelle giovani generazioni. Servirebbero impianti di quartiere che promuovano in maniera capillare la pratica sportiva e politiche si sostegno a chi opera nelle diverse discipline, soprattutto quelle definite impropriamente minori. Sarebbe il caso di tirare una linea, ammettere con umiltà lo stallo in cui si è arrivati e mettere in piedi gli “Stati Generali dello Sport” per immaginare scelte quanto più condivise a medio e lungo termine che travalichino i confini di questa o quella amministrazione con il pieno coinvolgimento di associazioni, società ed enti di promozione sportiva".

Sezione: Fuori Campo / Data: Lun 28 giugno 2021 alle 12:55
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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