E' il volto pulito e piacevole di un Messina in cerca di rilancio e voglioso di raggiungere importanti traguardi. Federico Meo, nativo di Messina, classe 2000, è stato gettato nella mischia dal tecnico Giacomo Modica ed è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nel campionato nazionale di Serie D a suon di ottime prestazioni, a dispetto della giovanissima età.
Testa sulle spalle, voglia di emergere, piedi per terra, grande sicurezza dentro e fuori dal rettangolo verde ed una notevole maturità: “E' una sensazione bellissima vestire la maglia del Messina e difendere i colori della mia città, ero ancora troppo piccolo quando Marco Storari si affermò in riva allo stretto in Serie A, ma Messina ha sempre avuto una grandissima tradizione con i portieri e spero di proseguire su questa scia. Ma devo ancora crescere e migliorare tanto sotto tutti i punti di vista”.
Il team biancoscudato è reduce da una convincente vittoria casalinga sulla Cittanovese, un 3-0 netto rifilato alla formazione del mister Domenico Zito in cui i giallorossi son riusciti a mantenere la porta inviolata: “Abbiamo disputato una bellissima gara, non rischiando nulla e mettendo in pratica un gran bel gioco, con un ottimo giropalla ed una gestione del match impeccabile. I nuovi acquisti si son messi sin da subito a disposizione del gruppo, hanno contribuito a farci compiere un importante salto di qualità, dall'attaccante David Yeboah al terzino sinistro Yvan Inzoudine, ma lo stesso discorso vale anche per i centrocampisti Pierluigi Iudicelli e Domenico Bettini e per l'attaccante Marco Stranges che durante l'arco del torneo si riveleranno fondamentali per noi”.
Nato a Messina il 27 marzo del 2000, 183 cm di altezza per 78 kg di peso, Federico è cresciuto nel vivaio del Torregrotta, prima di trasferirsi al Messina all'età di 12 anni, difendendo lo scorso anno i pali della formazione degli Allievi Nazionali in Serie C: “Ho iniziato a giocare a calcio all'età di 5 anni, son cresciuto nel Torregrotta dei fratelli Sindoni e fino all'età di 8 anni ho fatto il centrocampista. Durante l'arco di un match, casualmente, giocai in porta e parai un calcio di rigore ad un avversario, da quel momento decisi di non abbandonare più quei tanto amati pali e di difenderli”.
Meo ha avuto diversi maestri e ci tiene a ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla sua crescita: “Da Giannicola Giunta e Paolo Sergente al Torregrotta, passando per Domenico Rasà, Giuseppe Spada, Antonio Crisafulli, Giuseppe Pellegrino, Salvatore Panarello e Giovanni Baviera al Messina, sono stati quattro anni intensi nel settore giovanile e devo ringraziare anche Roberto Buttò, è stato lui la scorsa estate a contattarmi per propormi di ripartire da Messina. Ho svolto l'intero ritiro, sia a Rocca che in Calabria ed è doveroso da parte mia ringraziare il tecnico Antonio Venuto che ha creduto in me sin dal primo minuto, dandomi la possibilità di proseguire questa mia avventura in riva allo stretto e dandomi preziosi consigli, così come i suoi collaboratori Santo Matinella e Domenico La Rosa, con cui ho lavorato benissimo sin dai primi giorni. Il mio padre calcistico? Ernesto Dall'Oglio, ho lavorato privatamente con lui sin da piccolo e mi ha insegnato tanto. Con il preparatore dei portieri Mauro Manganaro sto lavorando in maniera scrupolosa e meticolosa, devo ancora migliorare tanto sia nelle uscite alte che con il pallone tra i piedi, ma mi sto impegnando tanto e lo ringrazio anche per la pazienza che ha giornalmente nei miei confronti. Lo scorso anno, invece, ho avuto modo di ammirare da vicino Alessandro Berardi che quest'anno milita in Serie B nelle fila del Bari, è un esempio da seguire, è stato forgiato nel settore giovanile della Lazio e lo ritengo un portiere straordinario”.
Meo ha già collezionato 8 presenze fino a questo momento, nel suo ruolo in rosa il Messina vanta anche Fabio Rinaldi, classe 1998, ed Armando Prisco, classe 1997: “E' una concorrenza leale, genuina e stimolante che può solo fare bene a tutti ed alimentare la competizione, il ritmo e l'intensità durante gli allenamenti. Io sono il più piccolo, dunque ho solo da imparare da entrambi e tra di noi c'è grande stima. Cerco di lavorare sempre in maniera seria e devo dire grazie anche a Federico Gagliardini che mi ha insegnato tanto, è un vero professionista essendo cresciuto in un vivaio prestigioso come quello della Juventus e continuo ad avere un ottimo rapporto con lui, nonostante sia andato via da Messina”.
Contro il Portici il giovanissimo numero uno giallorosso ha respinto un calcio di rigore, ha compiuto diversi interventi importanti ed è riuscito a salvare il risultato in parecchie occasioni: “Senza voler essere presuntuoso, posso dire che i calci di rigore sono una mia prerogativa. Li studio parecchio in allenamento, guardo i filmati degli avversari e cerco di arginarli in partita. Inoltre, mi piace anche imparare dai miei avversari, da Giuseppe Ingrassia dell'Igea Virtus che ritengo il miglior portiere del torneo a Maurice Gomis. Quest'anno il massimo campionato dilettantistico vanta grandi portieri e posso solo apprendere da tutti e rubare i segreti del mestiere”.
Tifoso della Juventus, il suo idolo è Gianluigi Buffon: “E' semplicemente il miglior portiere del mondo, probabilmente il migliore di tutti i tempi. In Italia mi piace molto Mattia Perin, ma anche Samir Handanovic. All'estero, invece, seguo Thibaut Courtois e David De Gea”.
Federico, 17 anni, una carriera davanti ed una maturità notevole, frequenta con ottimi risultati l'istituto tecnico “Ettore Majorana” di Milazzo: “Sono al quarto anno, la scuola è importante sotto tutti i punti di vista per la mia crescita e ci tengo a far bene sia per me stesso che per la mia famiglia che mi segue e ci tiene particolarmente. E poi, se non studiassi, non potrei neanche essere qui a fare quest'intervista probabilmente!”
La sua dote principale è la mentalità da professionista, unita ad un'innata voglia di emergere: “Sin dalla formazione dei Pulcini, nel Torregrotta mi hanno insegnato a rispettare i tecnici, i miei compagni di squadra e gli avversari, mi hanno trasmesso i veri valori del calcio e dello sport ed ho imparato anche a vivere da atleta, a non mangiare mai la pizza il giorno prima della partita, andare a letto presto la sera, rispettare le regole imposte dalle società ed essere sempre puntuale e rispettoso del lavoro altrui. Al mattino vado a scuola, il pomeriggio mi alleno e la sera studio per il giorno dopo, la mia vita è questa, quindi per il momento non posso permettermi altre distrazioni. In estate, però, amo giocare a beach volley, non riesco proprio a star fermo, sono sempre stato iperattivo e devo dire che amo qualunque sport che mi dia modo di tuffarmi, di volare”.
Per lui, nei giorni scorsi, un'indimenticabile esperienza con la Rappresentativa Nazionale LND di Fausto Silipo: “Che dire, è stata un'esperienza bellissima, abbiamo giocato al centro tecnico federale di Catanzaro e già lo scorso anno avevo avuto il piacere di calcare quel terreno di gioco. E' stata un'importante esperienza di crescita e spero sia solamente un punto di partenza per me. Adesso, però, è doveroso mettersi tutto alle spalle. Mi rimbocco le maniche e penso già al prossimo match esterno contro il Gela, il nostro obiettivo è quello di ottenere più punti possibili per conquistare i play-off, la classifica la guarderemo al termine del campionato. Io penso solo a dare il massimo, anche per ripagare il mister Giacomo Modica della fiducia che ha nei miei confronti e per i miei compagni di squadra. Il mio sogno? Diventare un calciatore professionista e raggiungere importanti palcoscenici, per me e per la mia famiglia che è la mia più grande ricchezza e mi segue sempre, facendo grandi sacrifici per me, senza farmi mai mancare nulla. Ma sogno soprattutto di essere un uomo felice e posso dire di esserlo già grazie al calcio, uno sport che amo in maniera viscerale, che unisce e che ha il grande potere di abbattere ogni barriera”.
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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