Pietro Sciotto, per questa intervista, ci riceve nei suoi uffici di Tremestieri, raggiunti provenendo da Santa Teresa, dove ha seguito la seduta di allenamento pomeridiana del suo Acr Messina sotto la pioggia: “A me piace prendere l’acqua su un campo di calcio, mi ricorda i tempi in cui facevo l’allenatore e, quasi quasi, più il tempo era brutto, più mi divertivo.” L’inizio della chiacchierata prima della stracittadina di domenica sembra essere, come spesso capita con il patron biancoscudato, caratterizzato da qualche rievocazione dei suoi trascorsi come tecnico e presidente risalenti alla fine del secolo scorso, ma, immediatamente, Sciotto cambia direzione ed il “navigatore” viene programmato sulla stagione 2020-2021, mettendo da parte recriminazioni, momenti di sconforto, dichiarazioni fuori le righe, tutto il campionario dello “sciottismo” così come è stato declinato da addetti ai lavori, tifosi, giornalisti da agosto 2017 fino a qualche mese fa.
Per il Presidente dell’Acr, sembra essere arrivato il momento di quel rilancio messo come lettera finale dell’acronimo nella società costituita ormai tre anni e mezzo fa per aderire al bando della Figc e dare a Messina la possibilità di ripartire, nel calcio, dalla serie D. Non pensa alla partita di domenica come un bivio decisivo del campionato: “Sto vivendo la vigilia come quella che ha portato alla gara di Acireale, né più né meno, è una partita importante da sfruttare al massimo. L’unica differenza rispetto a quindici giorni fa, è stata una mia presenza più assidua a fianco della squadra, perché avevano bisogno che il loro presidente gli stesse accanto.”
Sciotto sostiene di avere un rapporto eccellente con gli uomini scelti dal direttore tecnico Cocchino D’Eboli per comporre il Messina edizione 2020-2021. Ad ognuno di loro ha trovato un soprannome diverso. C’è l’ingegnere, l’architetto, il mastino, il comandante, il professore, il dottore, l'assistente, il chirurgo. Magari, se tutto andrà bene, svelerà questo piccolo segreto che tiene per sè. "Questo è un gruppo importante, partendo dalla difesa con due elementi da categoria superiore come Lomasto e Sabatino. Aliperta, poi, ritengo sia il calciatore migliore che ho avuto nelle mie quattro stagioni alla guida dell’Acr, non solo tecnicamente, ma anche come persona dal punto di vista caratteriale e culturale, davvero un ragazzo per bene. Anche in attacco, con Addessi, Foggia, Arcidiacono, abbiamo calciatori di alto livello, ma tutti i ragazzi sono di grande spessore e compongono un insieme che merita di ottenere l’obiettivo fissato quest’anno e cioè vincere. I più giovani hanno davanti un grande futuro, se continueranno a migliorare, e mi auguro possano crescere a Messina, se otterremo l’obiettivo finale. Posso dire che, per l’impegno che quest’anno ci abbiamo messo tutti, ce lo meriteremmo io, il mio socio, lo staff dirigenziale e tecnico, l’allenatore, i tifosi, la città, tutto l’ambiente che ci sostiene. Certo, senza tagliare vittoriosi il traguardo finale, non avremmo fatto nulla.”
Quale è stato il segreto che ha portato a questi risultati ed alla creazione di un gruppo così coeso e determinato che ha un trasporto ed un coinvolgimento diverso rispetto agli anni passati?
“Dopo gli errori commessi nelle precedenti stagioni, di cui mi sono assunto sempre la principale responsabilità, perché le scelte sono dipese da me, abbiamo cercato di non sbagliare nulla quest’anno sia dal punto di vista dell’organizzazione, che venendo incontro a tutte le esigenze dei giocatori, grazie ad un direttore sportivo capace di costruire la squadra in modo perfetto, anche se, alla fine, conta solo il risultato. Solo vincendo, però, avremo fatto tutto bene e sarà dimostrato che abbiamo costruito un mix perfetto.”
E’ soddisfatto del cammino in campionato della squadra fino ad oggi?
In effetti, avremmo potuto ottenere ancora più punti di quelli che abbiamo in classifica, in rapporto alla forza dei giocatori e del collettivo. Non siamo riusciti a vincere in circostanze in cui affrontavamo avversari inferiori, sia in trasferta contro, ad esempio, Cittanovese, Rende, Ragusa, che in casa con Licata e sempre la Cittanovese alla prima di ritorno. Certo, non potevamo essere a punteggio pieno, però abbiamo una squadra molto forte che, devo riconoscere, nelle ultime gare, al di là delle vittorie ottenute, ha dimostrato, dal primo all’ultimo minuto, di possedere grinta, determinazione, cattiveria e, adesso, ritengo che sia giunta al punto giusto di maturazione.”
Gli innesti di Acquadro e Dainello? “In realtà, lo stesso allenatore ci aveva detto che la rosa a sua disposizione era comunque abbastanza completa, ma abbiamo pensato, con i due colpi di qualche settimana fa, che non dovevamo lasciare nulla di intentato per evitare la possibilità di trovarci scoperti o impreparati in qualche ruolo determinante nel caso di infortuni o squalifiche. Quindi, non abbiamo esitato a rinforzarci adeguatamente.“
Presidente, siamo arrivati all’ultimo secondo dell’ultima gara di questo campionato. L’arbitro fischia tre volte ed il Messina ha raggiunto l’obiettivo finale. Sa già adesso cosa farà in quel momento?
“Non ci penso e non lo so. A me interessa fare i fatti, perché nella vita ho sempre puntato a migliorare me stesso, senza avere invidia di nessuno e senza pensare agli altri. La stessa cosa è stata quando ho pensato di iniziare questa avventura calcistica con l’obiettivo di raggiungere risultati importanti e spero di avere la fortuna di riuscirci quest’anno, ma lo sapremo solo a fine campionato.”
Ma c’è la possibilità che, indipendentemente dai risultati, possano cambiare gli equilibri societari o gli assetti sportivi della città, ad esempio legati alla questione della gestione dello Stadio S.Filippo?
“In questo momento penso solo al presente, la gestione dello stadio non mi interessa, pagheremo il Comune o il concessionario per giocare, altri tipi di investimento non mi riguardano. Sono concentrato, come tutta la società, i dirigenti, la squadra, lo staff tecnico e amministrativo, esclusivamente ad ottenere il massimo risultato. Ci interessa vincere ogni singola battaglia, ma l’importante è vincere la guerra.”
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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