Tra qualche settimana si accenderanno i riflettori sulla stagione agonistica 2021-2022, quella dell’addio di Messina alla Serie D, campionato frequentato per nove volte nelle ultime 13 annate, con diverse denominazioni e, addirittura, con due compagini nel girone I dal 2018. Si torna tra i professionisti, con la prima incombenza da superare in tempi ragionevolmente brevi, per non incorrere nelle incertezze consuete alle nostre latitudini: l’agibilità al pubblico del “Franco Scoglio” per le gare di serie C. Immediatamente dopo la fine del torneo, vi saranno le prescrizioni da parte della apposita commissione tecnica della LegaPro che dovrà verificare l’entità dei lavori da eseguire per ottenere la presenza dei tifosi fin dalla gara di esordio stagionale, che potrebbe anche essere prevista per agosto, considerando l’inizio della Coppa Italia.

Sarebbe il caso di risolvere immediatamente le interpretazioni sul soggetto giuridico che si dovrà occupare della esecuzione delle opere, dopo la delibera di Giunta Comunale nella quale si individua la partecipata Messina Servizi Bene Comune spa, ma occorrerà perfezionare e modificare il contratto di servizio con il passaggio in Consiglio  omunale, prima di potere qualificare Msbc spa come gestore a tutti gli effetti dei quattro maggiori impianti sportivi cittadini. Quindi, spetterebbe al Dipartimento Sport procedere alla quantificazione e affidamento dei lavori, sulla base delle indicazioni da parte della Legapro, così come fatto a Taranto la scorsa settimana, dove il Comune aveva già effettuato una gran parte degli interventi richiesti ed è stata riconosciuta l’agibilità per tutta la stagione. Tutte operazioni che occorre eseguire prima possibile, per evitare grane al momento della concessione per i pubblici spettacoli stavolta affidata alla Commissione Prefettizia, tradizionalmente scoglio arduo da superare per qualunque società abbia avuto l’onore e l’onere di rappresentare Messina nel calcio professionistico.

Nel frattempo, la Legapro ha commissionato a Sportium, società specializzata nella progettazione di impianti sportivi, uno studio che costituisce la base di una vera e propria proposta di intervento presentata dai vertici di Figc e Serie C ai parlamentari ed al Governo Nazionale qualche giorno fa in occasione di un webinar, affinché una parte dei fondi del PNRR vengano destinati proprio alla ristrutturazione degli impianti di proprietà pubblica nelle città che sono escluse dai maggiori campionati nazionali, tra le quali, al momento, Catania, Bari, Avellino, Palermo, Messina, ma anche realtà minori con stadi che, comunque, necessitano di interventi indispensabili per essere al passo con i tempi, ma soprattutto rispondenti ai criteri di sostenibilità economica ed ambientale richiesti per essere finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Investimenti stimati in circa 400 milioni di euro, modulati in maniera diversa secondo le dimensioni dei singoli stadi e l’importanza delle piazze di riferimento, per modernizzare un patrimonio obsoleto e lontano dagli standard di altri Paesi come non solo Inghilterra, Germania o Francia, ma anche Polonia e Turchia. Occorrerebbe, quindi, che il Comune di Messina rizzi le antenne e segua anche questa opportunità, per evitare di dovere continuare una gestione degli impianti, in questo caso calcistici, affidata all’emergenza o a soluzioni estemporanee.

Sezione: Fuori Campo / Data: Mar 29 giugno 2021 alle 11:28
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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