In attesa di capire quando si riprenderà a giocare, il Messina ha dato un po' di tregua al manto erboso del "Celeste" utilizzando il sintetico del “Gaetano Scirea” per continuare la preparazione supplementare sotto le direttive di Delfio Ristuccia e la guida di mister Raciti, che ha accolto l’ultimo arrivato Antony Angileri all’interno di un gruppo giovane che, durante la prima parte di stagione, ha stentato a cementarsi sul campo, visto l’alternarsi di tre tecnici in panchina con approcci totalmente diversi. Si è, infatti, passati dal progetto tattico ambizioso di Sasà Sullo alla gestione tempestosa di Ezio Capuano, per infine approdare alla figura da “buon padre di famiglia” ricoperta da Raciti, indispensabile per creare un minimo di serenità dopo momenti di tensione e confusione e risultati deficitari.

Intanto, è trascorso un mese dal comunicato stampa della famiglia Sciotto, in cui si rendeva pubblico l’affidamento allo studio Bonetti & Delia del compito di valutare eventuali offerte di acquisto del Messina. Giorni in cui, dopo un primo momento in cui non si era andati oltre le generiche richieste di informazioni, l’intera questione sembrava essere rientrata e la società, accantonate le divergenze evidenziate dalla fine dello scorso mese di novembre, aveva predisposto una strategia di gestione mirante a trovare la salvezza mantenendo la struttura organizzativa approntata in estate, sotto la “consulenza” di Pietro Lo Monaco.

Nel frattempo, non vi sono state ancora ulteriori determinazioni dopo il comunicato Figc di metà settembre 2021, che, in relazione al prolungamento dello stato di emergenza nazionale per il Covid al 31 dicembre 2021, aveva sospeso il versamento delle ritenute previdenziali e fiscali dovute dalle società di C alle scadenze previste il 16 settembre (marzo-giugno), il 16 ottobre (luglio-agosto) e il 16 dicembre (settembre-ottobre).
Ciò comporta incertezza su quanto accadrà nell’immediato futuro, malgrado i ripetuti interventi pubblici fatti da Ghirelli per la serie C, ma anche da tutti i massimi dirigenti calcistici italiani, per chiedere al Governo un provvedimento ad hoc a sostegno di un settore trainante per l’intero sport nazionale e importante a livello economico, colpito in modo pesante dalle restrizioni legate alla pandemia.

Questa situazione crea grossi problemi soprattutto nelle 60 società del terzo campionato nazionale, prive di incassi da due anni, senza sostegno pubblico e con sponsor sempre più lontani. Preoccupazioni amplificate nel caso del presidente Sciotto da un carattere poco incline a lasciarsi andare agli entusiasmi che lo spinge, a volte, a esternare la volontà di cedere la propria creatura più amata, quel Messina che lui sognava da sempre di guidare e conquistare traguardi prestigiosi. Lo sfogo, breve ma intenso, ai microfoni di "Radio Amore" nella immediatezza della figuraccia rimediata dalla squadra a Torre del Greco, è stato il segnale più eclatante lanciato all’esterno, ma, in questi cinque anni, chi è più vicino a Sciotto o si è trovato qualche volta a chiacchierare con lui off records ha raccolto diversi momenti di sconforto legati alla frustrazione per non potere riportare il Messina in alto.
Ciò alimenta voci di un forte desiderio di cedere questa società da parte del patron, cui, fino ad oggi, sono sempre seguiti propositi di rilancio o ristrutturazioni profonde, obiettivamente strade meno percorribili quando si è all’interno di un ambito professionistico dove i contratti e gli impegni sono più gravosi e difficilmente risolvibili con transazioni. Qualche giorno fa, lo studio Delia affermò che non vi erano proposte di acquisto ufficiali e, certamente, non è intenzione della attuale proprietà cedere comunque e a chiunque, perché la reputazione è un bene cui tiene particolarmente l’intera famiglia Sciotto e non solo il presidente del Messina.

In passato, le trattative si sono sempre arenate sullo scoglio delle “garanzie” che il possibile acquirente doveva fornire per assicurare il corrispettivo delle quote societarie, anche se le condizioni poste non si limiterebbero solo a questo punto. Di sicuro, l’avvocato Santi Delia verificherà le eventuali offerte sulla base di parametri che assicurino un futuro migliore al calcio cittadino, e, in questa vicenda, rientra in gioco Carmine Del Regno, ancora socio al 30% e, quindi, considerato detentore di un diritto di prelazione nel caso in cui si decida qualunque operazione di cessione o di ingresso in società.  A questo punto, eventuali pretendenti dovrebbero fare i passi previsti in questi casi per palesarsi con il legale incaricato e portare aventi una trattativa in modo riservato, preferibilmente senza ripetere vicende analoghe vissute più volte nella nostra città, anche negli anni precedenti all’”era- Sciotto”.
Il buon indimenticato Mino Licordari avrebbe detto che è giunto il tempo dei “marinai in coperta”, o, senza parafrasi, chi ha voglia, risorse e programmi seri, si faccia avanti, o taccia per sempre.

Sezione: Acr Messina / Data: Gio 13 gennaio 2022 alle 09:00
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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