Davide Petrucci, dopo lo sfogo di Maurizio Miranda, si siede al tavolo della conferenze stampa e, le sue prime parole, sono quelle di chi ha ricoperto il ruolo di capitano, in una squadra scossa da una profonda spaccatura: “Noi siamo molto rammaricati del risultato e della prestazione. Era la prima gara di un nuovo corso, con l’appoggio costante dei tifosi dal primo all’ultimo minuto. Volevamo esordire in maniera diversa, ma non abbiamo lavorato nelle condizioni giuste, perché, da alcune settimane a questa parte, non so bene il motivo, ma la maggioranza dei giocatori non vogliono più stare qui. Sicuramente, lavorando in un contesto di gruppo nel quale tanti non remano nella stessa direzione, succedono queste cose. Non vuole essere una scusa, però una piazza blasonata come Messina ha bisogno di chiarezza verso di noi, ma soprattutto di gente devota e consapevole del percorso che bisogna fare. Chi vuole andar via, lo faccia, e chi resta deve lottare al massimo per poter raggiungere il risultato, perché la gente che sostiene il Messina non merita questa situazione.”
Petrucci cerca anche di spiegare perché, come detto dal suo procuratore Giovanni Tateo in una intervista pubblicata a fine 2024 su “Gazzetta del Sud”, Messina venga percepita nel mondo del calcio, come una realtà da serie D: “Io personalmente reputo Messina una piazza molto importante, non lo dico, perché per me è da A o da B. Non passa un momento felice, ma assolutamente non è questo il contesto adatto a Messina. Negli ultimi anni, magari, la gestione societaria non è piaciuta ai tifosi e all’esterno si percepisce questo, ed è per questo che viene considerata in questo modo. Ma, per me, non è così”.
La composizione della rosa di questo Messina vede diversi elementi reduci da annate disastrose, con retrocessioni delle squadre in cui militavano o situazioni molto precarie in ambito societario, Petrucci non si tira indietro nel rispondere alla domanda sui compagni che, temendo il ripetersi, anche in questa stagione, di risultati negativi, chiedendo di trasferirsi: “Secondo me, nelle numerose sconfitte arrivate negli ultimi due mesi, hanno influito le situazioni intorno a noi. Senza cercare scuse, questo è un dato di fatto e, forse, per chi ha vissuto condizioni difficili, sarebbe più corretto cercare la rivalsa in una piazza così prestigiosa. In sostanza, chi si tira indietro adesso è un debole, io me la giocherei fino alla fine, soprattutto perché, ad inizio stagione, nessuno ci ha messo sotto e abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo. Purtroppo, molti avevano la testa altrove da tempo, forse anche perché non c’era chiarezza attorno a questa società, con l’esito sempre rimandato della trattativa, si sono create le premesse per la condizione attuale. Chi è professionista, deve isolarsi dal contesto esterno e dare comunque il massimo, ma non tutti riusciamo a farlo, fermo restando che, in diverse partite perse, siamo mancati nei momenti topici di concretezza, cattiveria e anche personalità, ma non abbiamo sempre subito soltanto l’avversario di turno. Oggi, purtroppo, non abbiamo dato quello che possiamo e ci dispiace tantissimo, poi gli episodi decisivi per gli avversari sono stati dopo facili da ottenere, noi non abbiamo sfruttato il buon momento vissuto intorno al pareggio, poi non siamo stati capaci di gestire la situazione e, alle prime difficoltà, ci siamo sciolti. Questo ci è successo troppo spesso e adesso non può più accadere se vogliamo portare a compimento la missione della salvezza che è troppo importante. Partendo dal presupposto che non siamo stati inferiori, tranne nelle ultime settimane alle quattro-cinque squadre sopra di noi, ma adesso serve intervenire subito per migliorare la qualità della squadra soprattutto a livello caratteriale, ma anche tecnico.”
Petrucci ribadisce il concetto vestendo i gradi di capitano: “La nuova società prenderà le proprie decisioni sulla base delle valutazioni da fare, ma io voglio restare e lottare con tutte le mie forze per questa maglia. Chi non vuole più farlo, si accomodi e cerchi un’altra destinazione subito, perché non è possibile fare un allenamento dove manca mezza squadra, non si ottiene nulla così, lo riporti in partita. Non è facile per il mister, per i compagni, per tutti. La chiarezza serve non solo a noi, ma a tutta la piazza, sennò non saremmo in questa situazione.”
Infine, Petrucci non individua il momento esatto in cui il gruppo si è sfaldato: “Forse, con l’avvicinarsi del mercato e le voci sulla società, chi non ha la mentalità professionista può pensare di andare altrove. Ma io penso che qui non ci siano più difficoltà rispetto a tantissimi altri posti, poi firmando un contratto, sai a cosa vai incontro, sposi un progetto in modo consapevole, cercando di essere più professionale possibile. Serve gente convinta per raggiungere certi risultati, fermo restando che ancora il campionato è lungo e nulla è perduto, ma, se metà della rosa pensa ad altro, di cosa stiamo parlando? Mi auguro che venga gente di spessore, personalità, qualità, perché in una guerra più armi hai a disposizione meglio è. Io, se non mi dicono il contrario, voglio restare qui a combattere, senza ombra di dubbio.”
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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