Si susseguono i giorni e restano tanti dubbi sul futuro del calcio messinese. Nell'ormai consueto contesto in cui le acque di mescolano invece di condensarsi, generando confusione e incertezza.  Ma ci sono alcuni punti dai quali partire.

IL PRIMO PASSO - La settimana appena iniziata sarà quella in cui la Covisod, mercoledì e non oltre, si pronuncerà sulla documentazione presentata dalle società che hanno il diritto di disputare il prossimo campionato di serie D e, tra queste, figura anche il Messina, dopo il saldo delle spettanze dei tesserati (stipendi e contributi) relativi alla scorsa stagione, effettuato per l’intervento finanziario del socio di minoranza Pietro Sciotto, avvenuto sotto la supervisione dell’avvocato Maria Di Renzo, commissario giudiziale nella procedura di liquidazione dell’Acr, avviata lo scorso 11 giugno. Un passaggio essenziale che ha consentito la presentazione della domanda di iscrizione in D, anche se permane l’incertezza sull’ok degli organi LND all’inserimento in organico, perché la continuità aziendale dell’attività sportiva deve essere garantita dalla presenza di una proprietà o di una gestione in grado di sostenere i costi della partecipazione a un campionato di quarta serie senza aggravare la massa debitoria nel bilancio Acr.

IL CONTESTO - Perché vale la pena ricordare sempre che l’Ufficio Procedure Concorsuali del Tribunale di Messina ha, come unico obiettivo, quello di tutelare i diritti dei creditori dell’Acr Messina passati, presenti, ma anche futuri, fin quando non ci sarà un assetto societario capace di superare la crisi finanziaria, garantendo, entro il 10 settembre, la ripresa di una normale vita aziendale.

ULTIMA CHIAMATA - Potrebbe essere il momento propizio per intervenire, se ci fosse qualcuno solido, con in testa l’obiettivo di fare calcio a Messina ricorrendo a idee chiare e, in tasca, risorse corpose da destinare a un organigramma composto da gente competente nella costruzione di squadre vincenti in una categoria, purtroppo, conosciuta benissimo dall’ambiente, visto che, negli ultimi 32 anni, sono state registrate ben 14 partecipazioni al massimo campionato dilettantistico italiano da parte di AS, FC, ACR, di cui 5 con due squadre del capoluogo nello stesso girone.

LE ZAVORRE - Pesano, ovviamente, i 14 punti di penalizzazione inflitti dagli organi di giustizia sportiva, ma un Messina ricostruito in modo serio, con una proprietà forte e credibile, potrebbe, intanto, chiedere, con qualche possibilità di ottenere ascolto, una riduzione del peso relativo alle follie gestionali della scorsa stagione, e poi impostare l’annata 2025-26 come quella sulla quale poggiare le basi per il vero rilancio della biancoscudata, senza l’assillo di dover vincere a tutti i costi, ma costruendo il rapporto, ormai spezzato da tempo, con i tifosi e il resto della città.

LA SPERANZA - Utopie? Al momento attuale, sembrerebbe di sì, ma esiste la possibilità di una svolta, solo che occorre maggiore convinzione e un pizzico di spregiudicatezza in modo da superare alcuni nodi difficili da sciogliere con la diplomazia e le strategie di attesa. In poche parole, se la Cooperativa costituita dai tifosi messinesi ha manifestato chiaramente l’intenzione di proporsi come sponda per investitori, dandosi il 31 luglio come termine ultimo per concretizzare questo interesse, sarebbe auspicabile far sapere se gli acquirenti interessati sono già pronti a intervenire in modo massiccio un secondo dopo essersi palesati, con garanzie di solvibilità, progetti, uomini e calciatori pronti, perché non c’è un attimo da perdere e di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno, luogo nel quale, almeno in ambito calcistico, non siamo propensi, come tifosi e addetti ai lavori messinesi, a stabilire il nostro domicilio perenne. Bando, quindi, ai segreti, e, d’altra parte, sarebbe anche l’ora che il “patron pentito” deponga le armi dell’ira o la corazza del risentimento e si renda davvero disponibile a dare un futuro degno a quella che più volte definì una “sua creatura”, comportandosi, però, da gennaio 2025 in poi, come il dottor Frankenstein nel romanzo di Mary Shelley. La presenza del commissario giudiziale potrebbe togliere i residui dubbi sulla natura e consistenza reale della massa debitoria, peraltro sgravata dalle somme relative ai tesserati nella scorsa stagione, e, quindi, senza una manifestazione in vita immediata di questi “gruppi interessati”, si aprirebbero solo scenari mesti con presunti “gestori” a tempo che non avrebbero mai l’avallo del Tribunale, in assenza di garanzie reali di solvibilità.

SUL FILO DEL RASOIO - In questo momento cruciale, inutile chiedere interventi istituzionali dopo le uscite pubbliche di Cateno De Luca della scorsa settimana, abbastanza chiare sull’atteggiamento pilatesco che le istituzioni politico-amministrative della città hanno nei confronti della vicenda. A “bocce ferme”, o  “cadaveri freddi”, sicuramente si faranno vedere e sentire, ma ormai occorre prenderne atto e andare avanti. Il futuro del Messina, quindi, resta sul filo del rasoio, tra la tentazione di abbandonarlo al proprio destino, chiudendo questa ennesima pagina ingloriosa del calcio peloritano e la tenacia di chi, comunque, prova a tenere accesa la fiammella della speranza di ricominciare guardando al futuro e non solo voltandosi indietro per rimirare un passato glorioso sempre più lontano e sbiadito. Alcuni si sono rassegnati, altri sono impegnati a costruire una alternativa, mentre c’è chi spera di diventare grande, ma il Messina esiste ancora e, finché c’è vita, può esserci ancora speranza.

Sezione: Il focus / Data: Lun 14 luglio 2025 alle 12:00
Autore: Davide Mangiapane
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