Messina-Gelbison, pur caricata di tutti i significati extra campo di gioco legati agli aspetti emotivi, di tradizione sportiva, ma anche meramente economici di uno spareggio per restare tra le 100 squadre professionistiche italiane, è pur sempre una partita di calcio e può servire analizzare i numeri prodotti in stagione dalle due squadre per avere almeno un riferimento concreto nel mare contrastante di emozioni che vive dentro il cuore e la mente dei tifosi di entrambe le parti.
Partendo dal rendimento in campionato, ovviamente non eccelso, altrimenti non parleremmo di un playout di serie C, ma determinate caratteristiche non possono perdersi totalmente all’interno di una sfida che, per sua natura, fa storia a sé, per usare una delle frasi fatte più ripetute quando si tratta di calcio.
IL CAMMINO - La Gelbison parte a settembre mantenendo 5 elementi della squadra che ha vinto il campionato di serie D girone I, prevalendo per un punto sulla Cavese, ma avendo chiuso i giochi già un paio di settimane prima della fine del torneo. Restano il portiere D’Agostino (dal 2015 a Vallo della Lucania), il terzino destro Onda, il mediano Uliano, leader da 6 anni in rossoblù, l’altro centrocampista centrale Graziani, 22 anni, e il 25enne laterale di attacco Faella, ex Sant’Agata. In panchina resta mister Gianluca Esposito, con una rosa costruita per mantenere la categoria senza fare follie da un punto di vista economico. Una prima volta in terza serie che ha premiato il lavoro pluriennale portato avanti dal presidente Puglisi, originario di Francavilla di Sicilia, insieme ad un gruppo di soci e dirigenti per fare di questa società un riferimento per tutto il comprensorio del Cilento, una zona della Campania che, in realtà, si sente più legata alla Lucania che non al resto della regione cui appartiene, una comunità che vive il proprio territorio valorizzando le peculiarità storiche e le bellezze paesaggistiche mirando a un turismo di qualità con eccellenze in campo enogastronomico, agricolo e con accoglienza diffusa. Le prime quattro partite portano solo due punti, con uno 0-0 ad Avellino e l’1-1 a Pagani contro il Potenza, e, subito, il presidente Puglisi decide di esonerare l’allenatore della promozione per ingaggiare Fabio De Sanzo, reduce da due stagioni ad Acireale con buoni risultati. Arriva una serie di quattro vittorie consecutive, l’ultima delle quali proprio a Messina, che proiettano la Gelbison dal 18° al 4° posto, creando il massimo margine, in termini di classifica tra le sfidanti di sabato prossimo, visto che i biancoscudati di Auteri piombano in penultima posizione, restando nella zona che porta alla retrocessione diretta fino al 21° turno di campionato, quando, dopo la vittoria del Messina con la Virtus Francavilla e il pareggio della Gelbison in casa con l’Avellino, il divario era di 10 punti. Il resto, incluso il ritorno per 8 turni di Esposito in panchina e le tre sconfitte nel finale di torneo con Galderisi alla guida, fa parte della storia: Messina 41 punti, Gelbison 36, con le rose attualmente in forza che hanno registrato un rendimento nettamente favorevole agli uomini di Raciti, ma è chiaro che solo questo non conta in una sfida secca.
IL CONFRONTO - Facendo un parallelo tra i giocatori più presenti, ruolo per ruolo, si possono avere ulteriori elementi di riflessione, partendo, ovviamente, dai portieri.
I PORTIERI - Ermanno Fumagalli, classe 1982, 673 presenze tra i professionisti, di cui 18 con la maglia del Messina in questa stagione, 14 gol subiti e 7 clean sheet. Bernardino D’Agostino, 30 anni, bandiera della Gelbison, prima stagione in carriera da professionista, 22 presenze e 21 gol subiti con 10 gare lasciando la propria porta inviolata, ha ritrovato il posto tra i pali da quando Galderisi è arrivato sulla panchina rossoblù.
LE DIFESE - I cilentani hanno un dato statistico non proprio incoraggiante per il Messina, obbligato a segnare sabato prossimo, visto che, con 40 gol subiti, si collocano al quinto posto tra le compagini meno battute del campionato, numero significativo anche considerando che hanno subito, in 3 occasioni, ben 11 reti complessive (3 da Potenza e Catanzaro e 5 dal Monopoli). Proprio la compattezza del reparto difensivo è il maggiore punto di forza della Gelbison, con i centrali Gilli e Cargnelutti che hanno collezionato rispettivamente 35 e 32 presenze da titolari inamovibili, il secondo utilizzato a sorpresa da Galderisi a centrocampo nella partita di andata dei playout. Altro pilastro della struttura arretrata è il terzino sinistro Ciro Loreto, titolare in ogni gara tranne una. Gestione totalmente diversa degli uomini dalla parte del Messina, anche se, chiaramente, le cose sono cambiate in positivo durante il girone di ritorno, considerando il ruolino di marcia intrapreso, anche per una maggiore tenuta difensiva, però senza utilizzare sempre gli stessi uomini. L’unica eccezione è stato Berto che, dall’avvento di Raciti, ha trovato collocazione come esterno destro arrivando a 30 presenze totali con quasi 2400 minuti giocati, Trasciani arriva a 28 presenze (2016’), mentre i vari compagni di reparto non superano quota 20.
CENTROCAMPO - A centrocampo, ecco Uliano, Fornito, Papa, Graziani e Nunziante, tutti con oltre 30 presenze, elementi con esperienze soprattutto in D, ma in possesso di doti caratteriali e tecniche in grado di sostenere il peso di una partita senza appello, con il vantaggio di avere a disposizione due risultati su tre. In questo reparto, le certezze del Messina sono state rappresentate da Lamine Fofana, calciatore più impiegato in stagione con 34 presenze e 2476’ 2 gol, ma anche Fiorani e Marino, un’apparizione in più a referto per entrambi rispetto all’ivoriano, ma meno minuti accumulati, 2112 per il faentino, 1707’ il periodo di gioco del catanese.
ATTACCO - Infine, il reparto avanzato delle due squadre, cambiato in modo netto rispetto all’inizio, ma, per quanto riguarda la Gelbison, con un punto fermo rappresentato da Carmine De Sena, 38 apparizioni con 3.092’ minuti giocati, 8 gol e un lavoro come punto di riferimento, non solo da finalizzatore. Accanto a lui, come visto nella gara di andata, ruotano Tumminello, l’ex Taranto Infantino ed esterni di gamba come l’italo ghanese Kyeremateng o la vecchia volpe Caccavallo, fino ad oggi solo 140’ disputati, ma carta che sicuramente Galderisi proverà a giocarsi per impegnare la difesa biancoscudata e non limitarsi solo a contenere. Dall’altra parte, Raciti collocherà sicuramente Perez, ancora nessun gol in 1307 minuti giocati durante 17 partite, ma, alle sue spalle, quella batteria di giocatori che dovranno essere decisivi sabato prossimo, così come lo sono stati più volte nel girone di ritorno. Oliver Kragl (3 gol e 4 assist in 14 gare e 1010’ ), Ibou Balde (7 reti e 1 assist in 35 gare e 2441’), ma anche Nino Ragusa che, nelle sue 12 presenze con 770’, ha confezionato due assist determinanti per ottenere altrettante vittorie, con il Pescara e ad Agropoli nella gara di regular season.
Dal loro estro, ma soprattutto dalla concentrazione che ci metteranno su ogni singolo pallone passato dalle loro parti, dipenderà l’esito della sfida di sabato prossimo. I numeri, le statistiche, le analisi, quando il signor Bonacina fischierà l’inizio, conteranno poco.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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