L’ultimo giorno dell’anno ispira, anzi, quasi impone, un bilancio di ciò che è accaduto nei precedenti 364 giorni (365 se l’anno è bisestile) e uno sguardo alle prospettive sul prossimo futuro. Nel calcio, utilizzare il metro dell’anno solare induce a mettere a confronto due spezzoni di stagioni agonistiche diverse, compito non semplice, specialmente se, come avvenuto nel 2021 a Messina, si tratta di ere geologiche totalmente opposte, sia perché serie D e C non sono paragonabili, ma soprattutto a causa della totale rivoluzione attuata in casa Acr dopo il 3 luglio scorso, quando veniva festeggiato, al “Fresina” di S. Agata, il ritorno tra i professionisti dopo 4 anni di quarta serie (uno in meno rispetto al ciclo negativo ricorrente delle società giallorosse tra i Dilettanti, susseguitesi sulla scena dalla cancellazione in C1 dell’Acr storica nel 1993).

I NUMERI - Il Messina, dal 6 gennaio (1-0 col Paternò allo “Scoglio” gol di Cristiani all’82’ ) al 3 luglio 2021 (vittoria 3-1 a S.Agata), ha giocato 24 partite nel girone I della serie D, totalizzando 53 punti, frutto di 15 vittorie, 8 pareggi e solo una sconfitta, il 3-2 subito al “Lorenzon” di Rende trasformato in una palude. Ovviamente, ruolino di marcia totalmente opposto dal 21 agosto al 22 dicembre, anche se si tratta sempre di due vittorie all’inizio della stagione in Coppa Italia (3-2 al “Menti” di Castellammare) e alla prima del girone di ritorno in casa contro la Paganese (2-1). Una vittoria e una sconfitta in Coppa e 4 vittorie, 5 pareggi e ben 11 sconfitte nel campionato che vede i biancoscudati al terzultimo posto con 17 punti. Quattro gli allenatori sulla panchina dell’Acr, con Novelli, che ha chiuso la strada al ritorno proprio qualche giorno fa, Sullo, Capuano e Raciti. Novelli ha utilizzato 26 calciatori, mentre i suoi tre colleghi si sono avvalsi di tutta la rosa a loro disposizione per le normative federali vigenti in serie C, 25 elementi. Tra questi, il bomber con distacco è Ciro Foggia, 14 gol in 24 presenze, seguito da Mauro Bollino (7 reti e ben 11 assist), con Adorante che segue a 6 realizzazioni, affiancato da Aliperta, Arcidiacono, Addessi. Da rilevare, nella classifica degli assist, la presenza di Morelli, con 4 passaggi decisivi prima dello stop legato alle conseguenze del Covid, con la sua ultima apparizione a Catanzaro, quando venne sostituito dopo la prima frazione di gioco.
L’AMBIENTE - Fatta questa lunga premessa “statistica”, è doverosa anche qualche valutazione su alcuni protagonisti del 2021 biancoscudato. Partiamo dal cosiddetto “ambiente” riconducibile alla Messina calcistica, ritornato tra i professionisti. Innanzitutto, ricordiamo a tutti che l’Acr, rinato nel 2017 in conseguenza del bando comunale consentito dalle norme FIGC, è approdato per la prima volta in terza serie. Non dimentichiamo, altresì, che il principale avversario sul campo nella scorsa stagione, è stato quel Football Club  frutto del “rebranding” del Città di Messina, a sua volta costituito utilizzando la matricola Figc del Camaro fondato nel 1969. Un esperimento durato più di un decennio di costituire una “alternativa” al Messina (guarda caso sempre marchiato Acr), diventato, nelle ultime due stagioni, un rivale da assimilare a quelli esistenti in realtà molto più prestigiose sulla scena calcistica rispetto a Messina. Una situazione più volte verificatasi nella nostra città in questo ambito, ma che ha raggiunto toni e creato situazioni mai così esasperate. E’ bene non cancellare totalmente questa vicenda come, invece, è accaduto in un processo, non si capisce quanto inconscio o voluto, di rimozione dopo la vergognosa cancellazione dal campionato di serie D della società di Rocco Arena, evento mai successo da queste parti, nemmeno ai tempi del tanto vituperato As Messina nel campionato 1996-97.

NUOVO ANNO, SOLITE STORIE - Voci ricorrenti nelle ultime ore affermano che il neonato 2022 porterà la presentazione di un nuovo “progetto sportivo” legato alla formalizzazione dell’offerta di acquisto del Messina da parte di una “cordata” avente come capofila un imprenditore del Centro Nord con interessi, in passato, nella nostra città, o di un imprenditore messinese trasferito in Centro Nord rimasto legato ai luoghi natii. Attendiamo anche questa proposta, finora rimasta, secondo il comunicato di ieri dell’avv Delia, nominato dalla famiglia Sciotto per valutare le condizioni di vendita della società, al livello di manifestazione di interesse. Con l’auspicio che, almeno per una volta, il cosiddetto “ambiente” attenda i fatti concreti e la conclusione degli eventuali accordi, applicando un detto in voga molti anni fa: “gratta gratta l’americano, esce fuori il pellerossa”. In attesa, valutazione per tutti noi che facciamo parte del suddetto “ambiente” compresa tra 0 e 12, come l’abbigliamento per bambini di una nota multinazionale con sede in Veneto, o come gli anni passati dal 2009 in cui fallì l’Fc dei Franza al 2021.

I VOTI - Un bel voto (8,5) va sicuramente al gruppo di lavoro che ha portato il Messina, sul campo, a conquistare la serie C, perché vincere non è mai facile, nemmeno in quarta serie, e mantenere alta la tensione per 11 mesi ha dato un coefficiente di difficoltà maggiore. Un “bravo 7 più” va anche alla proprietà per avere trovato la combinazione giusta ad uscire dal dilettantismo, la capacità di isolarsi dalle tensioni esterne, ma soprattutto dai tormenti interni di un presidente come Pietro Sciotto, effetto e non causa delle contraddizioni e divisioni esistenti nell’ambiente stracitato in precedenza. Tormenti e punti di vista che hanno portato alle decisioni sulla nuova stagione, tra cui l’essersi affidato al “pacchetto Lo Monaco” ha riportato alla mente altre scelte fatte da Sciotto in passato con convinzione e sconfessate con altrettanto vigore dopo poco tempo, sempre a seguito dei risultati negativi. Un modo di gestire troppo affidato agli umori del momento, che regala alibi a chi viene coinvolto professionalmente o per passione di scaricare eventuali errori sempre sulla figura del presidente, mettendo in secondo piano l’obiettivo comune. La poca convinzione nel progetto sportivo allestito in agosto ha portato i protagonisti coinvolti in un primo momento (soprattutto Sullo, ma anche alcuni calciatori) a considerare insostenibile il peso delle difficoltà riscontrate sul terreno di gioco e fuori, l’ansia dei risultati ha indotto a scegliere un allenatore come Capuano in totale discontinuità con il precedente che, però, senza elementi di esperienza e con il pelo sullo stomaco in rosa, si è rivelato un danno di proporzioni incalcolabili proprio perché solo una classifica dignitosa poteva mitigare le inevitabili frizioni tra due personalità umorali come Sciotto e Lo Monaco. Lo sprazzo di tranquillità e la semplicità con cui Raciti ha messo in campo la squadra nelle due gare contro Catania e Paganese ha consentito di evitare il tracollo, ma ci sono le premesse per costruire con il giusto raziocinio un gruppo in grado di affrontare il girone di ritorno per ottenere i 23 punti che mancano alla probabile salvezza senza ricorrere ai playout, oppure capace di affrontare gli spareggi con qualche speranza? Nell’attesa di capirne di più, giudizio sospeso e buon 2022 a tutti coloro i quali ci seguono avendo a cuore, davvero, le sorti della biancoscudata.

Sezione: Acr Messina / Data: Ven 31 dicembre 2021 alle 17:28
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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