Tutto tace, almeno ufficialmente, sul “fronte Messina” in questo periodo di sosta per le festività natalizie che, per i biancoscudati, dureranno fino al primo giorno del 2022, prima di iniziare la settimana che porterà al derby del “Barbera” contro il Palermo, in programma alle 17.30 di domenica 9 gennaio. La presenza di mister Novelli e del suo secondo Ciardiello alla sfida del 19 dicembre con il Catania sembrava preludere ad una risoluzione lampo della fase di sostituzione, in panchina, dopo l’interregno di Raciti, ottimo traghettatore e normalizzatore per mitigare gli effetti della gestione Capuano su un gruppo mai diventato squadra. Il tam tam dei social media e, soprattutto, delle chat sugli smartphone alimenta voci di corridoio abbastanza disparate sui tormenti interiori del presidente Sciotto, alle prese con scelte determinanti per il futuro della sua creatura prediletta, quel Messina membro astratto della sua famiglia, un concetto fondamentale da declinare tra i principi di vita dell’imprenditore di Gualtieri Sicaminò.
Questa estate fu proprio la volontà di far crescere definitivamente tra i professionisti la società a spingere Sciotto nel preferire la rivoluzione tecnica e dirigenziale che smontò totalmente la struttura organizzativa della promozione in C, costruendo un Messina made in Pietro Lo Monaco.
I dubbi sulle non lusinghiere “prestazioni” del “direttore” a Catania e, nel’arco dell’ultimo decennio, praticamente in tutte le altre piazze in cui si era cimentato, erano stati superati dalla possibilità di utilizzare subito un gruppo di uomini composto da professionisti esperti nei ruoli chiave di una società professionistica, dal direttore sportivo al segretario, passando per i responsabili area marketing, sicurezza e logistica, o di un settore giovanile da adattare alla nuova categoria. A loro spettava l’onere di costruire l’organizzazione dell’Acr che avrebbe iniziato a consolidare la propria presenza in LegaPro, provando a tessere quelle relazioni imprescindibili, non solo sul territorio, ma anche nel resto d’Italia, per creare le premesse di un rilancio delle ambizioni a breve termine.
L’amicizia trentennale che legava Lo Monaco a Sciotto costituiva il collante principale di questo sodalizio, ma alcune scelte errate e l’assenza di risultati in campo hanno innescato una reazione a catena portando all’esplosione di contrasti tra i due protagonisti principali della vicenda, intorno a un mese fa. Curioso che il rapporto si sia incrinato in modo più evidente proprio qualche giorno dopo un incontro tra il principale consulente del presidente (Lo Monaco non è mai stato ufficializzato come dg) e i club organizzati, avvenuto al “Celeste” a metà novembre, evento auspicato da Sciotto in agosto per evitare che la tensione tra l’ambiente e lo stesso Lo Monaco impedisse il concretizzarsi di alcune trattative di mercato o, comunque, il consolidamento della serenità attorno al gruppo squadra.Questioni di contorno, comunque, rispetto al tema chiave che ha causato il momento di profonda riflessione da parte della proprietà e, cioè, la classifica sempre deficitaria e, addirittura drammatica sportivamente parlando, con l’ultima posizione detenuta per diverse giornate prima dei 4 punti conquistati nelle ultime due partite casalinghe contro Catania e Paganese.
Quello è il punto cruciale sul quale Pietro Sciotto ha puntato i propri strali anche pubblicamente con il comunicato in cui precisava che alcune fonti finanziarie per alimentare il budget programmato ad inizio stagione non avevano avuto riscontro pratico, così come gli investimenti effettuati per la rosa, corredati da legami contrattuali pluriennali che servono a creare asset di bilancio, ma diventano pesi in caso di campionati deficitari. Il compito di un direttore sportivo sarebbe anche quello di sistemare eventuali operazioni non corrispondenti alle attese e, in questo senso dovrebbero andare le operazioni di sistemazione del mercato invernale. Più agevole sostituire i prestiti con altri elementi aventi lo stesso status contrattuale, meno semplice collocare calciatori con biennali o triennali non funzionali ai piani della guida tecnica. Indispensabile, dunque, evitare l’errore imperdonabile commesso in estate e ribadito ad ottobre, quando si sono scelti allenatori determinati a perseguire le proprie idee tattiche o comportamentali, in totale disaccordo con le caratteristiche tecniche e caratteriali dei calciatori presenti nella rosa. In poche parole, Sullo e il suo 4-2-4 o il suo progetto di calcio propositivo oppure Capuano e il capuanesimo si sono dimostrati inadatti a ragazzi giovani anche se abbastanza esperti, ma non così dotati da superare le difficoltà legate ai risultati negativi (11 sconfitte, ma, soprattutto, solo 4 vittorie nelle prime 20 gare sono un fardello pesante ed anche imbarazzante).
La scelta di Novelli, quindi, sembrava essere quella più logica, soprattutto se si pensa che il tecnico salernitano ha sempre fatto bene con i giovani e potrebbe monetizzare il minutaggio non solo dal punto di vista finanziario, ma anche dei punti in classifica. La palla passa, quindi, al presidente Sciotto, che, come stabilito con mister Novelli durante gli incontri di una decina di giorni fa, dovrebbe contattare l’allenatore in questi giorni per un confronto sul programma da attuare nella seconda parte della stagione. “Non ho ancora firmato nulla – afferma Novelli, contattato questo pomeriggio telefonicamente – il presidente sa quali sono gli aspetti da sistemare affinché tutto si concretizzi. Alcune cose già so che sono state fatte, ma non ci siamo ancora risentiti con la proprietà. Potevo allenare già il mercoledì precedente la gara contro il Catania, ma io preferisco il confronto e la condivisione delle idee alle questioni legate esclusivamente al curriculum o al compenso o ai contributi. Inoltre, il mio legame con Messina dopo il campionato vinto lo scorso anno, in cui siamo riusciti, tutti insieme, a lavorare per un obiettivo comune riportando il calcio professionistico, mi impone di essere ancora più rigoroso nelle scelte rispetto a quanto già sono per mia natura. Non voglio aggiungere altro – conclude Novelli – soprattutto perché il Messina, in questo momento, ha bisogno di ritrovare tranquillità per raggiungere l’obiettivo primario che resta quello della salvezza, da ottenere anche all’ultimo minuto dell’ultima partita, come si diceva l’anno scorso”.
Resta, quindi, in itinere, l’ipotesi Novelli, sembra accantonata la pista Padalino, prossimo all’accordo con il Siena tredicesimo nel girone B della serie C, mentre lo staff tecnico giunto con Sasà Sullo (il preparatore atletico Innocenti, l'allenatore dei portieri Onorati e il tattico Cinelli) ha lasciato Messina giovedì scorso probabilmente in via definitiva.
Chi allenerà, quindi, i biancoscudati a partire da Capodanno? Lo scopriremo nelle prossime puntate.
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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