Le celebrazioni per i 16 anni da qual 5 giugno hanno coinvolto, ancora una volta sul canale di informazione barcellonese OraWebTv, anche Vittorio Torino e Filippo Cristante, calciatori che hanno lasciato il segno a Messina, seppur in momenti diversi da quella cavalcata verso la Serie A.

Vittorio Torino, di fatto, lasciò Messina dopo la promozione in B arrivata tre anni prima, ma fu artefice della scalata dalla C2 targata Emanuele Aliotta: “Sono arrivato a Messina quando il movimento calcistico stava rinascendo grazie al presidente Aliotta - dice il bomber di San Giorgio a Cremano - e ora auguro ad Arena di compiere le stesse imprese del presidentissimo. Posso solo dirgli che ha fatto bene a scegliere Messina, una piazza calda ed esigente che può dare tantissimo. Sono sicuro che Arena non se ne pentirà, perché Messina adesso è pronta per esplodere. C’è grande fame, basta pochissimo per creare entusiasmo. Credo che Arena abbia coraggio e progettualità. Non è facile per un settentrionale venire al Sud, ma se l’ha fatto vuol dire che crede davvero nella potenzialità della città. La gente è stupenda, ho passato anni indimenticabili. Vorrei tornare in città al più presto ma, del resto, chi non vorrebbe tornare a Messina”.

Filippo Cristante, invece, arrivò a Messina nel mercato di riparazione del campionato disputato nella massima serie. Autore del gol che aprì il derby vinto 2-0 al Granillo di Reggio Calabria, restò a Messina anche nella stagione successiva, prima di trasferirsi al Mantova: “Adesso abito a Treviso - afferma - e alleno la Primavera dell’Udinese, dopo diversi anni al Pordenone. Nonostante questo, sono legato al Messina e alla città peloritana. Quando sono arrivato, infatti, ho scoperto una terra meravigliosa e un popolo passionale che mi ha accolto in maniera incredibile. Ho vissuto la stagione 2003/04, quella della promozione, da avversario, ma poco prima dell’esonero di Patania venni contattato dal Messina. Non se ne fece più nulla, ma l’anno successivo ho avuto la fortuna di ricevere una nuova offerta ed ho accettato ad occhi chiusi. L’emozione più bella, naturalmente, è legata al derby vinto al Granillo: il mio gol fu facile, quando calciava Alessandro Parisi bastava mettersi sulla traiettoria per segnare. Il ritorno in città, poi, non lo dimenticherò mai: ricordare tutte quelle persone all’approdo della Caronte mi fa ancora venire la pelle d’oca. Eravamo un grandissimo gruppo, attorniato da persone di grande livello umano come il presidente Franza, il direttore Fabiani e Ciccio Currò. Il calcio giallorosso deve tornare ad alti livelli per la gente di Messina che, come sappiamo, merita una squadra forte che possa trascinare la città, come lo era la nostra”.

Sezione: Erano a Messina / Data: Dom 07 giugno 2020 alle 13:20
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
vedi letture
Print