Il classico fulmine a ciel sereno. Ancora di più se la decisione di lasciare la panchina arriva in pieno stop e con la ripresa dei campionati ancora molto lontana.
“Pensavo che questo giorno fosse lontano. Invece è arrivato. Da oggi non sarò più l’allenatore della squadra di cui ho sempre tifato”. Ad annunciarlo, con un lungo post social, è stato Domenico Caragliano, allenatore (o ormai ex) della Ss Milazzo, formazione di Promozione: “I motivi sono tanti, dagli impegni personali alla mancanza di fondamenta (secondo il mio parere personale) per un progetto vincente e ambizioso, causa l’incertezza generale. Non è assolutamente una "lettera" di polemica, ma ora che non sono più l’allenatore del Milazzo, è giusto che vado a dare oneri e onori a chi mi ha sopportato, supportato e a chi no”.
Una lunga storia quella tra il club mamertino e Caragliano, che racconta così: “Tutto nacque quattro anni fa quando mi venne affidato l’incarico di allenatore della Virtus Milazzo dal presidente Frankye Alacqua e dal direttore generale Stefano Assormante, persone che conoscevo già e, con il passare del tempo, si è formata anche una bella amicizia. Ma nel calcio, si sa, l’amicizia si deve mettere da parte e bisogna valutare la realtà solo ed esclusivamente dal punto di vista calcistico. Quella squadra, la Virtus Milazzo, oggi è completamente un’altra realtà, oggi è SS Milazzo. In questi quattro anni ho dato tutto me stesso, andando forse oltre a quelle che erano le mie competenze, ho tolto tempo alla famiglia e a volte anche al lavoro (i turni infrasettimanali) per un mio piccolo sogno, trionfare e far gioire veramente chi ama questa maglia e questa città. Sono andato avanti, cercando di far capire quanto importante sia questa maglia, ma evidentemente non è servito a coinvolgere e creare qualcosa di meraviglioso. Nascondersi dietro la parola Covid mi dà un fastidio che nessuno può immaginare, pertanto io che sono uno a cui piace programmare, lavorare, pretendere, ambire, vincere ma soprattutto guardare in faccia le persone, in questo periodo, nel quale di chiaro non c'è nulla, sono costretto a fare un passo indietro. Perchè il mio essere ambizioso mi ha fatto sentire un peso”.
Questi i motivi spiegati dal tecnico, che ha concluso il suo pensiero con un messaggio a tutti i componenti del club: “Ringrazio, e lo faccio con le lacrime agli occhi, tutti i ragazzi che ho avuto il piacere di allenare in questi quattro anni, anche con chi mi sono scontrato, perchè anche questo è servito per crescere professionalmente. Ragazzi di cui ho una stima immensa, ragazzi che sono stati criticati ingiustamente, ragazzi che andavano e vanno ringraziati, alcuni che sono finiti sotto i ferri per una partita di calcio e per la maglia del Milazzo. Ringrazio tutti i componenti della società, perchè ci sono stati periodi in cui serviva fiducia e non decisioni drastiche e me l’hanno sempre data e l’amicizia resta a prescindere con tutti voi. Ci sono state anche decisioni non condivise, richiami assurdi e anche critiche "ingiuste" a mio avviso, ma anche momenti belli e di condivisione. C'è stato rispetto, frutto di doti umane difficile da trovare in questi contesti.
Ringrazio tutti i miei collaboratori e con loro mi scuso anche, il mio carattere durante i 90’ e durante gli allenamenti non è facile da sopportate e voi siete stati sempre e comunque al mio fianco. Mi scuso perchè la fiducia incondizionata non mi ha fatto vedere l’incertezza del momento e scelte discutibili in generale.
Ringrazio i tifosi. Sono sempre stato uno di Voi, ma voglio ringraziare soprattutto chi non mi sosteneva, chi andava sul personale, senza nemmeno aver visto una partita o un allenamento. Prima si guarda, si vive l’ambiente e poi si giudica. Ma anche questo mi ha fatto crescere parecchio, motivo per cui vi ringrazio. Ringrazio tutti gli addetti ai lavori, per la visibilità che mi avete dato e avete dato alla squadra, senza di voi il calcio dilettantistico sarebbe amatoriale, quindi il vostro lavoro è importantissimo per tutto il movimento. Infine voglio ringraziare chi come me ha messo anima e corpo, amore per il Milazzo calcio, Simone D'Arrigo. Scelte condivise, rispetto dei ruoli, mai una parola fuori posto e soprattutto ha messo la faccia sempre e comunque”.
E infine: “Purtroppo devo fare questa scelta perchè quando mancano i presupposti per poter allenare (ambizioni, motivazioni, entusiasmo), continuare sarebbe controproducente e porterebbe solo ad ulteriori disastri. Allenare non me l’ha prescritto il medico. Forza Milazzo! Sarò sempre il vostro primo tifoso e mi auguro che le mie dimissioni servano per poter dare uno scossone all’ambiente e poter programmare per una ripresa vincente”.
Decisione importante e sofferta quella di Nico Caragliano, irremovibile e, questa volta, sembra davvero difficile un dietrofront. Adesso toccherà alla società fare un ultimo tentativo per cercare di convincere l’allenatore o, in caso contrario, prendere atto delle dimissioni e pensare a un futuro, quando si riprenderà, con un nuovo allenatore in panchina.
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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