Sabato pomeriggio, al San Vito, andrà in scena l’attesissimo match tra Cosenza e Messina, incontro valevole per la dodicesima giornata del Girone C del campionato nazionale di Lega Pro. 12 punti per i biancoscudati, 7 per i lupi cosentini, due squadre che, negli ultimi due anni, si sono rese protagoniste di grandi sfide e di una grande cavalcata verso il calcio che conta.
“Messina e Cosenza sono due piazze che mi hanno dato tanto e che porto nel cuore”. Sono queste le parole di un grande doppio ex: Igor Zaniolo, autore di 13 reti in 27 partite nella stagione 2001-2002 in maglia rossoblù e tra i grandi protagonisti della promozione del Messina in massima serie nella stagione 2003-2004 con i suoi 6 gol in 39 partite. Nato a La Spezia il 12 marzo del 1973, oltre vent’anni di carriera alle spalle e un curriculum di tutto rispetto: 120 partite e 26 gol in Serie B con le maglie di Cosenza, Ternana, Messina e Salernitana, 79 partite e 11 gol in Serie C1 con le maglie di Alessandria, Crevalcore, Spezia e Genoa, 124 presenze e 36 gol in Serie C2 con le maglie di Spezia, Cisco Roma e Carrarese, 94 partite e 33 gol in Serie D con le maglie di Valle d’Aosta, Sanremese, Novese e Lavagnese e 72 partite condite da 26 gol nel campionato di Eccellenza con le maglie di Massese e Real Valdivara.
“Attualmente gioco in Prima Categoria, nel Marolacquasanta, ma lo faccio più che altro per divertirmi con gli amici e per staccare un po’ la spina la sera dopo una giornata di lavoro – dichiara l’ex centravanti giallorosso – Ho un locale a La Spezia, ma il calcio resta sempre la mia più grande passione, faccio questo sin da quando ero bambino e non riuscirei mai a smettere del tutto”.
Sabato pomeriggio, al San Vito, si sfideranno Cosenza e Messina, due pagine molto importanti per Igor Zaniolo: “Porto dentro di me grandi ricordi – afferma il centravanti ligure – Ho avuto la chance di Cosenza in un periodo molto particolare della mia carriera in cui avevo bisogno di rilanciarmi e sono riuscito ad esprimermi al meglio, anche da un punto di vista realizzativo. Due anni dopo passai al Messina, non dimenticherò mai quell’incredibile annata. Ricordo con grande affetto tutti i tifosi, sia di Messina che di Cosenza, sempre molto calorosi, come in tutte le piazze del Sud. Ho lasciato tanti amici in entrambe le città”.
Grinta, cuore, tenacia, rabbia agonistica e spirito da combattente al servizio della squadra, queste le sue caratteristiche principali: “Sono sempre stato un giocatore di carattere, un istintivo. Cercavo di sopperire alle mie lacune tecniche con la grinta, con l’agonismo e con l’impegno. Lottavo su ogni pallone, mi tuffavo nei contrasti, giocavo di sponda e davo tutto in campo. Ho sempre dato il massimo, senza mollare mai”.
Un gruppo, quello giallorosso, che ha compiuto un’autentica impresa sportiva: “Esatto, anche se non riuscirò mai a dimenticare il nostro dodicesimo uomo in campo, il Giovanni Celeste, uno stadio unico che in quell’annata storica ha rappresentato un vero e proprio fortino. I tifosi sono sempre stati straordinari e ci hanno trascinato durante tutto l’arco del campionato in una maniera incredibile. Mi viene la pelle d’oca se penso alla partita contro il Como, alle lacrime della gente e alla grande passione che ha sempre contraddistinto i messinesi. Ancora oggi mi sento con tanti dei miei ex compagni di allora, con altri mi vedo, con altri ancora mi tengo in contatto tramite Facebook – continua Zaniolo - Con il mister Mutti avevo un ottimo rapporto, molto schietto e sincero. A gennaio mi disse che in avanti eravamo scoperti e che era necessario acquistare un altro attaccante con le mie caratteristiche con cui poi mi sarei dovuto giocare il posto. Arrivò Sosa, una persona stupenda che contribuì in maniera determinante alla promozione in Serie A. Inizialmente non la presi bene, ma remavamo tutti quanti verso un’unica direzione”.
Fisico da corazziere, carattere e voglia di vincere. Un uomo squadra che i suoi ex compagni, tra cui “Re Artù” Di Napoli, ricordano ancora oggi con grande affetto: “Ringrazio di cuore Arturo, ultimamente l’ho incontrato diverse volte. Ha detto che io sono stato il suo partner d’attacco ideale? Anche io con lui mi sono trovato alla grande e ho legato tantissimo, è stato un calciatore straordinario e giocare per aiutare i miei compagni è sempre stata una mia prerogativa, sin dagli inizi della mia carriera. Sento spesso anche Carmine Coppola e Luca Fusco, ogni tanto mi sento anche con Mamede, Rezaei e Zoro e mi sono incontrato diverse volte anche con Marco Storari, eravamo un grande gruppo”.
Cresciuto nel Settore Giovanile della Sampdoria, Igor Zaniolo ha fatto tutta la trafila in maglia blucerchiata, fino ad arrivare alla formazione Primavera: “Arrivai fino alla formazione Primavera e qualche volta mi allenai anche con la Prima Squadra di mister Vujadin Boskov. Era la grande Samp di Gianluca Vialli e Roberto Mancini, due campioni assoluti. Guardandoli in allenamento potevi solo imparare da due atleti che in quel momento erano tra gli attaccanti più forti in Europa. Era una squadra fenomenale”.
Dopo l’anno di Cosenza, per Igor Zaniolo ci fu la possibilità di compiere il grande salto in Serie A con la Reggina: “In estate avevo tanto mercato, soprattutto in Serie B, ma anche in Serie A, però sarei andato via da Cosenza solo per avvicinarmi a casa, anche perché avevo il bambino piccolo e non volevo lasciare mia moglie sola. La Reggina mi voleva fortemente, all’epoca aveva una corsia preferenziale con il Cosenza e aveva già trattato il mio passaggio in maglia amaranto, ma io rifiutai il trasferimento. Il Presidente Lillo Foti mi chiamò tantissime volte, anche di notte, per provare a convincere me e mia moglie ad accettare. Mi disse che l’unico a dire di no a Lillo Foti era stato Roberto Baggio, io sono stato il secondo”. E il Presidente Foti non la prese affatto bene. “No, per niente, anzi mi chiamò e mi disse che la mia famiglia sarebbe stata sempre la benvenuta a Reggio Calabria, io no. E riagganciò il telefono. Alla fine andai a Terni”.
Scherzi del destino. Due anni dopo il passaggio al Messina: “Si, scherzi del destino. Rifiutai la Reggina per avvicinarmi a casa e due anni dopo andai ancora più al Sud”.
Stagione 1995-1996, campionato di Serie D. Igor Zaniolo vestiva la maglia della Valle d’Aosta. Quel ragazzone di 21 anni ottenne ampi consensi, tanto da attirare le attenzioni dell’Inter, ma non andò tutto secondo i piani. Rissa in campo in un match contro il Pisa e squalifica di sei mesi: “Ho subito sei mesi di squalifica e il mio passaggio all’Inter sfumò. La mia carriera poteva prendere una piega diversa? Forse si, ma non ho alcun rammarico, è andata così, forse se avessi avuto un’altra testa ed un equilibrio che non avevo avrei fatto meno errori, sicuramente potevo fare di più. In quel periodo non mi voleva più nessuno, mi trovai ad un bivio e grazie al Cosenza sono riuscito a ripartire”.
Igor Zaniolo guarda anche al futuro: “Ho preso il patentino per allenare, presto tornerò in pista. Ho dedicato una vita al calcio ed è giusto dare un seguito. Allenare i bambini? Forse mi vedo più adatto a lavorare con i grandi, magari partendo dall’Eccellenza o dalla Serie D e facendo la classica gavetta. Un futuro a Messina? Nella vita mai dire mai, di certo tornerei con grande piacere in riva allo Stretto”.
Un consiglio per tutti i ragazzi che vogliono intraprendere questa carriera: “Credeteci sempre, senza mollare mai, e date sempre il massimo, soprattutto in allenamento. Il calcio è divertimento, questo non bisogna mai dimenticarlo”.
In chiusura, l’ex centravanti di Cosenza e Messina manda un messaggio ad entrambe le tifoserie in vista del match di sabato: “Che vinca il migliore. Mi fa piacere rivedere queste due squadre sfidarsi in un campionato importante come la Lega Pro, che comunque non è la categoria che appartiene a queste due grandi piazze. Spero di rivederle presto dove le ho lasciate”.
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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